L’Udinese ha ricevuto l’autorizzazione a giocare la partita contro l’Empoli allo stadio Friuli dopo aver installato la recinzione davanti all’ingresso degli uffici. Ora, si cerca una soluzione per ottenere il via libera anche per ospitare il Napoli. Intanto, il legale della società bianconera, l’avvocato Andrea Franchin, con una lettera passa all’attacco smontando punto per punto le tesi sostenute dal progettista ed ex direttore dei lavori, l’ingegner Roberto Regni che "intende portare la polemica su livelli che non possono essere più tollerati".

Regni aveva posto tre pregiudiziali alla commissione di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo chiamata, nei giorni scorsi, a esprimersi sull’agibilità dell’impianto: la legittimazione dello studio tecnico Costantini a presentare il progetto al Comune in quanto titolare a norma di legge e di contratto del relativo incarico; la tutela del diritto d’autore del progetto definitivo e la necessità di acquisizione da parte del Comune dei pareri del Coni e della Figc. "Sino a oggi Udinese Calcio ha evitato polemiche inutili cercando di rispondere alle continue prese di posizione dell’ingegner Regni e del suo legale, solo attraverso il duro lavoro e il silenzio, e attraverso l’unica sede deputata a dirimere la controversia che è quella dell’arbitrato (previsto nel contratto) attivato a luglio scorso da Udinese e non ancora iniziato in pendenza dei tempi procedurali - scrive Franchin - "ma evidentemente non basta. Regni è un professionista scelto da Udinese Calcio unicamente per la sua conoscenza dello stadio Friuli avendo egli avuto molti anni fa l’incarico di procedere alla realizzazione di opere sull’impianto e sulla costruenda palestra Asu da parte del Comune. Udinese aveva individuato professionisti di elevatissimo spessore ma proprio per consentire una più rapida attuazione dei lavori di ristrutturazione ha scelto di associarsi all’ingegner Regni, il quale è stato lautamente pagato; nell’ultimo anno e mezzo all’ingegner Regni l’Udinese Calcio ha corrisposto 1.132.300,50 Iva compresa per progettazione e direzioni lavori varie. Ma ciò non gli bastava egli voleva anche la direzione lavori nonostante l’Udinese gli avesse comunque proposto un’ulteriore consulenza di 150 mila euro oltre Iva e accessori". Quando "l’Udinese stava elaborando se procedere all’affidamento della direzione dei lavori attraverso gara pubblica o scelta diretta, l’ingegner Regni sosteneva che non sarebbe servita la gara in alcun modo. Lo scorso 10 febbraio l’ingegner ha inviato al Rup una email con un parere a sua detta da lui richiesto a un magistrato della Corte dei conti e nel quale si afferma ciò che Udinese si stava già determinando a compiere, e precisamente: 'è pacifico che Udinese Calcio non è una amministrazione aggiudicatrice e quindi non è tenuta ad applicare l’articolo 130 sulla procedura di individuazione del direttore dei lavori. Le clausole che hanno imposto alla società di rispettare le procedure di evidenza pubblica per l’affidamento dei lavori e i principi del Codice per l’esecuzione dei lavori corrispondono alla previsione generale del Codice cui si riferisce agli obblighi per i concessionari che non sono amministrazioni aggiudicatrici (art. 142, comma 4)'". Franchin, continua: "È di palese evidenza che tutto il putiferio cui si sta assistendo è dettato solo dalla volontà di 'vendetta' nei confronti dell’Udinese per non aver consentito all’ingegner Regni di guadagnare altre laute parcelle per la direzione lavori. E addirittura, sempre e solo per il suo esclusivo fine, egli tenta di creare confusione anche alle amministrazioni e autorità chiamate a valutare la correttezza delle procedure, attraverso la segnalazione di presunti illeciti, abusi o irregolarità che non esistono. La vicenda del muretto di cui si sta discutendo in questi giorni è emblematica ed è giusto sia portata a conoscenza di tutti. In prima battuta era stato, ingiustamente, contestato a Udinese un presunto e insussistente reato di natura urbanistica ritenendo che l’abbattimento di quel muretto fosse avvenuto senza alcun titolo edilizio autorizzativo. Si è poi appurato, come già Udinese sapeva, che tale presunto illecito non è stato in alcun modo commesso dal momento che la rimozione di quel muro era prevista nel progetto definitivo redatto dall’ingegner Regni (e approvato dalla stessa Commissione) oggetto anche del titolo edilizio 39/2013 rilasciato dall’ente competente. L’Udinese ha proceduto alla rimozione di quel muro sulla base di quanto progettato da Regni. Infatti la demolizione del muretto e della recinzione d’ingresso, propedeutica alla realizzazione del 'giardino d'inverno' davanti agli Uffici prevista nel progetto definitivo con la realizzazione di una vetrata dove ieri c’era il muretto di recinzione della zona antistante agli uffici ha di fatto esteso l’area riservata fino al limite dell’attuale vetrata d’ingresso degli uffici senza che il progetto medesimo prevedesse le necessarie misure di sicurezza per delimitare l’area di massima sicurezza come previsto dalla vigente normativa (come precisamente evidenziato nella tavola Gar11 allegata al progetto definitivo). A fronte della contestazione della Questura e per cercare, almeno in via provvisoria di ovviare a tale problematica, Udinese nella riunione dello scorso 25 agosto ha cercato di far fronte proponendo delle misure alternative della sicurezza. Martedì scorso (26 agosto ndr) la Questura, con spirito collaborativo, ha accettato di discutere tali misure alternative, proponendone altre e consentendo quindi il rilascio dell’agibilità solo per la partita di domenica prossima (contro l'Empoli ndr). Una valutazione più approfondita da parte della Commissione, al fine di verificare la possibilità della concessione dell’agibilità per tutto il campionato 2014/2015 avverrà prima della partita del 21 settembre prossimo. Proprio la presa di posizione della Questura, che legittimamente tutela la pubblica sicurezza, ha appalesato in maniera incontrovertibile che il vulnus segnalato è insito nel progetto e non già in scelte di Udinese. Se Udinese avesse rimesso il muretto avrebbe si, in quel caso, commesso un reato edilizio perché avrebbe costruito un manufatto in difformità del permesso a costruire esistente e senza i relativi necessari pareri. L’ingegner Regni - prosegue Franchin - ha cercato e cerca di avvelenare il clima attorno a un’opera fondamentale per la città, per la Regione e per il calcio italiano. Lo fa accusando l’Udinese di presunti reati inesistenti, di irregolarità che, come dimostrato, egli sa benissimo che la Spa non ha commesso, lo fa cercando di influenzare i lavori e i giudizi di pubbliche autorità quali la Commissione provinciale di vigilanza e il sindaco che fortunatamente non si fanno influenzare". Perciò, "Udinese procederà a denunciare immediatamente l’ingegner Regni per tutto quanto sta commettendo al solo fine di indurre la Spa a ripensare la propria posizione contrattuale. E lo sta facendo nel mentre è ancora legato a Udinese calcio da un contratto non ancora risolto o cessato. Ci si augura anche che l’Ordine degli ingegneri oltre che le autorità ingiustamente attaccate da Regni vogliano porre fine ad aggressioni francamente mai viste e sanzionare malefatte inaccettabili sotto tutti i punti vista".

Sezione: Notizie / Data: Mer 03 settembre 2014 alle 12:00
Autore: Francesco Digilio / Twitter: @FDigilio
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