Nonostante tutto, eccola di nuovo! Sospesa a febbraio scorso la stagione 2019-2020 causa Covid, questo fine settimana inizia la serie A2 2020-2021. La crisi pandemica è piombata al settimo anno, davvero puntuale, dalla riforma 2013 che ha tolto alla categoria lo status professionistico. Ora, dopo A maschile, A1 e A2 femminili partite ai primi di ottobre, fra tutte le criticità da coronavirus si rimette in moto il massimo campionato dilettantistico della pallacanestro italiana. Del Friuli Venezia Giulia, rappresentato in A solo dall'Allianz Pallacanestro Trieste, ne fa parte la sola Old Wild West Apu Udine. Introduce la nuova avventura dell'A2 nazionale coach Stefano Pillastrini di stanza in quest'annata alla Gesteco Ueb Cividale, neonata da una costola dell'Apu dopo il divorzio in giugno fra patron Alessandro Pedone e il suo ex gm Davide Micalich, artefici in otto stagioni del salto triplo dalla Dnc all'A2, appunto. Pillastrini, pur alla guida dei ducali nella B che sarà al via nel week end del 28-29 novembre prossimi e non nuovo a salti tripli di categoria come a Montegranaro che così portò per la prima volta in A nel 2006 subito dopo la sua parentesi arancione alla Snaidero Udine nel 2002-2003, è allenatore del tutto di casa ai piani superiori rispetto alla cadetteria.
Coach Pillastrini, non bastasse il mistero agonistico che c'è nello sport, è al via un'A2 “virale”.
“La pandemia ha cambiato il mondo. Tutta la vita e la società sono piene di incertezze. Programmare è complicato, figurarsi quindi un campionato. Diciamo che si naviga a vista. E' difficile prendere decisioni, soprattutto condivise”.
Si naviga tanto a vista che la Lega nazionale pallacanestro, non più tardi di martedì scorso, ha tenuto una videoconferenza con le società di A2, al via questo fine settimana, e di B, il prossimo.
“L'evoluzione degli eventi è tanto frenetica e, purtroppo, comporta che le carte in tavola cambino da un giorno all'altro. Dobbiamo abituarci a decisioni delle istituzioni, statuali e non, a lockdown o ad altri protocolli (Ravenna e Pistoia del girone rosso di A2 sono al vaglio delle Aziende sanitarie locali per casi di Covid con altri possibili vicende del tipo Juventus-Napoli anche nel basket come nella serie A di calcio, ndr) che condizionano le scelte pure nella pallacanestro. A prescindere dalle questioni tecniche, tattiche od organizzative dobbiamo imparare a convivere con la pandemia”.
E la Lnp ha concesso anche un extratime, fino a giovedì scorso, per potere rinunciare alla categoria senza penalizzazioni o sanzioni riposizionandosi in altri campionati inferiori la prossima stagione. Ne ha approfittato solo Matera in B con proposta di ripescaggio a Monopoli, prima in lista d'attesa.
“Non so quale fosse il termine di scadenza, ma pare proprio così”.
In A2 si vociferava di aria di secessione dalla Sicilia, anche perché inserita nel girone Nord.
“Sono in contatto con Trapani (Powell, già pivot dell'Apu, ha lasciato la squadra e dunque Udine non se lo troverò di fronte, ndr), dove mio figlio Simone allena nelle giovanili, e non ho mai sentito qualcosa del genere. Del resto, il presidente Basciano, che guida anche la Lnp, lo avrebbe detto. Non mi risulta pure per Capo d'Orlando, anche se non lo so direttamente”.
Quindi, l'A2 è al via con ventisette squadre suddivise in due gironi, verde e rosso.
“E' già successo, anche in A di recente, che campionati siano cominciati a numero dispari di squadre senza ripescaggi. Non mi piace, ma viene accettato”.
Perché non ti piace?
“Non mi piace ci sia il turno di riposo, che si creino situazioni per le quali i cestisti non giocano”.
Il girone verde di A2, che è quello con Udine, è a quattordici squadre: oltre alle due siciliane Trapani e Orlandina, anche con Orzinuovi, Treviglio, Tortona, Biella, Casale Monferrato, Torino, Mantova, Verona, Piacenza, Urania Milano e Bergamo. E' un vantaggio, dunque.
“Non lo so, forse è ininfluente. Non c'è la seccatura del turno di riposo. A causa della pandemia però, forse ci saranno partite spostate e il riposo apre alla possibilità di giocare i recuperi (l'A2, fra l'altro, parte dalla terza d'andata: domenica a Mantova per l'Apu, che recupererà la prima a Bergamo l'8 dicembre e la seconda con Piacenza il 17 febbraio dell'anno prossimo al Carnera, ndr)”.
Difatti, nella videoconferenza Lnp del 17 novembre si è parlato di calendario subordinando l'effettuazione della Coppa di A2 e dell'intricata fase a orologio prima dei play-off e dei play-out a quante saranno le gare rinviate di stagione regolare, si fa per dire, da recuperare.
“Mi risulta che sia stato l'argomento principale della riunione”.
Parliamo un po' di quel che, intanto, è successo sul parquet. Alla Finale eight di Supercoppa, primo evento agonistico dell'A2 che ha fatto slittare l'inizio del campionato dal 15 al 22 novembre per focolai Covid soprattutto a San Severo, c'era più girone rosso che verde di stagione regolare. Di quest'ultimo, oltre all'Oww, c'erano Torino e Urania Milano; dell'altro, Scafati, Forlì, Ferrara, Rieti e Cento, questa per la verità società organizzatrice e non eletta dai gironi di qualificazione.
“Dunque, alla fine erano quattro squadre qualificate di un girone della prima fase di A2 e tre dell'altro. La Supercoppa, perciò, non aiuta a chiarirsi le idee sul livello del campionato. Anzi, per me addirittura le squadre più forti sono quattro del girone verde, cioè Torino, Tortona, Udine e Verona, e tre del rosso, ossia Napoli, Forlì e Scafati. Con Torino sopra a tutte le squadre”.
La Supercoppa, però, l'ha vinta Scafati in finale su Forlì, che ha eliminato Udine subito nei quarti. Torino era l'unica del girone verde di A2 in semifinale, dove i campani hanno faticato a battere Ferrara, che era senza stranieri, prima di aggiudicarsi con merito il trofeo.
“In genere i risultati del precampionato non vanno mai presi per oro colato, in particolare poi quelli di una prestagione come questa (l'Apu, che debutta domenica a Mantova in A2, dunque non dorma sugli allori del 58-67 con cui è passata in casa virgiliana nella prima giornata del girone di qualificazione della Supercoppa). Verona non ha giocato la Final eight di Supercoppa, altre squadre sono state alle prese con casi di Covid in formazione”.
Coronavirus che sarà l'incognita in più di questa stagione di A2.
“Sarà un campionato particolarissimo. Prima di tutto, bisognerà essere tolleranti nelle valutazioni delle performance, che saranno condizionate da fattori incontrollabili. Si gioca, è giusto tenere in piedi i campionati, ma le condizioni agonistiche già di per sé aleatorie con la pandemia in atto saranno imprevedibili all'ennesima potenza. Dunque, ci vorrà attenzione nelle valutazioni. Si dovrà essere molto bravi a gestire le emergenze. Ogni squadra avrà il compito di rimanere lucida e determinata, anche nei momenti di eventuali down”.
Da allenatore hai fatto poker in B vincendola ogni volta che l'hai affrontata. In A2 hai all'attivo tre promozioni in A1 con Montecatini nel 1999, Montegranaro nel 2006 e Varese nel 2009. Come si fa a vincere il campionato in questa categoria?
“E' un torneo che ho fatto e vinto spesso. Anche a Treviso, pur non ottenendo formalmente la promozione per la riforma della Legadue Silver in Gold, abbiamo lavorato per vincere il torneo sul campo riuscendoci. Sono orgoglioso e contento di quanto fatto. Per vincere durante la stagione bisogna emergere senza mai deprimersi. E' un campionato lunghissimo, senza scorciatoie: dopo la stagione regolare, ci sono i play-off. Più di tutto fa la differenza farsi trovare pronti al momento cruciale. Non bisogna pensare soltanto a vincere domani, ma avere un occhio alla vittoria costruendo nel contempo situazioni solide, compattarsi in vista dei play-off quando si giocheranno tre o quattro gare in una settimana, mentre in stagione regolare se ne disputa una ogni sette giorni. Bisogna farsi trovare in buona posizione per giocare al top quaranta o cinquanta giorni: pronti nel momento cruciale, ripeto, consiglio che vale per vincere tutti i campionati”.
Due promozioni a fine stagione dall'A2, ma si parla di blocco delle retrocessioni dalla A.
“E' un'idea molto particolare che non mi entusiasma, anche se per noi allenatori sarebbe una comodità. Non fa parte della nostra cultura sportiva giocare senza avere obiettivi di classifica. Le squadre che non competono per il vertice ricorrono a trucchetti e non hanno la giusta carica agonistica. Si adattano alla situazione se non hanno bisogno dei due punti. Vista la stagione complicata in partenza, il blocco delle retrocessioni una tantum però va tenuto nella dovuta considerazione e approfondito, anche se non ho le idee chiare in proposito”.
Viceversa, saranno tre le retrocessioni dall'A2 e quattro le promozioni dalla B per riportare l'organico del massimo campionato dilettantistico a 28 squadre nel 2021-2022.
“E' un discorso prematuro. Viviamo un momento particolare, bisogna vedere chi resisterà e chi rinuncerà. La mancanza di incassi, perché si gioca senza pubblico, è un problema dal punto di vista economico. Anche i soldi degli sponsor non sono scontati. Finita, si spera, l'anno prossimo la pandemia, promozioni e retrocessioni saranno condizionate da tutta questa fase critica”.
Anche l'andamento a singhiozzo della A forse dimostra che è arrivato il momento per una riforma di categorie, campionati e formule della pallacanestro italiana.
“E' tutto complicato e aleatorio, ma non è questo il periodo per attuarla. Vanno studiate le regole per un cambiamento radicale. Le decisioni da prendere non possono essere che a lungo termine”.
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