Lunedì 12 novembre le 20 società di serie A (con qualche reticenza del Chievo Verona) hanno trovato un accordo per la redistribuzione dei proventi televisivi da ratificare il 19 novembre. Un peso minore ai criteri extrasportivi, quali il numero dei sostenitori e degli abitanti della città e un peso superiore ai risultati sportivi. Secondo una stima del sole24ore la forbice andrebbe dai 100 milioni abbondanti riconosciuti alla Juventus ai 24 per il Pescara. Un rapporto 5:1 ancora, oggettivamente grande.

Soltanto in Spagna troviamo una situazione più sfavorevole per i club che fanno miracoli per sopravvivere al cospetto dello strapotere di Barcellona e Real Madrid. In Germania ad esempio il Bayern Monaco non riceve più del doppio dell'ultima in classifica mentre in Francia il Psg dovrà cercare rifornimenti esterni più che fondi dalle pay-tv per sostenere il tutto.
Il campionato più virtuoso resta la Premier League che pur essendo il campionato che distribuisce più soldi da diritti televisivi comprende le prime 20 squadre in un rapporto di 1,5:1. Un modello vincente che redistribuisce il 50% in parti uguali, il 25% in base alla classifica e il restante 25% in base al numero di volte che la squadra andrà live. 

Ed Thompson, sul sito financialfairplay.co.uk osserva che "nonostante il piatto italiano sia inferiore del 22% rispetto alle entrate TV della Premier League, la Juventus riceve 27,4 milioni di Euro in più del Manchester City. AC Milan ha ricevuto 12,5 milioni di Euro in più dei club di Manchester. I club posizionati fra la 3a e la 6a posizione ricevono circa la stessa per le due leghe. La vera disparità è nelle squadre  dal 7 ° posto in giù: il Wolves riceve il doppio dei ricavi  TV rispetto alla più bassa in Italia e la metà delle italiane riceve circa 21,1 milioni di Euro a stagione in meno delle loro controparti inglesi"

Il problema era già stato sollevato ragionando sul Watford (Link: Facciamo i conti in tasca al Watford) e si ripropone per l'Udinese che a fronte di un terzo posto deve accontentarsi di un assegno di 40 milioni. La meritocrazia viene completamente affossata dal bacino d'utenza limitato per la squadra friulana e dalla storia degli ultimi 50 anni ed è un problema per le squadre che devono affrontare le competizioni europee. La miglioria apportata in assemblea, una specie di contentino per le piccole medio-squadre, non può bastare per ridare lustro e competizione al nostro campionato. Sicuramente non può bastare ad una squadra come l'Udinese, costretta ad affrontare le coppe Europee con mezzi limitati a causa di questa divisione poco equa. Basterebbe un modello all'inglese per disporre in un triennio di circa 100 milioni di euro. Una gestione oculata come quella dei Pozzo se li farebbe bastare certamente per costruire una squadra di livello assoluto.

 

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 16 novembre 2012 alle 00:01
Autore: Davide Rampazzo / Twitter: @Davide_Rampazzo
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