Aria, ossigeno, vita. L’Udinese torna a respirare dopo un periodo decisamente complicato. La sfida contro il Sassuolo porta in dote 3 punti più che mai preziosi per una classifica che si stava facendo deprimente e preoccupante. Sia chiaro, la svolta non è ancora avvenuta. Una rondine non fa primavera ed i precedenti successi bianconeri non sono mai stati accompagnati da un segnale forte. Se non altro, accontentiamoci di una prestazione priva di grossi svarioni ed errori madornali. Dopo le sei sberle rimediate dalla Juventus, c’era il rischio di un nuovo naufragio. Pericolo scampato, almeno per ora.

La nota lieta consegnata dalla trasferta emiliana si chiama Antonin Barak. Classe 1994, è arrivato ad Udine dallo Slavia Praga in punta di piedi, senza grandi proclami o presentazioni impressionanti. Nessuno si è aspettato grandi cose da lui ed un po’ a sorpresa Delneri ha puntato su di lui per fare da collante tra difesa e centrocampo. Non è stato semplice convincere gli scettici. Un po’ per il ruolo, un po’ per il suo modo di giocare, Barak non si è mai contraddistinto particolarmente. Ha sempre lavorato in silenzio, disputando buone gare, ma senza mai trovare prestazioni clamorose. La rete ai danni del Sassuolo, con cui ha regalato i tre punti ai bianconeri, potrebbe essere veramente l’episodio decisivo per rilanciare il centrocampista ceco. Il gol è un momento di gioia, un modo per togliersi di dosso la tensione, trovare nuove soluzioni, scrollarsi vecchie paure. Una rete può sbloccare e portare un calciatore ad esprimersi in maniera decisamente diversa. Chissà se lo stesso capiterà anche a Barak. Sicuramente, ora come ora, si è tolto di dosso l’etichetta di “giocatore da compitino”, di uno da sufficienza. Antonin può segnare e lasciare la sua impronta all’Udinese. Ora è atteso dal compito più arduo: ripetersi.

Sezione: Focus / Data: Gio 26 ottobre 2017 alle 18:00
Autore: Federico Mariani
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