Alla faccia del “vecchietto sovrappeso”. In molti avevano definito così Maxi Lopez all’annuncio del suo approdo ad Udine. Inutile negarlo: l’argentino classe 1984 è arrivato in bianconero tra lo scetticismo generale, pagando tre stagioni opache ed il paragone con Cyril Thereau. Le perplessità derivavano dalla forma fisica condizionata dalle poche presenze negli ultimi anni e dalle vicissitudini extra-calcistiche. Quando un atleta ha la testa altrove, è difficile ottenere grandi risultati. Le recenti panchine per far spazio a Belotti al Torino sembravano veramente la conclusione della carriera di un grande attaccante, capace di giocare persino nel Barcellona. Aggiungiamoci anche l’ideale passaggio di consegne tra il partente Thereau e l’argentino neoarrivato. Alla luce di quanto ha fatto il francese tra il 2014 ed il 2017 in Friuli, non era semplice non farlo rimpiangere.

Eppure, nonostante questo pesante fardello di scetticismo caricato sulle spalle, Maxi si è preso poco alla volta l’Udinese. Lo ha fatto in silenzio, con una serie di buone prestazioni in queste prime e durissime giornate. Anche quando non arrivavano palloni giocabili e la squadra si arenava nel mezzo delle proprie difficoltà, lui non smetteva di dannarsi e di provarci. Non si è mai arreso, nemmeno quando il gol sembrava diventato addirittura una chimera. Lo ha trovato e persino per due volte nel corso della stessa partita. Roba che non gli capitava da una vita, dal 31 maggio 2015, quando piazzò una doppietta ai danni del malcapitato Cesena in un rotondo 5-0 per il suo Torino. Ha segnato su rigore, ma anche su azione, dimostrando che il “vecchietto sovrappeso” può ancora regalare tante emozioni ai suoi tifosi e lezioni importanti ai giovincelli. Ed ora attendiamo le prossime uscite per capire quale potrà essere il suo bottino personale e quanto grande il contributo alla causa friulana, alla faccia degli scettici. Sarà anche vero che “Gallina vecchia fa buon brodo”. Nessuno sapeva che quando si sblocca fa pure doppietta…

Sezione: Focus / Data: Dom 01 ottobre 2017 alle 09:00
Autore: Federico Mariani
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