Il tecnico della Salernitana Davide Nicola ha presentato il match di domani contro l'Udinese, decisivo per la salvezza, in conferenza stampa: "Mi piacerebbe partire con una sintesi di quanto accaduto fino a questo momento. Domani c'è un'ultima partita e scriveremo il finale della nostra storia. Una storia che parte da quel famoso 7% di cui parlò il nostro direttore sportivo in tempi non sospetti. "Ne varrà la pena, ci vogliamo credere" mi disse il presidente quando mi ha contattato. Io ho provato immediatamente gli stessi brividi, era una sfida motivante e non ci ho pensato un secondo. Abbiamo giocato la prima partita e sono stato letteralmente travolto dalla città, dalla disponibilità dei ragazzi, dall'entusiasmo della nostra gente. Sono stati tutti straordinari. Ho spiegato loro cosa significava affrontare un percorso di questo genere. Il desiderio ha dato forza e consapevolezza. Non basta questo, ovviamente. Dovevamo creare una identità di gioco, lavorare in ogni singolo allenamento senza trascurare alcun dettaglio creando tra di noi relazioni profonde e reali che potessero fare la differenza. 7% non è percentuale che lascia molto margine all'immaginazione, è un vero e proprio salto nel vuoto. Con l'aiuto della nostra gente abbiamo già raggiunto un grosso traguardo: poterci giocare la salvezza all'ultima partita. Il 7% è un qualcosa in cui crederemo fino all'ultimo secondo, fino a quando l'arbitro non fischierà tre volte. Occorre l'aiuto di tutti, dal primo all'ultimo spettatore che verrà all'Arechi domani. Sarebbe un qualcosa di bellissimo. Mi faceva piacere fare un riassunto del nostro percorso, nel rispetto delle emozioni e delle sensazioni che abbiamo provato".
Percorso assolutamente bellissimo e anomalo, domani si affronta una vera e propria finale. Può essere la più importante impresa della sua carriera?
"Io mi concentro su questa. E' stato davvero un percorso intenso, piacevolmente intenso. Il 16 aprile eravamo a -12 dalla zona salvezza, adesso siamo qui e possiamo sfruttare l'ultima partita per raggiungere qualcosa che sarebbe gratificante. Questa è una storia piena di aneddoti e valori, che un giorno dovremo essere bravi a raccontare. Non dobbiamo fare nulla di diverso rispetto a quanto messo in campo nelle gare precedenti. Moltiplichiamo il 7%, in campo dobbiamo dare il 700% insieme alla gente che verrà allo stadio".
Domani si gioca su due campi, a Salerno e a Venezia. Che giornata dobbiamo immaginare?
"Per arrivare sin qui abbiamo affrontato rischi incredibili, in fondo poteva finire ancor prima di iniziare. Timori e paure ci hanno accompagnato in questo tipo di percorso. Io non penso all'altro campo, dipendo da me stesso. La Salernitana ha identità di gioco, coraggio, unità d'intenti, consapevolezza ed entusiasmo. Società, direttore, allenatore, calciatori e tifosi hanno unito le forze remando nella medesima direzione, non sarebbe stato possibile giocarci la salvezza in 90 minuti senza il contributo di tutti quanti voi. Io voglio entusiasmo, non paura. Facendo quello che abbiamo dimostrato, potremo dire la nostra".
Ederson out, Bohinen sta meglio. Potremmo aspettarci sorprese?
"Non parlerei di sorprese. Noi ci prepariamo durante la settimana, chiedendo ai ragazzi di non avere fretta e di concentrarsi sul presente perchè ogni singolo giorno portava qualcosa per migliorarci. Domani faremo un altro allenamento, una mini rifinitura che potrà essere indicativa. E' l'identità che conta, non chi scenderà in campo. Abbiamo preparato diverse situazioni, domattina avremo una verifica ulteriore. Sepe non ci sarà, toccherà a Belec ma ha sempre dimostrato di essere un ragazzo valido e concentrato. Mi fido ciecamente di lui, come di ogni calciatore a mia disposizione. In questa partita non conta granché il discorso tecnico-tattico, quanto la voglia di mettere in campo tutte le componenti che ci hanno permesso di arrivare sin qui".
Come commenta la scelta della società di promettere un premio in caso di salvezza?
"Sono venuto qui in conferenza con la maglia "7%", la sfida era talmente stimolante che non ci ho pensato un secondo. Il presidente è stato sempre vicino alla squadra, sono soddisfatto dell'impegno che società e direttore hanno messo. Ci hanno messo nelle condizioni di esprimerci, per questo dico che voglio che la storia acquisisca un senso definitivo. Voglio che un giorno si parli della Salernitana e dei tanti aneddoti che ci hanno accompagnato in un percorso da brividi".
Il gruppo ha voglia di togliersi qualche sassolino rispetto ai tanti che parlavano da mesi di retrocessione sicura?
"Non abbiamo nessun sassolino da togliersi, ho raccolto quelli che le persone hanno portato qui con voglia, dedizione ed entusiasmo. Una cosa che mi ha gratificato enormemente è vedere la gente al nostro fianco, in casa e in trasferta. Domani scende in campo l'intera Salerno sportiva, non solo undici calciatori con la maglia granata. Occorre la consapevolezza che l'unione fa la forza, da soli non si va da nessuna parte. Anche i tifosi devono dare tutto quello che hanno, ancora una volta".
Che Udinese dobbiamo aspettarci e quali insidie nasconde questa partita?
"E' una squadra che darà il massimo, variano spesso sistema di costruzione del gioco grazie alla presenza in rosa di calciatori forti fisicamente ma anche tecnicamente. Ma io sono concentrato sulla Salernitana. Dobbiamo crederci fino alla fine, non dobbiamo fare nulla di diverso rispetto a quanto fatto nelle gare precedenti e in questo percorso così bello. Giocheranno la loro partita, come giusto che sia. Ma noi siamo pronti".
Qual è l'errore da non commettere?
"Non risponderei mai a questa domanda. Io devo dire "cosa dobbiamo fare", non cosa va evitato. Voglio una Salernitana che interpreti bene le tre altezze di campo, che sia sempre concentrata, che non perda la convinzione di potercela fare, che produca gioco e che sfrutti a suo vantaggio ogni evento e situazione. Conta ciò che voglio, non ciò che non devo".
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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