Ai nostri microfoni è intervenuto in esclusiva Luca Pellegrini, commentatore di Sky, per parlare della situazione in casa Udinese, che è molto più preoccupante di quanto pronosticato, visto che la squadra dopo aver affrontato due scontri diretti si ritrova terzultima.
L'Udinese dà sempre la sensazione di non voler fare la partita: “Non sono un allenatore, ho giocato qualche anno a calcio, ho un po’ di esperienza, poi però il calcio è sempre soggettivo e ci sono diverse idee e interpretazioni. La mia impressione è che questa squadra fosse convinta di aver messo dentro qualità e gol con Nestorovski e con gli acquisti in mezzo, invece sembra non sia cambiato nulla, quando si deve fare la partita si fa fatica e si riesce a giocare solo quando invece la partita la subisci. Solo Oddo riuscì a far vedere qualcosa nel ciclo di vittorie consecutive, ma poi quando si ruppe Lasagna il gioco finì. Poi il fatto di giocare con una punta sola dipende dall’allenatore, a Verona la sensazione è che l’obiettivo fosse portare a casa il punto. Sicuramente c’è qualcosa a livello mentale, altrimenti non si spiegano le prestazioni messe in campo con Milan e Parma. Il Brescia è difficile da affrontare, perché gioca a calcio, ha un’idea ben precisa, quindi così mette in difficoltà chiunque".
Forse il gruppo continua a non essere troppo coeso: "Se c’è organizzazione nel gruppo e se c’è gruppo c’è squadra e quindi si elevano le qualità dei singoli, è una catena, però così torniamo alla solita storia che ci sono troppi stranieri, troppi giocatori di troppe etnie, troppi giocatori nuovi... Guidolin mi pare di aver letto portasse a cena due giocatori alla volta per cementare il gruppo. Dino Zoff, all’Olimpiade dell’ ’88, quando andavano di moda gli olandesi del Milan e Maradona al Napoli, c’era tantissima rivalità tra le componenti di quelle rose, e i giocatori di quelle squadre costituivano il gruppo poi dell’Olimpiade. Ecco Zoff, oltre a questa rivalità, disse che alla Juventus, tolti Scirea e Cabrini, che andavano d’accordo con tutti, non c’era sintonia, però in campo c’era un avversario solo, tutte le antipatie varie restavano fuori e giocavano compatti.
Ora arriva al Friuli il Bologna, ma non sembra che ci saranno grosse variazioni tattiche rispetto alle ultime cinque partite: "Nella gara a determinare la prestazione è anche la forza dell’avversario, il Bologna è forte, sulla scia di quanto detto ieri, sperando che Lasagna sia al meglio, proprio perché il Bologna è una squadra che diventa temibile dalla cintola in su, giocherei compatto sperando di trovare la qualità in uno dei centrocampisti per innescare Lasagna. Questo non vuol dire difesa e contropiede, ma può essere un’idea, finchè non torna l’autostima dei giocatori, se una squadra fa solo difesa e contropiede è povera, ma se viene usato bene è un’arma in più. Personalmente, se decidi di fare una gara nella quale vuoi fare la partita, è molto più funzionale un Okaka che non un Pussetto, un attaccante che crei spazi per la velocità di Lasagna lo trovo molto più funzionale".
Lasagna sembra avere qualcosa che non va: "Io cerco di fare critiche costruttive, però devo dire anche quello che vedo, Lasagna ha un gran talento, sennò Mancini non lo chiamerebbe in Nazionale, lui sta avendo un’involuzione a livello caratteriale, la freddezza è quella che distingue il grande attaccante da quello normale. Kevin calcia sempre di potenza, raramente gli ho visto calciare piazzandola o prendendo un po’ più di mira, in questo momento la voglia di spaccare il mondo serve a poco, è inutile tirare camionate, usa l’interno per piazzarla".
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