Nell'estate del 1983, l'Udinese era sul punto di firmare un contratto con l'icona brasiliana. Zico era stato contattato anche da Roma e Juventus, quindi c'è stato uno shock generale quando il fantasista del Flamengo ha deciso di unirsi all'Udinese.
La Federcalcio italiana si è opposta all'operazione ritenendo che il trasferimento fosse troppo costoso per un giocatore straniero, soprattutto per una squadra come quella friulana. Questo ha fatto inalberare i tifosi dell'Udinese, che si sono ammassati in centro città alzando cartelloni che sono rimasti nella storia, tra cui quello con la scritta “O Zico o Austria”. La minaccia potrebbe essere stata satirica, anzi sicuramente lo era, ma non è stata priva di risonanza storica e politica.
Lo striscione era ovviamente una provocazione. Nessuno in realtà pensava alla secessione dall'Italia all'Austria se Zico non avesse firmato. Questo nonostante molti si considerino friulani prima che italiani.
Sappiamo bene come Udine sia da sempre crocevia di culture e popoli diversi, grazie al vicino confine con l'Austria a nord e con la Slovenia a est,. Nel XV secolo era una repubblica veneziana e successivamente ha fatto parte dell'impero austriaco. L'orgoglio di essere originario del Friuli, la regione in cui si trova Udine, per un friulano tifoso dell’Udinese spesso vince sull'orgoglio di essere italiano. Per gran parte della popolazione, il friulano è la lingua madre. Alcuni in passato hanno sostenuto un Friuli più autonomo o addirittura indipendente in linea con i confini storici, come ipotizzato da alcuni personaggi politici e studiosi del passato.
L'episodio di Zico racchiude l'orgogliosa identità dell'Udinese. La federazione alla fine cedette e l'uomo soprannominato il "Pelé bianco" firmò per i bianconeri, lasciando in delirio migliaia di persone. L'arrivo di un giocatore così prestigioso è stato un grande colpo a livello nazionale e un giornalista ha persino paragonato la mossa a "montare il motore di una Ferrari in una Volkswagen".
Nonostante non sia riuscito a sollevare trofei durante i suoi due anni in Friuli, Zico è diventato una leggenda in casa dell'Udinese, segnando 57 gol in 79 presenze. Altri, come Oliver Bierhoff e il capocannoniere del club Antonio Di Natale, dopo di lui hanno preso il suo posto, ma, per i tifosi, il loro club trascende i risultati di ogni singolo giocatore.
La Federcalcio italiana si è opposta all'operazione ritenendo che il trasferimento fosse troppo costoso per un giocatore straniero, soprattutto per una squadra come quella friulana. Questo ha fatto inalberare i tifosi dell'Udinese, che si sono ammassati in centro città alzando cartelloni che sono rimasti nella storia, tra cui quello con la scritta “O Zico o Austria”. La minaccia potrebbe essere stata satirica, anzi sicuramente lo era, ma non è stata priva di risonanza storica e politica.
Lo striscione era ovviamente una provocazione. Nessuno in realtà pensava alla secessione dall'Italia all'Austria se Zico non avesse firmato. Questo nonostante molti si considerino friulani prima che italiani.
Sappiamo bene come Udine sia da sempre crocevia di culture e popoli diversi, grazie al vicino confine con l'Austria a nord e con la Slovenia a est,. Nel XV secolo era una repubblica veneziana e successivamente ha fatto parte dell'impero austriaco. L'orgoglio di essere originario del Friuli, la regione in cui si trova Udine, per un friulano tifoso dell’Udinese spesso vince sull'orgoglio di essere italiano. Per gran parte della popolazione, il friulano è la lingua madre. Alcuni in passato hanno sostenuto un Friuli più autonomo o addirittura indipendente in linea con i confini storici, come ipotizzato da alcuni personaggi politici e studiosi del passato.
L'episodio di Zico racchiude l'orgogliosa identità dell'Udinese. La federazione alla fine cedette e l'uomo soprannominato il "Pelé bianco" firmò per i bianconeri, lasciando in delirio migliaia di persone. L'arrivo di un giocatore così prestigioso è stato un grande colpo a livello nazionale e un giornalista ha persino paragonato la mossa a "montare il motore di una Ferrari in una Volkswagen".
Nonostante non sia riuscito a sollevare trofei durante i suoi due anni in Friuli, Zico è diventato una leggenda in casa dell'Udinese, segnando 57 gol in 79 presenze. Altri, come Oliver Bierhoff e il capocannoniere del club Antonio Di Natale, dopo di lui hanno preso il suo posto, ma, per i tifosi, il loro club trascende i risultati di ogni singolo giocatore.
Con Zico in squadra, i tifosi dell’Udinese hanno fatto bingo, anzi di più, hanno trovato un bonus bingo senza deposito: è stato bello giocare con la fantasia, senza dover depositare o spendere altro se non il biglietto d’ingresso. Sulla ruota di Udine, le cartelle erano le giornate di campionato e Coppa Italia e i numeri estratti erano i gol di Zico, che arrivavano costanti come nel gioco del bingo, in due anni quasi 60, per la gioia di tutti i tifosi.
Già, i tifosi. Difficile dirlo con certezza, ma secondo molti di loro un periodo storico in cui c'era grande entusiasmo è stato proprio quando Zico ha giocato per l'Udinese. In quegli anni lo stadio era sempre pieno con circa 40.000 tifosi, un numero enorme per una città di soli 100.000 abitanti. Un altro periodo di successo è stato negli anni '90, quando l'Udinese si è qualificata per l'Europa per la prima volta nella sua storia ed è arrivata terza in Serie A nella stagione 1997-98.
E’ difficile per un tifoso legarsi a singoli giocatori, gli atleti vanno e vengono, il club resta nel cuore dei supporters, con i colori e la maglia. Per questo motivo, non esistono cori per i singoli giocatori dell’Udinese, Zico incluso. Per molti altri tifosi non è così, e ovviamente Di Natale è considerato un simbolo dell'Udinese e lo è stato per più di 10 anni.
Essere tifoso dell'Udinese è amare i colori della squadra e difenderli ovunque, amare e onorare la terra di appartenenza e le sue tradizioni, impegnarsi costantemente per migliorare il gruppo e il supporto alla squadra, per diventare davvero il dodicesimo uomo in campo, e per sostenere il team con passione e orgoglio.
L'Udinese, oltre ad essere la squadra della città di Udine, è considerata anche la squadra che rappresenta la regione del Friuli, è un simbolo del suolo glorioso da cui la tifoseria ha origine. L'orgoglio friulano è diffuso all'interno del seguito dell’Udinese. Si vede quasi sempre la bandiera del Friuli, un'aquila gialla su sfondo blu, sventolare allo stadio.
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