253 presenze e 117 gol in Serie A, capocannoniere del campionato cadetto nella stagione 1990/1991, attaccante della nazionale argentina con la quale ha preso parte a due edizioni della Coppa America e a tre dei Mondiali.
Abel Eduardo Balbo, nato a Empalme Villa Constitución il 1° giugno 1966, è stato uno degli attaccanti più importanti degli anni Novanta e ha un posto fisso nella storia dell'Udinese, della quale è il bomber straniero più prolifico di sempre in campionato. Con 65 reti, infatti, trova dietro di sé giocatori del calibro di Oliver Bierhoff, Marcio Amoroso e Roberto “El pampa” Sosa, suo connazionale.
Balbo arriva in Friuli nel 1989, all'età di 23 anni e dopo aver giocato nel Newell's Old Boys e nel River Plate in patria viene aggregato alla squadra che, guidata da Bruno Mazzia prima e da Rino Marchesi poi, fatica in campionato tanto da retrocedere in B al termine della stagione. Il giovane attaccante, ha però modo di mettere in mostra il proprio repertorio, fatto di accelerazioni improvvise, fiuto del gol e imperiosi colpi di testa. Balbo si dimostra un attaccante completo quando, alla 34a. giornata, stende con una doppietta l'Inter campione d'Italia in carica: il primo gol arriva dopo un'incursione in velocità nell'area avversaria, mentre il secondo è frutto di una punizione potente battuta dal limite dell'area. Grazie a queste dure reti il giovane Balbo chiude il suo primo anno in Italia con un bottino di 11 centri.
Le due stagioni di purgatorio sono per lui l'occasione perfetta per affinare questo grandissimo potenziale che viene alla luce fin dalla prima annata: nel 1990/1991, come detto, si laurea capocannoniere del campionato con ben 22 reti, che però non sono sufficienti alla promozione nella categoria superiore. L'Udinese, infatti, si ferma quell'anno all'ottavo posto, mentre nel 1991/1992 i friulani si classificano quarti, riuscendo a tornare in Serie A.
Per Balbo si tratta della stagione dell'esplosione vera e propria: a 26 anni, infatti, è pronto per imporsi ad alti livelli e l'Udinese funge da perfetta rampa di lancio per l'argentino. In un'intervista quando sarà ormai un ex giocatore, Balbo si dirà felicissimo di essere passato da Udine in giovane età, considerando la società di Pozzo e la città di Udine ambienti ideali per la crescita di un calciatore.
I gol a fine campionato sono 21 (in 32 presenze), che lo collocano al secondo posto della classifica marcatori alle spalle di Giuseppe Signori e a pari merito con Roberto Baggio. La stagione, però, non è terminata, perché i ragazzi guidati da Bigon si trovano nella stessa posizione del Brescia ed è necessario lo spareggio per determinare chi, tra le due squadre, dovrà salutare la massima serie.
Il 12 giungo 1993 si incontrano quindi, sul neutro di Bologna, i bianconeri e le Rondinelle allenate da Mircea Lucescu e guidate in campo dal talento romeno Gheorghe Hagi. A passare in vantaggio è l'Udinese con gol proprio di Balbo, che conclude in rete dopo una bellissima triangolazione in velocità con il suo compagno d'attacco Marco Branca. La partita terminerà 3-1 per i friulani che potranno festeggiare una salvezza sofferta quanto meritata, ma dovranno anche salutare il loro campione: il ragazzo è ormai cresciuto e su di lui è forte l'interesse di molti club. Questo è quindi l'ultimo match di Balbo con l'Udinese che in estate passa alla Roma, squadra nella quale giocherà per cinque stagioni regalando tante gioie ai tifosi giallorossi. Dopo questa esperienza ci saranno Parma, Fiorentina, ancora Roma (giusto in tempo per vincere lo scudetto con Capello) e, infine, Boca Juniors.
L'affetto dei tifosi bianconeri nei confronti del giocatore, però, non scemerà mai e lo stesso Balbo continuerà ad essere legato a questi colori, con la stessa sincera passione con la quale, dopo un gol, correva sotto la curva con il pungo alzato verso il cielo.
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