Alla fine solo due calci piazzati hanno potuto sconfiggere l'Udinese allo Juventus Stadium. Gli episodi arbitrali di Juventus-Udinese hanno deciso il match. Ciò che è da sottolineare non sono tanto gli errori quanto la sudditanza psicologica di Gavillucci. Diversità di trattamento, come sempre quando si affronta la Juve, che si evince da tanti piccoli dettagli. Uno su tutti, quando il guardialinee segnala una rimessa laterale per i friulani ma, dopo le proteste juventine, l'arbitro cambia idea. 

Gavillucci sembra essere lì ad aspettare l'occasione giusta per punire l'Udinese e favorire la Juve. Questa la nostra sensazione che deriva dagli episodi. Come quando Jankto crolla in area a seguito di uno spintone di Evra e Gavilucci autoritariamente dice di proseguire, allo stesso modo quando è Fofana ad inserirsi finendo a terra sempre su tocco del francese. Anche se il rigore ci fosse stato non lo avrebbe fischiato, ne siamo sicuri.

Eccola poi nel secondo tempo l'occasione servita sul piatto d'argento da De Paul che ingenuamente allarga la gamba all’interno dell’area su Alex Sandro che sentito il tocco si lascia cadere. Prontamente fischiato il rigore e vantaggio Juve. Quando poi è Perica a cadere in area dopo un contatto con Benatia per l'arbitro invece non ci sono gli estremi.

Stesso discorso anche per i cartellini. Al primo fallo dell'Udinese scatta il giallo ma per la Juve, e Lemina è un esempio, si chiude l'occhio e si da solo una carezza.

Non si grida allo scandalo ma certo è che quando si gioca contro le grandi, soprattutto a Torino, da parte degli arbitri c'è sempre un certo atteggiamento.

Sezione: Notizie / Data: Dom 16 ottobre 2016 alle 15:00
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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