Giornata di presentazioni in casa Udinese. Fabio Cannavaro è il nuovo allenatore dopo l'esonero di Gabriele Cioffi e in conferenza stampa risponderà alle domande dei giornalisti in merito a cosa può portare in queste ultime cinque gare e mezzo alla fine della stagione per salvare i friulani. Prima di lui sono intervenuti il direttore generale Franco Collavino (clicca qui per leggere cosa ha detto) e il responsabile dell'area tecnica Federico Balzaretti (clicca qui per leggere le sue parole). 

Quanto la sua esperienza internazionale può incidere su una squadra internazionale?

Ringrazio la società che mi ha dato questa possibilità di essere qui. Mi sono sentito con mister Cioffi che ringrazio per lo sforzo che ha fatto fino a ieri. Sono cose che capitano tra noi allenatori. Oltre alla grande voglia ci sono delle difficoltà, è una squadra con molti giocatori che parlano diverse lingue e la comunicazione è fondamentale. Però chi gioca a calcio sa che la lingua è una. Non bisogna aver paura, perché nelle ultime prestazione non è sembrato un problema fisico ma mentale. Sono arrivato ieri e oggi abbiamo fatto il primo allenamento per preparare i 20 minuti con la Roma. L'aspetto psicologico è fondamentale e c'è da far capire a loro che la storia di questa società è importante con una tifoseria che gli sta dietro. Ci sarà da sbagliare il meno possibile per arrivare al nostro obiettivo per salvarci. 

Come riassume le sue ultime 48 ore?

Quando ti chiamano delle società è difficile dire di no. La storia quando fai una scelta è importante e l'Udinese ha la storia di una società serie dove puoi venire e lavorare. Sono state ore intense, è venuta così veloce questa cosa che era giusto però accettare. Il momento è complicato ma non ci penso, andiamo avanti partendo dalla base che questa squadra pur avendo avuto tanti problemi ha qualità tecniche e umane che possono far ben sperare. Questo aspetto mi ha convinto ad accettare senza ripensamenti. Conosco la Serie A e quando ho visto questi giocatori gli ho detto che se aspettiamo di non subire gol non ce la faremo. Dobbiamo fare qualcosa in più perché quattro partite sono poche per accontentarsi dei pareggi. Dobbiamo alzare l'asticella. 

L'Udinese è malata ma non sono problemi tecnici ma mentali: sono i più gravi da guarire?

È l'analisi che abbiamo fatto un po' tutti. Chi conosce un po' di calcio sa cosa possono dare questi giocatori. La paura nei minuti finali li ha fregati quando bisogna alzare l'asticella dell'attenzione per portare il risultato a casa. Quando non lo fai è solo mentale. Il mio calcio era diverso da questo di oggi, siamo tutti convinti che sia un aspetto mentale e dobbiamo lavorare su questo. C'è da lavorare sull'aspetto fisico e tattico. 

Come si riesce a parlare direttamente al cuore dei giocatori?

I giocatori quando entrano in questa struttura vedono comunque le maglie degli ex giocatori. La storia di questa società è importante e va rispolverata e fatta capire nuovamente che 30 anni di massima serie sono frutto di un sacrificio e di una famiglia che ha fatto un lavoro straordinario. Anche da avversario questa cosa di percepiva. 

L'esordio avverrà con un suo ex compagno del 2006

Il calcio è bello per questo perché ti regala emozioni e ti dà la possibilità di incontrare vecchi amici e vivere momenti del tuo passato. Però credo che la cosa più importante siamo noi perché sono partite fondamentali. Dobbiamo ragionare con un concetto di fame e attenzione superiore a tutto.

Dove si concentrerà con il suo lavoro?

L'aspetto mentale è fondamentale, è una squadra che ha subito poco perché stava spesso dietro la linea della palla. Dobbiamo cercare però soluzioni in più, soprattutto in fase offensiva per avere maggiore tranquillità.

L'intesa con Pinzi

Facile averla. Ovunque sono andato ho sempre cercato collaboratori locali per permettere di accorciare i tempi di inserimento. Pinzi è un allenatore che è da tanti anni qui e conosce benissimo la proprietà. Quando mi è stato proposto ho subito detto di sì. 

Che giocatori conosci meglio? Hai sentito qualcuno ex Udinese?

Totò, Quagliarella e Floro Flores mi hanno scritto. Spero di poter lasciare lo stesso segno che hanno lasciato loro. La squadra non l'ho mai vista dal vivo ma è chiaro che Samardzic è il giocatore con maggiore qualità che abbiamo. Quest'anno sta trovando maggiore difficoltà ma è normale perché quando ti conoscono è più difficile. Ma anche lo stesso Lucca che ho visto in Nazionale è un ottimo giocatore. Il tempo è poco e dobbiamo concentrarci su quelle che sono le cose più importanti che ci sono in questo momento. Non possiamo pensare a livello individuale, se uno non corre dobbiamo trovare soluzioni diverse però meglio averla. 

Con il capitano Pereyra hai parlato? 

Ho la riunione adesso (ride ndr.). Oggi vorrei parlare a livello individuale con tutti quanti perché più informazioni riesco ad avere dai giocatori e meglio è. Non abbiamo tanto tempo per lavorare e il fatto di poter lavorare con i leader aiuta di sicuro. 

È stato allenato da grandi allenatori: cosa ha rubato da loro?

Lippi e Capello erano due grandi gestori, che hanno fatto la storia del nostro calcio. Mi auguro di aver preso un pezzettino da ognuno che ho avuto come i vari Zoff, Malesani, Zaccheroni e Trapattoni per cercare di trasferirle ai miei giocatori. Tutti pensiamo alla tattica e alla tecnica ma sono ragazzi giovani con cui a volte ci vuole il bastone e a volte la carota. Bisogna fargli capire dove sono e penso che la gestione del gruppo sia la cosa più complicata. 

Meglio affrontare subito le big visto il rendimento di quest'anno dell'Udinese?

Te lo dico alla fine (ride ndr.). Chiaro che giocare contro le big ti dà maggiori motivazioni, poi è chiaro che la bravura è di chi sta fuori che deve far capire che queste motivazioni vanno triplicate quando si giocano gli scontri diretti. Dobbiamo fare punti fin da subito, non aspettare la fine. 

Dal punto di vista tattico ci saranno cambiamenti?

Sono sempre stato affezionato al 4-3-3 perché è un sistema che mi piace più vedere però è normale che ci sono delle situazioni in cui non bisogna cambiare per andare su delle certezze che loro hanno. Questa è una squadra che comunque possa fare più situazioni di gioco e può cambiare schieramento in fase di possesso e di non possesso. Dovremo essere bravi a tirare fuori queste qualità importanti che hanno.

Che partita ti aspetti con la Roma?

Con la Roma ce la dobbiamo giocare perché a differenza delle altre volte negli ultimi 20 minuti non sei stanco. Anche loro verranno qui per provare a vincere e mi aspetto una gara vera. 

Su chi faremo la corsa per salvarci?

Dovremo fare la corsa su noi stessi. Se siamo conservativi rischiamo di bruciarci. Dobbiamo capire che ci sono a disposizione dei punti e ogni partita la dobbiamo affrontare come una finale e le finali non si giocano ma si vincono. Ci saranno dei momenti in cui bisognerà soffrire e altre in cui avremo la palla e dovremo fare male all'avversario. Le migliori squadre al mondo hanno nei 90 minuti dei momenti in cui dovranno difendere. 

Ha avuto modo di tastare l'umore dell'ambiente?

Sono stato sempre in campo a lavorare ma spero di vedere questa passione che tutti mi raccontano allo stadio. 

Avere i giocatori contati può essere un handicap?

Le assenze sono importanti però non sono abituato a dare alibi ai miei giocatori ma devo dare certezze a chiunque andrà in campo. Una volta che loro danno il massimo e si fa tutto per vincere le partite e stare lì potremo fare qualcosa. Sono esigente, pretendo il massimo da tutti. 

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 23 aprile 2024 alle 13:15
Autore: Alessandro Vescini
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