C’è stato un attaccante che ha saputo sicuramente scrivere numeri importanti nella storia dell’Udinese, uno degli italiani più importanti lanciati dalla società friulana negli anni Duemila. Stiamo parlando di Vincenzo Iaquinta, uno di quei giocatori che ha spiccato il volo da Udine verso sia la Champions League che il Mondiale.
Iaquinta, in fondo, è riuscito a farsi apprezzare con ogni allenatore che ha avuto, ma è abbastanza evidente che avesse con Spalletti un feeling del tutto particolare, dato che il tecnico toscano è quello che l’ha aiutato di più nella crescita sia a livello tecnico che mentale.
Iaquinta: Di Natale e Trezeguet i due più forti con cui ho giocato
È stato proprio Iaquinta a mettere in evidenza, in un’intervista di qualche tempo fa, come il periodo a Udine sia ricco solo di tanti bei ricordi. Svelando anche chi sono, secondo lui, i due attaccanti più forti con cui ha condiviso il rettangolo di gioco: ha avuto pochi dubbi nel rispondere in modo estremamente celere, facendo i nomi di David Trezeguet quando giocava alla Juve, ma soprattutto di Totò Di Natale, bomber che ha scritto pagine di storie indelebili e record su record nella storia del club friulano, sottolineando come quest’ultimo fosse uno dei più forti mai visti dal punto di vista tecnico.
E, nello sciorinare i momenti migliori della sua carriera, ha inevitabilmente parlato anche del Mondiale 2006, una delle esperienze più belle di tutta la sua carriera e, probabilmente, anche della sua vita. Merito anche, come ha da poco ribadito uno dei suoi compagni in azzurro, Simone Perrotta, in un’intervista rilasciata a L’Insider, del mister Marcello Lippi, che è stato bravissimo a fare da scudo a tutti i giocatori, facendoli sentire importanti, dal primo all’ultimo. Proprio il tecnico viareggino ha individuato l’ex ariete dell’Udinese come sostituto di Christian Vieri: avrebbe voluto convocare Bobo, ma il suo infortunio lo tolse dai giochi poco prima della manifestazione in terra tedesca. Così, arrivò la grande occasione di Iaquinta, che battezzò subito il Mondiale in modo eccezionale, con il gran gol che chiuse i giochi nella partita inaugurale contro il Ghana. Da ricordar anche la prestazione nel supplementare contro la Germania, molto importante per l’esito finale, soprattutto nell’azione che ha portato al calcio d’angolo da cui è scaturito il gol di Grosso.
Calciopoli e quella spinta invisibile per compattare il gruppo degli azzurri
Anche Iaquinta ha sempre messo in evidenza come la vicenda relativa a Calciopoli abbia, di fatto, portato il gruppo azzurro a cementarsi in maniera speciale, volendo rispondere sul campo a tutte quelle critiche. Durante il raduno a Coverciano, prima di partire per la Germania c’era anche chi avrebbe voluto che gli azzurri si ritirassero dai giochi, proprio per via di quella situazione.
E ci fu un momento che le polemiche, critiche e le voci riuscirono quasi a mettere ko anche mister Lippi, che però deciso di abbandonare una volta terminata l’esperienza del Mondiale. E, da lì, il gruppo diventò ancora più forte.
Era ben chiaro a tutti come l’Italia partisse assolutamente con gli sfavori del pronostico nelle scommesse calcio, al punto tale che erano ben in pochi i bookmaker che inserivano gli azzurri nel lotto delle favorite. Eppure, il gruppo azzurro fu in grado di sconfessare un po’ tutti quelli che seguivano quella linea di pensiero, zittendoli e andando contro qualsiasi previsione. Erano in tanti gli addetti ai lavori che avevano frettolosamente qualificato come “bolliti” la maggior parte degli azzurri, compreso il tecnico Marcello Lippi. E gli attacchi gratuiti, soprattutto ai componenti di quella rosa che giocavano nella Juve, come Cannavaro, Del Piero, Buffon e Zambrotta, si sprecavano. C’era chi chiedeva a gran voce la loro “testa”: da grandi campioni, loro come gli altri, hanno risposto nell’unico modo che hanno sempre conosciuto, sul campo.
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