Posso anche essere d’accordo con Demis, che in conferenza stampa parla di buona (ottima) gara in trasferta ‘macchiata’ dagli ultimi tre, sciagurati minuti di gioco.
Potrei, anzi.
Ma le gare, Verona lo dimostra da almeno nove turni, durano 40 se non quarantacinque minuti; Udine in trasferta ne gioca bene 35’, ma in quei cinque rimanenti si perde in maniera definitiva.
Rosa incompleta? Resa inadeguata di alcuni?
Per me resta, e mi ripeto, un problema di personalità e mentalità vincente. Si sapeva, lo sapevano anche staff e giocatori che Tezenis è solita giocare gli ultimi minuti al calor bianco, specialmente in casa; che i boys di Dalmonte (bravo) tendono ad andare sopra le righe, agonisticamente parlando, mettendo l’avversaria in angolo; eppure 11-26 e ciao ciao Concorde.
Pur privi di Udom, trovano (i gialloblu) punti super-importanti da Iris Ikangi, otto (media 1.9 prima di stasera) e Severini, che punisce 14 volte la retina friulana (con una tripla fatta che sfortunatamente esce, contro 8.2 di media precedente a gara). Udine non perde per sfortuna contro una formazione alla portata, ma perché al momento topico come spesso le capita esce con la testa dalla gara, lasciando il palcoscenico all’avversaria causaun’intensità difensiva che cala a livello-zero e scelte in attacco spesso scellerate, con esecuzioni non certo concordate di schemi provati e riprovati.
E qui torniamo a Demis: la messe di commenti ai parziali della gara al Forum lo condanna. Si sa che il tifoso scrive spesso di pancia la prima cosa che un’altra delusione in trasferta causa; comprensibile, se i toni restano pacati. Stasera però la gestione dei giocatori e degli schemi l’ho piuttosto condivisa; da contraltare un Trevis completamente fuori dalla gara; meno Cortese che sbaglia un paio di scelte nel finale ma fino a lì si era sbattuto molto, punito con antisportivo e terzo fallo dai soliti arancioni non troppo talentuosi; spesso imprecisa la coppia di playmaker quando Spongy e Lollo avrebbero dovuto sfruttare la poca vena di Amato e tre quarti da spettatore del signor Jazzmarr. Costui, invece, nel periodo decisivo s’inzaina i compagni, se li carica sulle spalle e la vince quasi da solo.
Dopodiché la sconfitta è condivisa, sempre, da tutti i componenti una squadra; giusto però dire che Ciccio ha giocato una signora gara, e Candussi ha dovuto spessissimo girare al largo; e anche che Powell ha sfruttato la mancanza di un avversario difensivamente in grado di coprirlo, punendo nel secondo e terzo periodo raddoppi difensivi virtuali, mancando un po’ anche lui, tuttavia, alla distanza.
A questi livelli, con tale equilibrio vincono i particolari: e Udine quest’anno non è in grado di risolverli dalla propria parte della barricata. Complimenti a Verona che se la porta a casa, Udine rimandata a settembre per l’ennesima volta, quarta su quattro, nelle gare contro pari-valore. Domenica 6 gennaio ultima di andata contro Treviso, sconfitta stasera da Casalpusterlengo a domicilio.
GSA riparte virtualmente da zero: un girone di ritorno allungato di una gara, dal quale deve estrarre il meglio possibile dalla rosa, dallo staff e dal campo, maturando definitivamente se vuole puntare alto il proprio mirino. Arrivare sesti (matematica posizione del girone d’andata, frutto della settima fase offensiva e quarto attacco del girone) non credo sia l’ambizione della dirigenza. Resta da vedere se staff e rosa, di cui poco sopra, rimarranno invariate.
Penultimo sospiro: buon anno a tutti i tifosi, proprio tutti. A cominciare dallo eroico Settore D che guida le trasferte in ogni angolo della penisola, isole comprese, e forse qualche soddisfazione in più se la meriterebbe(ro). Un abbraccio a Teo, Giangi, Nicola, Thomas, Anna e tutti gli altri ragazzi(/e).
Ultimissimo sospiro dell’anno: a differenza di Demis e Davide io degli arbitri parlo, e spesso. Stasera sono stati patetici, comunque non influendo (del tutto) sull’esito finale. Direzione all’inglese, falli chiari non sanzionati (un esempio? Severini sbaglia da tre, la sua mano schiaffeggiata ma fallo non ravvisato; azione successiva e urlo poco oxfordiano dell’ex-Forlì in faccia allo scarsicrinito, niente fallo tecnico. Cos’è se non compensazione?) in generalenon all’altezza di una gara così accesa e tirata. Faccio mia una frase, attonita, che mi riservò un espertissimo addetto ai lavori qualche mese addietro: ‘in A1 l’80% dei fischietti possono fare l’Eurolega. In A2 il 90% degli arbitri farebbero fatica in B’.
Amen. Archiviamo in fretta la sconfitta, un 2018 che porta in dote un quarto di finale playoff ed un campionato, quello attuale, che vaticinavamo più competitivo. Lo sport è anche applaudire l’avversaria se, come stasera, si merita la vittoria. Sei applausi alle rivali in quattordici gare, però, è un pochino troppo anche per un ottimista come me.
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