La GSA non molla la presa: parte malissimo, due palle perse ed un tiro corto per uno 0-6 preoccupante; da lì in poi inizia a difendere dura, ad attaccare con calma e variando gli schemi, dopo il minuto chiamato da Lardo che ha ripreso la squadra per la concentrazione latitante. Se nel primo tempo il divario aumenta in maniera relativamente lenta, dal terzo quarto in poi (20-7) Udine ha fatto valere la legge della più forte. L’Orceana non ha perso di 22-25 punti grazie ad un ultimo quarto da All-Star game, dove la difesa udinese concede ai domestici ben più di quanto questi si sarebbero meritati.
Orzinuovi è solamente Olasewere, un fisicissimo e mobilissimo centro che mena come un fabbro spostando l’avversario prima di depositare ovetti, con buona pace dell’arbitro Dionisi e dei suoi colleghi, cui il modo di giocare dell’esuberante afro-americano piace, e molto: prova ne sia che sanzionano come vigili urbani in un film di Alberto Sordi simili contatti operati da Diop, Ferrari, Dykes.
Cambia poco: Orzinuovi è pochissimo d’altro, con un Sollazzo che alla fine ne fa sì sedici, ma almeno otto in garbage time; uno Scanzi lontanissimo dal cecchino che ricordavamo in maglia orobica; il resto della truppa abbastanza modesta, o meglio resa tale da una GSA in alcuni tratti straripante.
La vittoria di Lardo e della squadra, certo: ma mi piace sottolineare il comportamento dei due giocatori più discussi all’inizio del campionato.
Ci piace poco autocitarci: non camminiamo sulle acque come sostiene con sapido “gusto” qualche talentuosissimo collega. Ma due giorni prima di affrontare Ravenna, fra delusioni, mugugni e dubbi sollevati dalle prime due gare, scrivevamo sostenendo che i valori sarebbero emersi; che la sera del 9 ottobre avremmo avuto sei punti; che Tommy ed Andy avrebbero dimostrato perché Pedone & Micalich puntano così decisamente su di loro.
Serviti: non predico il futuro, né parlo con un alieno proveniente dal pianeta Unilsan come una signora bulgara che popola le tv private (beh, solo ieri sera diceva “ogi milan vince tre uno”. Ecco. Magari l’alieno non si intende di sport), ma conosco gli uomini e mi piace leggere dentro di loro.
E mi piace cercare di conoscere il basket: Raspino e Benevelli sono due signori giocatori, che avevano solo bisogno di trovare chimica con i compagni e fiducia in sé stessi.
Oggi hanno deciso loro una buona fetta di gara: Benevelli con un inizio splendor e due triple alla fine; Tommaso con cinque punti in fila conditi da un paio di “scippi” di quelli giusti.
Accanto a loro il resiliente Chris Mortellaro, che non si è fatto certamente intimidire dall’inizio di Olasewere e ha messo assieme una bella “doppia doppia” con 12 pezzi e 10 carambole; Ous Diop, che al netto di una fisicità da contenere e controllare mette in campo un entusiasmo contagioso. La stoppata elargita al malcapitato Antelli, nell’ultimo quarto, quando il play ex-San Vendemmiano entrava tranquillo sotto canestro, avrà probabilmente leso l’autostima del giovane classe ’98 (comunque due anni più “vecchio” di Ous) ed incrementato quella del ragazzo di Feletto. Rain e KayDee ormai vanno a pilota automatico, anche se oggi Kyndall da tre proprio non ci prendeva (poco male); Pinton e Vitto Nobile per una volta comprimari, Ferrari infortunato (speriamo lievemente) nel primo tempo e Ciccio Pellegrino iscritto per onor di firma.
Immagino la soddisfazione del dynamic duo Pedone & Micalich, che vedono finalmente la creatura prendere forma. Sì, perché oggi segnano Benevelli e Raspino, settimana scorsa Pinton; domenica prossima, contro il Kleb Ferrara di coach Martelossi, di Cortese e Rush, toccherà a qualcun altro. Con la ovvia costante di Rain Veideman, uno che se gioca mediamente segna 11 punti e dispensa saggezza. Il mio unico DaRain Lama. E di un Dykes sempre più uomo-squadra.
Immagino la soddisfazione del Settore D, che due anni dopo torna dalla trasferta bresciana con le stesse sensazioni di dominio provate quando, lo ricordavamo, battemmo la capolista di B di 26 punti: ed oggi sarebbe potuto finire alla stessa maniera, non avessimo mollato la presa negli ultimi dieci minuti.
E sono due trasferte stradominate; qualcuno sostiene che avremmo affrontato le due squadre materasso del girone. A me non interessa: il basket è uno sport semplice e spietato, nel quale se non si mette l’intensità giusta sul campo si perde anche contro una formazione di C silver.
Sotto con la prossima: quando, dal Carnera, cercheremo di raccontarVi la gara in radiocronaca. Sapendo già che non camminiamo sulle acque, che non siamo Dan Peterson ma che abbiamo una passione grande come l’Empire State Building. O l’ego di Melo Anthony, cioè qualche piano più alta.
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