Ai nostri microfoni la bandiera bianconera dei primi anni 2000, Valerio Bertotto, ha fatto il punto della situazione in casa in Udinese.

La partita con il Verona: “Non è stata una bella partita, ero a vederla, ho visto un bel Verona, sta facendo un ottimo campionato, gioca un calcio un po’ particolare, perché non ha punte di ruolo. Adatta molti centrocampisti nella fase offensiva. È stata una partita abbastanza noiosa da questo punto di vista. Forse qualcosina in più in termini di azione pericolosa l’ha creato il Verona, però poi per contro ti chiedi se sia meglio portarsi a casa il punto o rischiare. È un punto che muove, ma muove un po’ poco, bisogna aumentare i giri del motore per staccarsi dal fondo”

Ci si chiede se non si possa provare qualcosa di diverso dal 3-5-2: “Se giochi come gioca attualmente l’Udinese, con quello che è fondamentalmente un 5-3-2, devi fare in modo che i difensori e i due esterni ti portino in superiorità numerica a centrocampo, in modo da poter sfruttare l’ampiezza con i quinti. Altrimenti quando dai palla ai quinti si torna indietro. Il Verona sfrutta molto l’ampiezza, perché ha tre attaccanti teorici, che tengono molto bene le catene, soprattutto quella di sinistra. Nell’Udinese i centrocampisti dovrebbero attaccare molto di più la profondità. L’Udinese ha un progetto tecnico ben definito, il 3-5-2, quindi vengono comprati giocatori funzionali a quel gioco lì, cambiare qualcosa è difficile”

Il Verona ha giocato una partita ottima secondo Juric: “Loro venivano dalla partita giocata e vinta con la Juventus, sono stati sottoposti a un grande stress fisico e mentale, perché poi la stampa parla tanto di te e se non sei abituato a certi livelli qualcosa nella partita dopo la puoi perdere. Hanno perso effettivamente qualcosina, giocando però comunque bene”

Questa squadra non segna: “La fase realizzativa è un elemento importante, le partite si vincono facendo gol, non prenderli va bene, ma con 34 pareggi vai in B. Il concetto è che bisogna cercare di avvicinarsi il più possibile all’area avversaria, riempirla il più possibile. In un anno un po’ difficoltoso, quando magari gli attaccanti faticano a raggiungere l’optimum in termini di gol, qualcuno ci deve mettere una pezza, spesso sono i centrocampisti, talvolta i difensori. Per esempio Fofana mi piace molto, è uno di quelli che può iniziare a segnare, in un processo di crescita, deve imparare quando tirare, quando passarla, scegliere l’opzione migliore insomma”

Torna qualche fantasma per quanto riguarda la lotta retrocessione: “Da calciatore ho vissuto più di una volta questa situazione. L’importante è guardarsi indietro, avere la percezione del pericolo. Perché se ti senti troppo tranquillo aprire gli occhi a un millimetro dal pericolo può essere troppo tardi. Quindi tranquillità ok, ma c’è da tenere le antenne dritte”

Sezione: Focus / Data: Lun 17 febbraio 2020 alle 21:33
Autore: Davide Marchiol
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