Gennaro Gattuso, ct dell'Italia, in conferenza stampa ha commentato la sconfitta per 1-4 maturata contro la Norvegia. Queste le sue dichiarazioni.
Com'è possibile che nel finale andavano al triplo rispetto a noi?
S"econdo me non è una questione fisica, nella ripresa gli abbiamo lasciato troppo campo. Dopo 30 secondi della ripresa gli abbiamo lasciato campo e ci hanno creato una occasione, poi a campo aperto hanno cominciato a giocare. Poi cominci a correre e a giocare in maniera diversa, siamo andati a giocare sul fondamentale dove loro sono fenomenali e ci hanno fatto del male. Non è una questione fisica":
Non è che nella ripresa abbiamo voluto esagerare?
"Ma anche la costruzione dal basso, è stata completamente diversa. Frattesi non si allargava più. Abbiamo sbagliato questi aspetti qui, il rammarico più grande è questo. Chiediamo scusa, oggi c'è da chiedere scusa ai tifosi. Ci assumiamo le responsabilità. Quella di oggi per me era una partita molto importante, giocavamo contro una squadra forte e ci poteva dare la mentalità per fare uno step in più. Abbiamo fallito, dopo la prima difficoltà non possiamo rischiare figuracce come fatto oggi".
Quanto può incidere questo crollo del secondo tempo?
"Preoccupa, sarei ipocrita a dire il contrario. Ora ci rivediamo tra tre mesi... Però è di facile lettura, oggi abbiamo preso una lezione troppo grande. Una partita come quella di oggi non la puoi perdere 4-1, quando cominci ad alzare l'asticella hai giocatori contro che la possono ribaltare in cinque minuti. Il terzo gol è quello che mi fa arrabbiare di più, ma dobbiamo guardare avanti. Non possiamo pensare che una squadra non ci può mai tirare in porta: noi dobbiamo reagire bene, non come fatto oggi".
C'è bisogno di rivedersi prima di marzo?
"Le finestre sono quelle, sappiamo tutte quali possono essere. Le uniche due date a disposizione sono a febbraio, o 2-3 o 9-10. Ma secondo me due date non ce le daranno mai".
Stasera 70mila persone a San Siro, c'è consapevolezza nel gruppo di dover difendere anche questo patrimonio?
"Credetemi che c'è. Io preferivo ci prendessero a pallonate, la rabbia più grande è quella. Al termine del primo tempo ero molto soddisfatto per come la squadra ha tenuto il campo, per come il pubblico ha spinto. C'è la consapevolezza che la gente vuole bene a questa squadra, ma le chiacchiere non bastano più. E' stata una serata che non meritava nessuno, specialmente chi è venuto qui a vederci. Speriamo di riuscire a dare una gioia a tutti i nostri tifosi".
Da stasera non parleremo più di rimpianti. Da qui a marzo, cosa bisogna migliorare?
"Non dobbiamo avere il braccino, alla prima occasione perdiamo tranquillità nelle giocate. Dobbiamo migliorare questo. In questo momento abbiamo addosso tanta pesantezza, non ci siamo qualificati al Mondiale nelle ultime due circostanze e questo non possiamo sottovalutarlo. Ma non dobbiamo buttarci già alla prima difficoltà, serve più fiducia nei nostri mezzi e non limitarci al compitino quando sbagliamo qualcosa".
Cosa pensa possa fare la Norvegia al Mondiale?
"Complimenti innanzitutto per la qualificazione alla Coppa del Mondo. E' una squadra fisica, che quando viene pressata va a giocare sulle seconde palle e sulla fisicità. E' una squadra con sette giocatori più alti di 190 centimetri e ha un giocatore che riesce a non toccare un pallone per 50-60 minuti ma poi ne tocca uno e butta giù le porte. Non è bellissima da vedere, ma ti mette sempre in difficoltà. Ha grande fisicità e velocità".
La Norvegia ha cambiato qualcosa nella ripresa?
"No, non ha fatto nessun cambio tattico. Forse hanno alzato un po' la pressione, l'unico cambiamento è stato questo".
Non è il caso di dire che non siamo tra le migliori d'Europa?
"Io mi devo assumere le responsabilità, sono il CT. Le scuse sono il minimo dopo che hai preso quattro gol a San Siro. Oggi preferivo prendere una lezione di calcio, me ne sarei fatto una ragione. Ecco perché continuo a credere che se miglioriamo ciò che è mancato nel secondo tempo possiamo giocarcela. Questi errori succedono, è normale che quando succede in Nazionale avendo pochissimo tempo ti rimane dentro, c'è poco tempo per migliorare. Brucia per questo motivo qua, se non migliori questo aspetto alla prima difficoltà viene fuori ciò che abbiamo visto oggi".
Manca un leader a questa squadra?
"Non basta avere un leader, in questo momento per noi è importante riuscire a rimanere compatti. Ciò che mi fa più rabbia è che nella ripresa già la costruzione non era più fluida, già dalla prima. Non è una questione di leader, ma di braccino. Si ha paura di sbagliare, ma non possiamo giocare col freno a mano tirato".
Chiesa può tornare a marzo?
"Su Chiesa ne ho parlato già abbastanza, qualcuno di voi sa bene la storia di Chiesa. So che è un giocatore importante, so che ha caratteristiche importanti. In questo momento sono discorsi, il ragazzo si deve sentire a suo agio. Io e lui sappiamo cosa ci diciamo quando ci sentiamo. Ci sentiremo ancora e vedremo cosa verrà fuori".
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