Udinese e Verona sono state l’alba e il tramonto della sua carriera di calciatore. In Friuli, poi, dove è nato e vive, si è tolro qualche soddisfazione anche in panchina con una promozione in serie A che rimane tra le stagioni più “avventurose” della quasi trentennale gestione Pozzo. Adriano Fedele, quindi, è l’uomo giusto per giocare in anticipo il derby in programma domenica alle 15 allo stadio Friuli.

Mister, il suo ricordo di Verona?

Ottimo. Mi sono trovato benissimo, la gente stravedeva per me. Siamo riusciti a salire in serie A e al primo tentativo siamo andati in coppa Uefa. Era il Verona che due anni dopo avrebbe vinto lo scudetto. Lo straniero era Dirceu, poi c’erano Fanna, Tricella, Di Gennaro, Penzo. Grande squadra allenata da un numero uno, Osvaldo Bagnoli che era stato mio compagno di squadra a Udine nella stagione ’67-’68on il quale .

Quella veneta è una piazza troppo esigente?

Come tutte le tifoserie pretende il massimo impegno. Se poi vede che il calciatore tira indietro il piede allora se la prende. Diciamo che è una piazza abbastanza umorale: avendo vinto lo scudetto il tifoso veronese è caratterizzato da ha un sottile velo di presunzione. Lo scorso anno il Verona ha fatto un ottimo campionato e forse in tanti pensavano di poter fare meglio. In realtà il secondo anno in A è sempre più difficile del primo per una neopromossa.

Come sta giocando la squadra di Mandorlini?

Premesso che il tecnico è bravo, ultimamente gli sta girando un po’ male. Con la Samp la gara è stata condizionata dall’espulsione di Marquez. Tonì è bravo, ma là davanti è un po’ solo. Nico Lopez mi sembra più un dodicesimo di lusso che un titolare affidabile.

Nell’Udinese vale lo stesso discorso per Di Natale?

No, stiamo parlando di due giocatori con caratteristiche diverse. Toni fatica a trovare la condizione, Totò è più rapido, brillante e con il passare degli anni ha affinato le sue qualità tecniche e di finalizzatore. Pochi l’hanno sottolineato ma la rete con il Chievo è stata un concentrato di tante qualità: prontezza, velocità d’esecuzione, precisione, freddezza.

Però Totò non è eterno e non gli si possono sempre chiedere i miracoli ...

La società dovrebbe cominciare a programmare il futuro considerando che Muriel sembra un eterno incompiuto. E magari lo starà facendo. Ma sostituire un fenomeno del genere non sarà facile.

Che impressione si è fatto dell’Udinese di Stramaccioni?

In tanti dicono che gioca male, ma i punti in classifica ci sono e anche parecchi. Io credo che a un tecnico così giovane vada dato un po’ di tempo prima di dare dei giudizi. Ricordiamoci che arriva pur sempre da una società importante come l’Inter.

A proposito di Inter, con i tre punti di domenica scorsa a San Siro l’Udinese ha preso una bella boccata d’ossigeno.

Quella nerazzurra mi è sembrata una squadra allo sbando, una delle peggiori di sempre. Nel secondo tempo l’Udinese poteva farle quattro gol. E quella friulana, sia ben chiaro, non è una rosa così importante. Manca qualcosa in mezzo al campo, ci sono tanti cursori e nessun pensatore.

Domenica al Friuli la pressione sarà tutta sulle spalle del Verona?

Sicuramente i gialloblù sono in una situazione delicata. A Verona c’è poca pazienza, se perde, Mandorlini rischia la panchina nonostante l’ottimo lavoro della scorsa stagione. Però anche a Udine c’è chi non è mai contento e va in tv a fare il professore senza averne la competenza. Lo scorso anno “massacravano” Guidolin, adesso Stramaccioni. Serve maggiore equilibrio.

Sezione: Notizie / Data: Gio 11 dicembre 2014 alle 11:30 / Fonte: messaggero veneto
Autore: Ivan Cagnucci
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