Ai nostri microfoni Luigi De Agostini, storico ex giocatore di Udinese e Juventus, ci ha parlato della situazione in casa bianconera e anche in casa Pordenone, dove gioca suo figlio Michele.

La vittoria sul Cagliari: “In queste partite io guardo soprattutto al risultato, quando vieni da periodi così così l’importante è vincere, il come poco importa, soprattutto anche con questa classifica, dove dietro all’Udinese ci sono squadre che giocano e che lottano fino alla fine. Ho visto il Lecce che perdeva 3-0 e ha tenuto la partita viva fino alla fine. L’Udinese dovrà migliorare la continuità, se riesce a trovarla penso che non avrà alcun problema”.

I problemi che restano in casa bianconera: “Secondo me l’unico equivoco da risolvere, e dovrà farlo la società, è capire se Gotti vuole fare veramente il primo allenatore, perché ha sempre detto che vuole fare il secondo, i calciatori a mio parere risentono un po’ di questa situazione. La discontinuità di questi ragazzi non si capisce da dove derivi, ho visto partite come quella con il Milan dove l’Udinese ha giocato bene, alternate ad altre dove sono arrivate imbarcate. In tutte le partite si può vincere o perdere, ma conta come si perde, l’atteggiamento che si mette in campo. L’impressione è che questa squadra tiri fuori tutte le sue qualità quando è con l’acqua alla gola”.

Un Pordenone che sta stupendo tutti, guidato da un mister come Tesser con tanta esperienza alle spalle: “Tesser è un allenatore esperto, che ha trovato un gruppo esperto ed è riuscito a valorizzarlo ulteriormente. Il compito dell’allenatore è riuscire a fare meno danni possibile, Tesser ci sta riuscendo dando anche un valore aggiunto. In alcuni elementi il Pordenone si sta esprimendo già al massimo, in altri, che magari hanno perso qualche partita per infortunio, ci sono ancora margini di crescita. Ho parlato con mio figlio pochi giorni fa, lui come i suoi compagni sono tutti concentrati a fare innanzitutto i punti che servono per la salvezza, quindi piedi per terra, perché per una squadra che è alla prima annata in cadetteria dopo novant’anni di storia l’importante è mantenere la categoria. Quindi ben venga un bottino importante in questo periodo, per avere un buon margine quando ci saranno magari momenti più duri”.

Suo figlio Michele guida il gruppo: “È una grande soddisfazione, Michele si è fatto da solo, ha fatto tutte le categorie dei dilettanti, poi è approdato presto alla Triestina per giocare tanti anni per esempio a Prato. Non ha mai mollato e ora il premio è il ritorno in Serie B a 36 anni”.

Il progetto dell’academy: “A Savorgnano stiamo costruendo la nostra academy, la De Agostini academy, stiamo facendo il campo, si chiamerà Credifiuli Arena. All’interno di questa struttura stiamo costruendo campo e spogliatoi, una struttura multifunzione per le associazioni, dove tutti potranno venire anche a vedere come lavoriamo. Vogliamo dare la possibilità ai bambini che vogliono iniziare l’attività calcistica di farlo in modo ludico”.

Una piccola fantasia in chiusura, può il Pordenone fare un percorso simile all’Udinese di Giacomini? “Non so se possa essere possibile una similitudine tra il Pordenone e l’Udinese di Giacomini. Quello che posso dire è che lo spirito che si respira nello spogliatoio è simile, è i grandi obiettivi nascono nello spogliatoio, spesso i giocatori quando c’è uno spirito del genere addirittura si sostituiscono all’allenatore quando c’è un problema da risolvere”.

Sezione: Focus / Data: Mer 25 dicembre 2019 alle 08:00
Autore: Davide Marchiol
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