UDINE. Mercoledì sera uscendo da San Siro Totò Di Natale era uno dei bianconeri più contenti. Non era stato protagonista in campo ma era felice per la prestazione della squadra capace di vincere a San Siro arrivando in semifinale di Coppa Italia e prendendo una bella iniezione di fiducia in vista della corsa per la salvezza. Il capitano è sicuramente tra i più consapevoli della delicatezza del momento e l’ha dimostrato dopo la sconfitta con la Lazio quando è andato a parlare con gli ultrà.

Ruolo. Il capitano non è mai stato e non sarà mai un oratore, ma sa quando uno deve metterci la faccia e cercare di tranquillizare l’ambiente. Domenica lui l’ha fatto e a un certo punto di è addirittura messo a fare da paciere tra un tifoso che lo criticava («Di Natale ritirati») e uno che voleva prenderne le difese. «Stiamo calmi, conta solo la salvezza dell’Udinese».

Certo, poco più di un mese fa, dopo il ko con il Verona, non era stato molto tempista quando aveva anticipato i suoi propositi di ritiro a fine stagione, ma un errore glielo si può concedere (la stessa cosa aveva fatto Guidolin nel post-Torino).

Mercoledì sera a Milano è rimasto per tutta la partita in panchina e si è trasformato in allenatore in seconda incitando e consigliando i compagni che poi ha portato sotto la curva nella quale erano assiepati gli 80 tifosi bianconeri

Presenze. Di Natale non pretende più di giocare tutte le partite. Lo aveva detto chiaro e tondo alla società la scorsa estate al momento del rinnovo del contratto fino al 2015. Poi l’infortunio di Muriel lo ha di fatto costretto a fare gli straordinari pur non essendo in una condizione psicofisica ideale.

Certo, i test atletici dicono che i suoi dati sono addirittura superiori a quelli delle due ultime stagioni, ma come sempre a fare la differenza la fa la testa e Totò qualche problema di carattere familiare (le condizioni di salute del padre) lo hanno un po’ condizionato.

Numeri. Le critiche, invece, ci sono e vanno accettate. Certo, la difficile stagione dell’Udinese non è causata solo dalla mancanza di prolificità del capitano, domenica con la Lazio ha giocato una discreta gara ha fatto gol ma la squadra ha perso lo stesso.

Quando non ha giocato (Catania, Napoli, Inter r Milan) la ha raccolto due vittorie in Coppa Italia, un pareggio e una sconfitta segnando comunque sei gol e disputando sempre delle buone gare. Di Natale, però, è orgoglioso, sente di poter essere ancora decisivo e vuole riprendersi lo scettro.

L’obiettivo minimo sono la doppia cifra nella classifica marcatori (ora è a quota 5) e la top ten nella graduatoria dei bomber di sempre. Batistuta è tre tacche più sopra. Non fare attendere troppo, Totò.

Sezione: Notizie / Data: Sab 25 gennaio 2014 alle 21:00 / Fonte: Massimo Meroi per il Messaggero Veneto
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @Sbentivogli10
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