Osvaldo Bagnoli, l'allenatore dello scudetto del Verona del 1985 è stato intervistato dai colleghi del Messaggero Veneto a pochi giorni dalla partita che vedrà la sua ex squadra affrontare l'Udinese:"Ma il cuore ormai è solo gialloblù, domenica sarò allo stadio assieme a mia moglie per vedere la partita con l’Udinese".

Bagnoli, adesso può dirlo: ma lei da ragazzino per chi tifava?

"Chi mi conosce lo sa bene. Ero un tifoso milanese della Juventus: tutta colpa di mio cugino. Era una sorta di fratello maggiore, vista l’età: 15 anni più di me. Aveva una passione per il bianconero di Torino e io gli andavo dietro: la prima maglia che mi regalarono i miei genitori fu quella della Juve".

Il destino invece le ha portato in dote l’avventura di Verona.

"Sono diventato gialloblù ben presto: subito dopo le esperienze giovanili nel Milan ho vestito la casacca dell’Hellas e qui a Verona mi sono sposato. Poi, intrapresa la carriera da allenatore, sono riuscito a stare su quella panchina per nove anni, dal 1981 al ’90. Avendo anche la fortuna di godermi uno scudetto".

Una seconda pelle...

"Sì. E mi piace ancora vedere le partite del Verona, parlarne. Il presidente Setti è gentilissimo: a inizio stagione mi omaggia di due tessere di tribuna, un presente che apprezzo molto".

Quindi può dare un giudizio sulla partenza lenta dei gialloblù in questo campionato.

"Finora le cose non sono andate benissimo. Lo zero nella casella delle vittorie dopo sette giornate testimonia questo, ma credo che l’Hellas sia in credito con la fortuna. Non ne ha avuta molta dall’infortunio di Toni, pesantissimo, alle situazioni di gioco. Ecco la partenza lenta: Mandorlini è un tecnico navigato, ci ha riportato in serie A, conosce bene l’ambiente e i giocatori, c’entra poco con i pochi punti ottenuti in questo avvio di stagione".

L’Udinese viaggia poco più in alto e non è stata sempre convincente: con una vittoria il Verona potrebbe agganciarla.

"Sarà una partita difficile e nervosa che potrebbe essere decisa dagli episodi. In poche parole la vedo come una battaglia sportiva, come spesso succede tra due squadre che occupano queste posizioni".

Rientra Pazzini tra i gialloblù, mentre l’Udinese non avrà la torre Zapata, fuori a lungo come Toni: un’iniezione di fiducia per Mandorlini?

"Ho letto di Pazzini. E di altri elementi che sembrano aver recuperato in pieno. Sono dei particolari importanti, ma per esperienza dico che è difficile che uno uscito da un infortunio sia subito decisivo".

Bagnoli, un pronostico se la sente di farlo?

"Le rispondo come facevo quando incontravo un mio collega nei corridoi dello stadio prima del calcio d’inizio: vinca il migliore. Io spero però che sia l’Hellas".

Anche a livello di campanile è una gara sentita...

"Ma non è un vero e proprio derby. Il derby qui ormai è solo quello con il Chievo. Ma posso confermare che si tratta di una partita che appassiona. Fin dai miei tempi".

Lo sa che i nostri lettori qualche tempo fa inserirono Udinese-Verona 3-5 tra le sfide memorabili al vecchio Friuli, nonostante la sconfitta?

"Una delle gare di quel favoloso 1985 che ricordo bene. Anche per l’andamento: dal nostro 3-0, al gol annullato ingiustamente,AL PARI bianconero. Poi la nostra reazione immediata e noi avevamo un certo Briegel in squadra allora, uno dei migliori giocatori europei in quel momento".

Bei tempi: si è emozionato a maggio quando il Bentegodi ha celebrato i 30 anni da quello scudetto?

"Mi ha fatto piacere. Mi emoziono di più quando mi fermano per la strada, anche i giovanissimi, e mi salutano ancora adesso con un grazie".

Sezione: Notizie / Data: Ven 16 ottobre 2015 alle 14:00 / Fonte: Messaggero Veneto
Autore: Luca Trusgnich
vedi letture
Print