Felipe, ex difensore dell'Udinese, è stato ospite del format "L'ascia Raddoppia" di Cronache di Spogliatoio. L'ex calciatore è tornato su alcuni aneddoti della sua esperienza in bianconero ma anche sulle sue avventure nei dilettanti in Friuli.

"Sono brasiliano di nascita ma friulano di adozione, ormai sono vent'anni che vivo qua in Friuli e mi sento più friulano che brasiliano. Ho continuato a giocare fino a poco tempo fa nei dilettanti in regione perchè avevo ancora la passione, rifiutando proposte che mi erano arrivate. Volevo restare qui in Friuli senza allontanarmi troppo."

L'Udinese è l'unica squadra insieme ad altre tre alle quali in Champions League Messi non ha mai segnato, in compenso Felipe segnò al Camp Nou contro il Barcellona: "Dire di aver annullato Messi è una parolona, non ho preso un tunnel e già mi va bene (ride, ndr). Quell'anno lì lui giocava ancora con la 30, aveva penso 18-19 anni. C'erano Ronaldinho ed Eto'o, era un attacco fantastico. Aver segnato al Camp Nou contro questa squadra è un ricordo che mi porterò per sempre dietro. 

"Gli stadi dove mi sono emozionato di più? Sicuramente il Camp Nou, ma anche l'Olimpico di Roma: non è facile giocare con quel pubblico contro. Il gol con il Torviscosa? Ho sempre provato in carriera a segnare da centrocampo, in quella partita ci sono riuscito. Giocavamo contro l'Adriese in Serie D e perdevamo 1-0. C'è stato un calcio di punizione da centrocampo, ci ho provato ed è andata bene. Mi è venuto davvero un gran gol. Il giocatore più forte con cui ho giocato? Ho giocato con Cassano, Di Natale, ma quello che più mi ha impressionato è stato David Pizarro. Spalletti lo spostò davanti alla difesa e giocava davanti a me. Lui era metà squadra, un vero architetto."

"Spalletti? Si comportava allo stesso modo con tutti. Se doveva dire una cosa la diceva, non ci girava intorno. Gli devo molto perchè mi portò in Prima squadra e mi fece esordire. E' un uomo da campo, se qualcuno aveva bisogno di migliorare qualcosa lui si fermava sempre sul campo. Racconto un aneddoto. Stavamo andando a giocare a Parma e lui nel pullman voleva silenzio. Io e il mio compagno Pieri abbiamo semplicemente sorriso, lui che era davanti si girò verso di noi e ci guardò in malo modo. Nello spogliatoio ci guardò e disse: 'Adesso voglio vedere". Non ci disse nient'altro. Inizia la partita e prendiamo gol dal lato dove c'eravamo io e Pieri, per una sua mancanza. A fine primo tempo lo ha cambiato. Da lì nel pullman non volò più una mosca. Era tosto."

"Mancini? Lo ho avuto nei mesi in cui sono stato all'Inter. Ha una personalità forte, è molto diretto e sincero. Se doveva dirti qualcosa te lo diceva. Mi ricordo che mi fece giocare l'ultima partita contro l'Empoli e io presi una ginocchiata sulla coscia. Feci di tutto per continuare a giocare, non volevo uscire. Dopo dieci minuti rientrai dolorante e zoppicante, Mancini allora decise di sostituirmi. Quando vidi il tabellone del cambio feci cenno di no con ampi gesti ma con la calma lui mi invitò ad uscire. Una volta fuori mi spiegò il perchè della sostituzione. Mi disse che non era sicuro che io sarei rimasto all'Inter anche per la stagione seguente e che mi aveva tolto per non peggiorare le mie condizioni, altrimenti se mi fossi fatto davvero male non sarei riuscito a trovare una squadra. "

"Cosa faccio adesso? Ho iniziato ad allenare, partendo dalle giovanili per fare esperienza. Ora sono alla Triestina con l'U13. Lavorare con i giovani è tanto soddisfacente, vedo già dei miglioramenti da inizio anno. Hanno un progetto importante in questa nuova società. Voglio imparare e poi piano piano passare a quelli più grandi. Io ex Udinese alla Triestina? Un giorno sono entrato in un bar a Udine che ero di ritorno dall'allenamento. Avevo la giacca aperta e sotto la tuta della Triestina. Mi hanno guardato malissimo, non ci avevo pensato (ride, ndr)."

Sezione: Gli ex / Data: Ven 16 febbraio 2024 alle 14:16
Autore: Jessy Specogna
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