La vittoria per 4-0 non inganni. Certo, è giustissimo festeggiare, così come però c’è bisogno di restare con i piedi ben ancorati a terra. È servita l’ultima spiaggia per far dare ai giocatori tutto ciò che avevano. È stata sicuramente un’Udinese diversa dalle scorse partite, forse ancora più forte di quella vista contro il Genoa, che era riuscita ad annullare l’avversario per una buona ora di gioco. Stavolta i bianconeri sono stati sempre attenti e concentrati (forse evitare di ripetere quelle due parole in conferenza per venti volte è servito a qualcosa). In difesa Nuytinck e Angella hanno azzeccato tutte le chiusure, Samir ha giocato una partita già più consona ai suoi livelli, mentre Larsen ogni tanto ha sbavato, ma senza mai commettere errori clamorosi. Se poi anche Alì Adnan si fa notare per una chiusura perfetta, allora vuol dire che proprio tutti sentivano l’importanza della partita, forse anche grazie anche al ritiro predisposto dalla società. Delneri forse non sarebbe comunque stato esonerato in caso di sconfitta, ma sentiva tanto la pesantezza del match, in conferenza stampa aveva chiesto stavolta la grande prestazione, portando sul campo i miglioramenti che lui vede in allenamento. Per sua fortuna è successo e gli abbracci elargiti a destra e a manca a fine partita come fosse stata una finale dimostra quanto il mister ci tenesse ad invertire il trend.
Difesa perfetta, centrocampo fondamentale. Behrami è stato fondamentale con la sua aggressività, Barak anche, si è rivisto Balic, mentre Jankto ha corso dappertutto, fornendo anche un grande assist fallito da Lasagna. Ecco l’ex Carpi e De Paul forse rappresentano le due facce della partita (non volendo parlare degli altri due grandi protagonisti della sfida, ovvero Maxi Lopez e Fofana). KL15 ha fatto il compitino, qualche buono spunto, qualche scatto in profondità e poco altro. Sì la rimessa battuta in rapidità per Maxi Lopez in occasione del primo rigore, ma lì l’errore della Sampdoria ha del clamoroso e ricorda un po’ paradossalmente l’Udinese vista contro Torino e Milan. In questa partita Kevin ha fatto il suo, ma non ha dato quel guizzo in più. L’errore davanti a Puggioni il dipinto della sua partita.
Chi invece mi ha fatto ricredere e mi ha ributtato in gola tutte le brutte parole che avevo espresso nei suoi confronti è stato Rodrigo De Paul. L’ex Valencia è partito come suo solito. Timidino, sempre pronto allo scarico all’indietro e mai abbastanza in fiducia da buttare in avanti la palla per provare la giocata. Poi però con il passare dei minuti invece il “Pollo” è cresciuto, forse sentendo il peso della partita. Ha iniziato a tentare dribbiling in verticale anziché solo in orizzontale, si è lanciato in avanti andando in sovrapposizione spesso con Larsen e, incredibile ma vero, gli ho visto fare una giocata col sinistro. Se si dice che sia lui uno dei giocatori che devono trascinare questa Udinese un motivo ci sarà. Stranamente funziona lui e tutto gira un po’ meglio. Ovviamente tutti hanno fatto il loro, però El Diez ha messo in campo finalmente una prestazione degna di tale numero. Gol su rigore, sensazione di poter essere pericoloso ad ogni giocata e il grande assist che ha permesso a Maxi Lopez di segnare con un tocco vellutato il 3-0. Contando anche gli assist, ora Rodrigo è il capocannoniere della squadra con 2 gol e 2 assist. Ora, come dicevo a inizio articolo, non bisogna esaltarsi troppo però. Arriveranno nelle prossime due partite Fiorentina e Juventus. De Paul dovrà mantenere questa voglia di giocare e magari chi è riuscito a incidere di meno dovrà lavorare ancora più duramente in allenamento. Di strada da fare c’è n’è ancora tanta. Bisogna far sì che il poker alla Sampdoria non resti un episodio isolato, ma che ci sia una continuità di prestazioni. Altrimenti questa rimarrà la partita dei “tre rigori arrivati casualmente”.
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