“Il protocollo della FIGC è insufficiente”. Lo ha dichiarato domenica sera il ministro Spadafora, prima che lo scontro istituzionale raggiungesse le vette di ieri sera. Ma quali sono i punti critici del protocollo contestati dal comitato tecnico scientifico? 

Il nodo cruciale è il primo contagiato. Per gli scienziati, al primo nuovo caso di positività nel calcio sarebbe necessario un fermi tutti, perché andrebbero messi in quarantena tutti i contatti stretti (quindi tutta la squadra, lo staff, se si dovesse ricominciare a giocare anche gli avversari). Una posizione che, ovviamente, preclude la ripartenza e che per ora non è stata superata o aggirata dai rigidi controlli previsti dal protocollo FIGC.

Gli altri punti. Le criticità, però, riguardano anche altre situazioni. Il gruppo squadra (calciatori + staff), composto da 50-70 persone, viene ritenuto comunque troppo alto per garantire la sicurezza di tutti. A maggior ragione in viaggio: il percorso da fare per tornare a giocare è esposto a troppe fragilità. Infine, i test: in questo momento i tamponi sono disponibili, ma i sierologici non ancora. Da un lato non si vuole far passare il messaggio che il calcio abbia un canale preferenziale, dall’altro l’operazione avrebbe un costo spropositato, sopportabile solo dalla Serie A.

Sezione: Notizie / Data: Mar 28 aprile 2020 alle 11:46
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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