Luigi Delneri è il nuovo tecnico dell'Udinese e la società friulana lo presenta in conferenza stampa. "Diamo il benvenuto ad un friulano doc", esordisce il presidente, Franco Soldati, "La situazione ha imposto delle valutazioni e una svolta fin da subito -prosegue il direttore sportivo, Nereo Bonato-. La scelta di Delneri è stata dettata da esperienza e conoscenza".
Parola a Delneri. "Devo ringraziare la famiglia Pozzo, era tanto tempo che ci inseguivamo. Sono molto soddisfatto di tornare in bianconero. Il mio sarà un impegno totale per raggiungere gli obiettivi. Le difficoltà ci sono ma voglio mettere la mia impronta. Le mie idee non sono statiche, il calcio è fatto di organizzazione. La struttura è importante, dobbiamo dare il massimo.
Quando si assembla tanti giocatori nuovi è normale che ci siano delle problematiche. Voglio salutare Beppe e prendere quello che lui mi ha lasciato introducendo le mie idee. Non ho idee statiche, ma sono aperto. Il calcio è di organizzazione ed è a quello che io punto e da quella partiremo. La struttura che l'Udinese mette a disposizione per lavorare è importante, ho visto un ambiente di lavoro che mi ha lasciato a bocca aperta. C'è tutto il necessario per fare bene. Le mie idee sono variabili, quello che importa è la crescita dei giocatori.
La tecnica individuale dei giocatori è molto interessante. Io nelle specificialità ho sempre creduto. Cercheremo di dare un apporto tattico alla difesa, che generalmente sarà sempre a quattro. Ci sono dei giocatori che devono acquisire un ruolo ben definito. E' questa l'impressione che mi sono fatto. Dobbiamo trovare la soluzione che sia più ideonea alle loro caratteristiche.
Dobbiamo recuperare il rapporto con la tifoseria che è importantissimo. Bisogna riavvicinarla. A Verona, anche nelle sconfitte cr. Il tifoso friulano non è solo emotivo ma anche intelligente. Cercheremo di dargli una squadra all'altezza, una squadra propositiva che cerca di andare a fare gol. Dobbiamo ridare stimoli alla tifoseria e fare sì che creda che il lavoro che stiamo facendo sia quello giusto. Abbiamo il dovere di tornare a farci amare dalla tifoseria.
Non ho giocato sempre con il 4-4-2. La difesa a 4 sì, può essere che mi ha sempre caratterizzato. Ho sempre lavorato sulle caratteristiche ben precise.
La base è prendere un giocatore e disciplinarlo tatticamente. Un singolo non fa mai squadra
La gente friulana riconosce il lavoro. Io ho la mentalità del friulano, dell'essere un grande lavoratore. E' questa Da me come friulano si aspettano questo, la cultura del lavoro. Io darò il massimo e posso mettere la mano sul fuoco sul mio impegno.
Italiani? Almeno un friulano c'è e sono io. L'Udinese ha giocatori di paesi e culture diverse. Dobbiamo cercare di fargli capire quali sono le prerogative del calcio italiane. Dobbiamo dare degli input che di base non hanno.
Tutti si giocheranno il posto con l'applicazione. Quello che voglio portare è il senso logico.
Dieci giorni sono quasi metà ritiro. Spero di assemblare una squadra che abbia già delle idee chiare sabato prossimo contro la Juventus.
In questa squadra non c'è una stella ma sono tutti stelle. Sono un gruppo di giocatori che devono giocare per sé stessi e per la squadra. Anche le stelle devono mettersi al servizio della squadra. La nostra stella preferirei essere la squadra.
L'Udinese ha tanti giocatori interessanti. Quello che più mi ha stupito fino adesso è Fofana. Ha passo, ha grandi doti fisiche. Anche Penaranda è interessante, ha passo ed è forte nell'uno contro uno. Poi anche Perica ha buon potenziale. Poi ci sono anche tanti giocatori esperti sul quale vogliamo ripartire.
Nel maggio 2014 non c'erano ancora le condizioni. Adesso credo sia la cosa giusta. Era ora che io avallassi questa scelta a prescindere. La società crede che io possa dare una crescita e un senso logico alla squadra. Ora giusto il momento di dare la possibilità a me stesso, alla mia friulanità. Darò tutto il cuore e l'anima. Applicazione totale mia, dei miei giocatori. Nessuno dovrà più dire che l'Udinese esce dal campo senza aver dato tutto. Contro la Lazio deve essere l'ultima volta. Dobbiamo dare tutto fino alla fine. Non mi piace fare promesse, ma posso dire che ci sarà dedizione totale da parte di tutti. Dovremo sudare sempre la maglia.
L'Udinese deve andare il più in alto possibile. E' una squadra che in passato ha saputo aspettare i suoi giovani giocatori. I giovani di adesso hanno qualità e vanno inseriti in un contesto che possa risaltarne le loro caratteristiche. Dobbiamo far sì che diano il massimo sotto tutti i punti di vista, tecnico, tattiche e fisiche. Dobbiamo anche portare delle sicurezze a questi giocatori. Quello che mi ha chiesto la società è anche questo, cioè di far crescere l'Udinese. Sicuramente in un giorno solo non si può imparare.
Io non ho mai fatto contratti più lunghi di un anno. Qui ho un anno più un opzione, perché sono friulano. Ho sempre voluto essere libero a fine stagione. La libertà di decidere a fine anno è quello che ho sempre cercato. Io e Reja siamo grandi amici, la società ha scelto me.
Balic? E' un ragazzo che gli piace giocare la palla, ha un senso spiccato del gioco e anche del gol. E' un giocatore atipico con caratteristiche sue. Solo giocando riuscirà ad avere temperamento, sofferenza mentale e un certo tipo di atteggiamento. Così anche Kums, un giocatore che sì fa il centrocampista centrale ma che può giocare anche in altre zone. Ha le qualità che mi ricordano quelle di Corini, il lancio per esempio, ma anche l'inserimento che per esempio Eugenio non aveva.
Se la squadra dà un senso il tifoso viene. Quello è il nostro compito. Emozioni lo stadio lo dà perché di impianti così Italia ce ne sono solo due, a Torino e qua. Deve diventare un valore aggiunto alla squadra, che sia uno stimolo importante e non uno stadio che fa paura. Deve essere positivo.
Dovremo iniziare a ragionare da friulani in campo. Sempre equilibrati nel bene e nel male.
Difesa? Dobbiamo vedere anche i recuperi. Samir, giocatore che io ho già avuto e che conosco bene, Widmer.
I giocatori ci sono, anche giovani. Serve pazienza di farli crescere".
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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