Simone Scuffet, a soli 21 anni, ha già avuto una carriera con parecchie turbolenze. Cresciuto tra le fila del Donatello, è arrivato definitivamente nelle giovanili dell’Udinese nel 2007, a soli undici anni. Sono anni in cui l’Udinese ha portieri importanti in prima squadra, De Sanctis ed Handanovic sono due portieri che hanno (e, nel caso dello sloveno, ha tutt’ora) avuto una carriera importante, fatta di partecipazioni in Europa e lotte per lo Scudetto. Nel 2013/2014 però c’è un piccolo black-out nella catena di buoni portieri, che era iniziata con Lugi Turci ancor prima degli anni duemila. Per sostituire il partente Handanovic i Pozzo infatti prelevano Zejko Brkic dal Vojvodina, portiere dalla stazza imponente, ma che, nella stagione 2012/2013, dopo aver preso l’eredità dell’ex Domzale, mette in mostra parecchi limiti, alternati con prestazioni importanti.
Poi, nell’estate 2013, il serbo resta fermo a causa di un importante infortunio alla spalla, che lo terrà fuori per tutto il girone d’andata. I Pozzo allora decidono di puntare su un’altra scommessa, ovvero il croato Ivan Kelava della Dinamo Zagabria (altro estremo difensore che paleserà parecchi limiti), aggregando il giovanissimo Scuffet, allora ancora diciassettenne, alla prima squadra, con l’idea di fargli fare momentaneamente il secondo e poi, con il rientro di Brkic, il terzo portiere, in modo da farlo crescere con calma e senza rischi, visto che nei campionati primavera aveva messo in mostra il talento necessario per arrivare in alto. Le cose però per l’Udinese vanno male. È l’ultima stagione di Guidolin sulla panchina friulana e si vede chiaramente che la squadra è alla fine di un ciclo. Si suol dire che le difficoltà nascono dalle basi e quindi dal portiere. Kelava colleziona diversi errori e Brkic, una volta rientrato, dopo una partita sontuosa con il Sassuolo, torna a mettere in mostra più di qualche incertezza. Prima della sfida salvezza fondamentale contro il Bologna, l’ex Vojvodina torna a farsi male. Toccherebbe al croato, ma Guidolin è stufo. Vuole che la sua squadra, già traballante in alcuni punti, abbia delle certezze almeno tra i pali. Da qui la folle idea. Il primo febbraio 2014, il tecnico butta in campo, in un match in cui l’Udinese potrebbe giocarsi la permanenza in Serie A, Simone Scuffet dal primo minuto, a soli diciassette anni. Dopo dieci anni, è il primo friulano a vestire il bianconero dopo Fabio Rossitto e al momento dell’annuncio delle formazioni la sorpresa è tanta. Mastro Guidolin però l’ha azzeccata di nuovo. Simone gioca una partita pregevole, mantendo la porta inviolata in questa fondamentale sfida, che l’Udinese vince per 0-2. Kelava è dimenticato e Brkic vede in serio pericolo la sua titolarità. Simone gioca anche la sfida successiva, quella dopo e tutte le le partite restanti della stagione 2013/2014, aiutando con parate importanti la squadra ad arrivare a quota 44 punti, ottenendo una salvezza che a un certo punto sembrava essere in serio pericolo. A questo punto le voci e i paragoni si sprecano. È chiaro che il reparto portieri friulano ha un nuovo padrone, Scuffet viene definito come “nuovo Buffon” (anche lui esordì a 17 anni), il suo faccione inizia a comparire in svariate vie della città, appare negli spot delle tv locali e si chiede a gran voce la sua convocazione al Mondiale, ma Prandelli non ci sente. In estate l’Atletico Madrid si fa sotto prepotentemente, offrendo 10 milioni (5+5 di bonus) per un ragazzo che aveva giocato solo 18 partite in prima categoria. La società è in difficoltà, ma il ragazzo e la famiglia rifiutano, preferendo la crescita nella propria città natale. Il copione di una favola sembra già scritto, ma le sorprese sono dietro l’angolo.
Nell’ estate 2014 arriva Stramaccioni al posto di Guidolin e, soprattutto, rientra da Granada Orestis Karnezis, che in Spagna aveva fatto il secondo (prelevato per 800 mila euro dal Panathinaikos), giocando solo una partita… e che partita. Se gli andalusi possono vantare una vittoria sul Barcellona è soprattutto per merito del greco, autore di parate fantascientifiche. Oreste però è sulla lista dei partenti e non sembra rappresentare dunque un pericolo per la titolarità di Scuffet. Ci punta forte il Benfica, che trova l’accordo con società e ragazzo. Sembra fatta, ma, una volta che il ragazzo è in albergo, i lusitani bloccano tutto, per puntare invece su Julio Cesar. Karnezis rientra dunque ad Udine e sembra destinato a fare un’altra annata da secondo. Stramaccioni però (e tutto lo staff tecnico) vede nel portiere greco un vero e proprio muro in porta, tanto che, dopo il ritiro, Simone si ritrova relegato in panca e l’ex Panathinaikos è il nuovo portiere titolare. Il pubblico friulano urla allo scandalo… ma le grida scemano di fronte alle ripetute grandi prestazioni di Oreste, che diventa un altro degli idoli della curva, la quale non ha dimenticato il talentino di Remanzacco, ma vede anche quanto il greco sia bravo. Per Scuffet la stagione è un po’ triste, se consideriamo il clamore che aveva suscitato fino a quel momento. Due presenze in Serie A (le ultime due di campionato, dopo un infortunio di Karnezis) e tre in Coppa Italia. Poco, per quello che doveva essere il nuovo Buffon, e la stampa lo butta giù dal carro, parlando, a soli diciotto anni, già di talento bruciato. Nell’estate 2015 si cerca una sistemazione in prestito per lui, visto che per crescere deve giocare. Si fa però fatica a trovare un club disposto ad accoglierlo. Alla fine va al Como, neopromosso in B e con tutte le carte in regola per scendere di nuovo subito in Lega Pro. Scuffet ne gioca 35, ma ha una difesa che è un colabrodo e in tutte le partite il portiere deve fare gli straordinari, incassando 52 reti e commettendo inevitabilmente qualche errore, un po’ come successe a Perin ai tempi di Pescara.
Arriva così la stagione 2016/2017. Scuffet rientra ad Udine, Karnezis è ancora lì, inamovibile, e l’astro nascente Meret va in prestito alla SPAL. Simone deve rassegnarsi a fare di nuovo il secondo, ma a fine anno le cose cambiano leggermente. Gioca prima due partite, approfittando di un problema al mignolo del muro greco, ricordando così a tutti la sua esistenza. Poi, nel finale di stagione, diventa il titolare, per provare a vedere se effettivamente è oro quel che luccica. Anche perché, per la prossima stagione, non si vogliono avere tre potenziali titolari in rosa per la porta e si vuole valutare bene le potenzialità di ognuno. Gioca tre partite, in cui mostra di avere i numeri per poter avere una carriera importante. Il 25 maggio arriva, forse un po’ a sorpresa, la convocazione in Nazionale maggiore (nonostante sia ancora in età da under-21) da parte di Ventura, che per San Marino vuole effettuare un po’ di esperimenti. Non solo, pochi giorni dopo viene convocato anche per la doppia sfida con Uruguay e Liechtenstein, dietro a Donnarumma e Buffon. Inoltre, a poche ore dalla sfida contro San Marino, arrivano le prime conferme, Simone Scuffet stasera scenderà in campo dal primo minuto, bagnando così il suo esordio in azzurro e “battendo” Meret, che per ora può convocare la “semplice” convocazione del 18 marzo, arrivata grazie alla grande cavalcata della sua SPAL. È di nuovo arrivata l’ora di Simone Scuffet, che sembra ora pronto a prendersi una porta importante, vedremo in estate se sarà quella dell’Udinese o di qualche altra squadra. Intanto stasera potrà segnare un’altra data fondamentale nella propria carriera, che potrebbe essere di quelle veramente importanti.
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