Parla mister Stramaccioni e Arta Terme si ferma. Il tecnico bianconero nell'affollata sala conferenze del Gran Hotel Gortani ha fatto il punto della situazione in casa bianconera dopo dieci giorni di ritiro.
Ci sono già delle convinzioni su questa squadra? Come la difesa a tre?
"Sicuramente devo premettere che ho trovato un gruppo molto predisposto al lavoro e di questo va dato merito a chi mi ha preceduto. Ogni allenatore poi ha le proprie idee. Credo che uno dei punti di forza di questo team sia la base dei tre difensori centrali che hanno caratteristiche ben precise e hanno già dimostrato il loro valore in serie A. Chiaro che dobbiamo creare alternative all'altezza anche alle loro spalle".
Capitolo Muriel: come lo hai trovato? Il colombiano necessità maggiori attenzioni?
"Tutti hanno bisogno di attenzioni. Con Luis sono stato chiaro e diretto fin da subito. Sa quanto lo stimo e sa anche che deve dimostrare il suo valore in campo. Lo vedo molto responsabilizzato, sta lavorando duramente. Il giudizio viene rimandato, ma resto fiducioso".
Qual è stata le prime impressioni su Guilherme?
"In questa operazione c'è stata piena sintonia con Gino Pozzo, Giaretta e Carnevale nella selezione del giocatore. L'Udinese aveva adocchiato il profilo di questo ragazzo prima degli altri e io lo conoscevo. I nostri giudizi sono coincisi e il resto è storia. Non voglio creare aspettative esagerate, ma nel nostro centrocampo le caratteristiche del brasiliano potranno essere utili".
I portieri sono tanti. Esiste una gerarchia?
"In questo momento ne ho cinque a disposizione e il sesto, Karnezis, è in arrivo. Tra questi vi ricordo che c'è Meret, un ragazzo di grande prospettiva. In quel ruolo ovviamente non potremo partire con cinque elementi. Mi prenderò il tempo necessario per decidere quali saranno i tre destinati ad affrontare la stagione".
Scuffet: ha sorpreso la sua decisione?
"Il mio compito è proteggere i miei calciatori e quindi il mio suggerimento è di lasciarlo lavorare in pace per un po' di tempo. Metterei un punto definitivo sulla vicenda dopo le ultime dichiarazioni di Giaretta e del ragazzo per chiudere qui la storia. Per un ragazzo di 18 anni non è facile scendere in campo a grandi livelli con questa aspettativa mediatica".
Cosa necessita il centrocampo?
"Il centrocampo credo sia il reparto che merita più attenzione e più studio da parte mia sia per un motivo numerico (deve arrivare ancora Badu) sia per l'uscita di Pereyra (che potrebbe lasciare uno spazio aperto a un'altra figura). Dobbiamo riparlarne più avanti. A me interessa disporre di giocatori con caratteristiche complementari".
Regista basso o trequartista alto?
"Intanto sto cercando di lavorare per avere un riferimento di qualità nei tre centrali di centrocampo per non lasciare l'onere della costruzione del gioco alla linea difensiva e, quindi, per evitare ai tre difensori di ricorrere a soluzioni forzate. Questo dovrebbe alleggerire la pressione sulla retroguardia. Nell'Inter provai questa soluzione con Kovacic dopo l'infortunio occorso a Stankovic. Proverò a riproporre la stessa situazione anche qui. Mi serve un punto di riferimento con le caratteristiche di impostazione per togliere pressione ai difensori. Può essere un mediano basso o un interno. L'incastro dipende dalla composizione della squadra".
In ritiro ci sono oltre 40 giocatori al momento, ma le assenze di Basta e Pereyra si faranno sentire?
"Rimando queste valutazioni al 31 agosto. E' innegabile che ci hanno lasciato due giocatori importanti, ma è altrettanto vero che altri profili sono maturati in casa e che l'Udinese si sta muovendo sul mercato. Siamo work in progress: non faccio nomi, ma vi dico solo che Gino Pozzo sa esattamente cosa serve a questa squadra e che farà la scelta migliore. L'Udinese ha una filosofia societaria ben definita e a livello europeo è un top selling club. Inoltre l'obiettivo prioritario, ovvero il mantenimento della categoria, è sempre stato centrato nel corso degli anni. Io stesso ho chiesto alla società di integrare nel ritiro in Carnia anche elementi della Primavera, perché provengo da mondo del settore giovanile e conosco queste dinamiche. Sono contento che ragazzi come Jaadi e Bochniewicz si stiano allenando con noi, perché quando ci sarà bisogno di loro sapranno già cosa voglio".
Muriel largo a sinistra è un'ipotesi per sfruttare le sue qualità nell'uno contro uno?
"Al colombiano riconosco qualità innate, ma non dimentichiamoci che il nostro attacco ha in Antonio Di Natale il miglior realizzatore del campionato italiano. Luis ha un grande maestro da cui prendere esempio anche per come relazionarsi in un reparto offensivo. Con le due punte di ruolo gli attaccanti possono stare più vicini alla porta, con tre terminali, invece, Luis rimarrebbe più lontano".
Muriel e Di Natale possono giocare assieme anche a tre?
"No, ma dipende dall'interpretazione della gara e dalla composizione della squadra. Certamente Muriel non è un attaccante esterno".
Cosa aspettarsi ancora da Totò?
"Il capitano ha sempre lasciato parlare i numeri. Si è presentato al raduno in grande forma e si comporta da leader. Insieme a Domizzi e Pinzi crea la memoria storica del club, molto importante perché fa capire cosa significa giocare con la maglia dell'Udinese. Totò è il nostro trascinatore e il nostro capitano, mi aspetto quello che sa fare".
Una base italiana su cui lavorare in campo è importante?
"Ho trovato uno spogliatoio con elementi cardine che ho appena elencato e che costituiscono una base italiana. Qualche problema potrebbe nascere in un contesto con una leadership senza una forte identità, che qui invece c'è. I giovani prendono ad esempio i senatori e qui questi sono affidabili".
Il percorso di studio è stato utile nello sviluppo della carriera? E il fatto di non avere figli in mezzo a tanti ragazzi ti fa sentire uno di loro?
"L'apertura mentale è certamente importante, ma non vuole dire che chi non ha conseguito una laurea abbia qualcosa in meno. In merito alla seconda domanda, mi sono dato da fare e se Dio vuole entro fine anno sarò papà".
Autore: Francesco Digilio / Twitter: @@FDigilio
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