Quando scatterà l'ora di Braaf? Tutti ne parlano bene ma in campo l'olandese non lo abbiamo quasi mai visto. Questo forse uno tra i quesiti principali che i tifosi bianconeri e addetti ai lavori si stanno ponendo nelle ultime settimane, soprattutto dopo quello che fino ad ora è stato l'unico scampolo di partita giocato in Serie A dal ragazzo dopo il suo arrivo ad Udine nell'ultimo giorno del mercato di riparazione.

In quell'occasione, nel match che l'Udinese giocò e vinse contro la Fiorentina, il suo ingresso ad un quarto d'ora dalla fine, sullo zero pari, impressionò per la personalità e la fame che il talento scuola Ajax e City mise in campo, pur senza rendersi protagonista di giocate trascendentali. Da lì in poi, tuttavia, per lui solo panchina.

Nel post partita del match contro la Fiorentina, mister Gotti, pur spendendo parole di grande elogio per l'olandese, spiegò l'importanza di non mettere sulle spalle di un ragazzino di 18 anni responsabilità troppo pesanti, soprattutto in un momento della stagione dove la squadra era ancora impelagata nei bassi fondi della classifica. Parole volte a proteggere il ragazzo, permettendogli di continuare a lavorare sodo dietro le quinte e crescere durante la settimana. 

Non dimentichiamoci, poi, che prima di quel match Braaf non aveva mai giocato una partita nel calcio professionistico, ma sempre a livello di giovanili. Due mondi davvero molto distanti. Inevitabile dunque avere pazienza con un giovane alle prime armi nel mondo dei grandi. Sul talento del ragazzo non c'è da discutere, non a caso quest'oggi l'ex City è stato premiato dal famoso portale Goal.com come uno tra i 50 più forti U19 al mondo.

La società è al corrente del grande potenziale di questo ragazzo e, in accordo con Gotti, si sta cercando il momento giusto per lanciarlo, senza bruciarlo. Fatti quei 5-6 punti che permetterebbero di chiudere definitivamente il discorso salvezza, ecco che anche per Braaf potrebbero esserci più chance per mettersi in mostra. Pazienza, dunque, ma i tempi sono quasi maturi.

La sua storia, in qualche modo, può ricordare quella di Nahuel Molina che, arrivato a Udine, ha inizialmente trovato poco spazio per poi essere mandato in campo una volta portato a termine il percorso di crescita deciso per lui dallo staff tecnico. Con l'argentino, Gotti dimostrò di aver avuto ragione. La sensazione è che la stessa cosa si possa verificare anche con Jayden Braaf.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 25 marzo 2021 alle 15:35
Autore: Jessy Specogna
vedi letture
Print