Mamma mia quanto manca Gerard Deulofeu all'Udinese. E non parlo dei mezzi tecnici, per quelli Samardzic riesce a sopperire alla sua assenza (anche se pensandoli insieme in campo in bianconero vengono i brividi). ma del carisma. Ci sono quei giocatori che sono troppo importanti per una squadra, non per quello che fanno con la palla tra i piedi ma per come trasformano i compagni, come regolano lo stato d'animo del gruppo. Un esempio? Ibrahimovic al Milan. Ecco senza scomodare paragoni tecnici, Deulofeu ha assunto questo ruolo nell'Udinese. 

"È chiaro che sono arrabbiato. Posso capire se giochi male, ma non accetto l'atteggiamento con cui si scende in campo. Ci vuole una mentalità assassina, la Juventus non può arrivare qua e vincere 0-3: non deve mai succedere". Ditemi voi se queste non sono parole di uno che (per ora solo metaforicamente) ha la fascia sul braccio. Ma sei stato dentro negli spogliatoi? No, le ha dette in diretta tv, in chiaro alle 21:30. Parole forti, di un uomo che si è calato perfettamente nella realtà di Udine. 

Questo è quello che serve ai bianconeri in questo momento: fame. La fame di chi non vede il rettangolo verde da quasi 9 mesi, di chi ha visto terminare la sua seconda giovinezza in un tiepido pomeriggio di novembre. Deulofeu è il capitano senza fascia dell'Udinese e così deve essere. Non me ne voglia Walace, anzi non è mia intenzione sminuire la sua leadership, ma lo spagnolo ha quel qualcosa in più che lo rende carismatico ma non autoritario, grintoso ma non fuori dalle righe, trascinatore ma non presuntuoso. 

In attesa di rivederlo con gli scarpini allacciati, Deulofeu deve essere l'ombra di Sottil. Il cosiddetto giocatore-allenatore, che ha quel rapporto da compagno che il tecnico non riesce a instaurare e, quindi, che può permettersi di dire e fare determinate cose che solo lui può. Ci manca? Sì. È assente? Assolutamente no, e il gruppo lo sa. 

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 22 agosto 2023 alle 07:00
Autore: Alessandro Vescini
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