Empoli-Pordenone. Sei infortunati. Due squalificati. Cinque contagiati. Totale tredici assenti. Diciotto presenti: della prima squadra oltre agli undici in campo ci sono solo Bindi e il subentrato Secli, gli altri cinque panchinari sono ragazzi della primavera che, sommati assieme, non raggiungono l’età di cento anni. Tra loro i fortunati Foschiani e Turchetto oggi potranno raccontare, tornati a casa, di aver giocato per la prima volta una partita di Serie B. Il modulo è stravolto, per la prima volta da tempo immemorabile non è più il 4-3-1-2 ma un inedito e raffazzonato 5-3-2 con diversi fuori ruolo: Biondi esterno difensivo, un eroico Scavone in mediana per novanta minuti nonostante i problemi muscolari e un dito rotto, Musiolik unico attaccante di ruolo titolare affiancato da Mallamo e costretto a un superlavoro. Chi normalmente rimarrebbe in panchina gioca l'intera partita: capitan Stefani, abituato a essere seconda scelta, mette per la prima volta la fascia al braccio e scende da subito in campo, Rossetti si impegna al massimo per non essere da meno dei colleghi che normalmente fa rifiatare. E Chrzanowski.

Non condanno Chrzanowski, perché una sfortunata autorete non cancella l’impegno da lui dimostrato in tutto il match, ammirevole soprattutto se lo si confronta con la sua eccessiva discontinuità che lo relega da inizio anno al ruolo di panchinaro. Condanno invece Falasco. Ovviamente non so cos’abbia detto a La Penna, il quale ultimo si è mostrato fiscale anche in altre occasioni, ma non è la prima volta che il 54 eccede nelle proteste e in una situazione delicata come questa non era proprio il caso di recriminare. Anche senza di lui, comunque, il Pordenone mi ha davvero smentito. Ero a dir poco scettico su una reazione d’orgoglio da parte dei ramarri dopo le ultime deludenti prestazioni e invece eccola qui, in estrema emergenza, in dieci per tutto il match e contro la prima della classe.

Senza dubbio l’Empoli è apparso più spento del solito, ma è un eufemismo affermare che si sia giocato a una porta sola e il Pordenone ha strenuamente resistito fin quasi all’ultimo. Da questa grinta si può e si deve ora ripartire. La speranza è ora quella di recuperare più giocatori possibile per il match di sabato contro il Pisa, decisamente più alla portata. Per intanto è giusto applaudire questi ragazzi che si sono battuti fino all’ultimo per un’impresa che stava diventando non più impossibile.

Sezione: Focus / Data: Mer 17 marzo 2021 alle 09:00
Autore: Alessandro Poli
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