Gabriele Cioffi ha rilasciato una lunga ed interessante intervista ai microfoni di Goal.com. Il tecnico dell'Udinese è tornato sulla scelta da parte del club bianconero di affidargli la panchina dopo l'esonero di Gotti.

"All'inizio mi sono sentito un po' in imbarazzo, perché ho ricevuto una telefonata e il direttore sportivo mi ha chiesto di andare in sede. Durante il tragitto verso lo stadio, ho chiamato mia moglie e le ho detto: 'Senti, ci hanno licenziato. Quindi mi hanno chiesto di raggiungere una sorta di accordo fino alla fine della stagione per qualche altro incarico. E accetterò, perché non voglio stare in giro per casa ad aspettare colazione e pranzo!'. E lei ha detto: 'Hai ragione, vai a vedere cosa dicono. E tienimi aggiornata'".

"Quando apro la porta, trovo il presidente e il direttore sportivo: mi hanno offerto la panchina. Ero scioccato. Ho pensato: 'Com'è possibile? Non avevo mai parlato con nessuno'. Non ne avevo mai parlato con i giocatori né col direttore sportivo, solo con il presidente, che mi diceva al massimo 'Buongiorno'. Avevo parlato due volte col ds, ma erano solo chiacchiere informali. 'Ehi come stai? Ci vediamo alla partita', questo è tutto. Con i giocatori avevo un normale rapporto di vice allenatore, né più né meno".

"Quando mi hanno offerto l'incarico ho chiesto perché e mi hanno detto: 'Perché hai guidato la squadra in una partita contro la Lazio la scorsa stagione e hai vinto, quindi vogliamo darti questa possibilità. Ci piace il tuo modo di lavorare. Sei appassionato e pensiamo che la squadra abbia bisogno di uno come te".

"Subito dopo, la prima persona con cui ho parlato è stata ovviamente Gotti e gli ho spiegato perché avrei accettato l'offerta. Luca è un gentiluomo e ha capito la situazione. Poi sono tornato in ufficio e ho firmato il contratto. Per me è stata una grande sorpresa. Un qualcosa piovuto dal cielo".

"Si vive di alti e bassi, ogni settimana se non vinci può essere licenziato, ecco perché il mio unico obiettivo è vincere quante più partite possibile. L'allenatore è pagato per questo, per creare mentalità e ambiente vincenti. Ogni settimana sembra la fine del mondo ma ti ci abitui, il martedì ricomincia una nuova vita".

"Per altre 3 partite o altri 30 anni, non lo so: ma so che sono pronto per fare l'allenatore, ora sto facendo ciò che voglio e voglio continuare a farlo".

"Nel mio lavoro dobbiamo imparare ogni giorno. Studiare è una parola sottovalutata nella nostra professione. Devi stare al passo con la prossima generazione e le nuove idee. Mi fermerò solo quando mi sentirò completo, ma ho ancora tanto da imparare".

Sezione: Notizie / Data: Gio 31 marzo 2022 alle 12:10
Autore: Jessy Specogna
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