Sono settimane per il mondo del calcio italiano che definire movimentate è probabilmente un eufemismo. L’inchiesta Prisma e il caso plusvalenze riguardanti in primo luogo la Juventus sono ormai entrati nel vivo e diventati un tema quotidiano, con la prima sentenza che è arrivata nella scorsa settimana: - 15 punti di penalizzazione alla Juventus, che di colpo si è ritrovata dalla zona Champions League a metà classifica. Una sentenza che ha visto l’Udinese “approfittare” di questo fatto per riportarsi momentaneamente al settimo posto, posizione che potrebbe essere valida al termine della stagione per l’ingresso alle Coppe Europee (in questo caso, la nuova Conference League).

Il club bianconero però resta comunque sull’attenti, interessato a capire gli sviluppi della vicenda plusvalenze specialmente nel secondo filone di indagini, alimentate ulteriormente dal processo sportivo e alle intercettazioni ricavate dall’inchiesta Prisma e messe agli atti. Se il -15 subito dalla Juve nella prima sentenza sembra aver momentaneamente archiviato questo primo filone senza aver penalizzato gli altri club inizialmente “coinvolti” (Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Novara e Pescara), il discorso potrebbe essere invece diverso per quanto riguarda appunto il secondo filone. Tenendo conto delle parole dei dirigenti juventini intercettati, in questo processo anche l’Udinese potrebbe risultare in una minima parte collegata alla Juve, specialmente per i rapporti che i due club hanno avuto nell’affare Mandragora. Per quanto concerne il club friulano, tutto girerebbe attorno alle parole del direttore sportivo della Juventus Next Gen, Giovanni Manna, che a colloquio con Marco Storari, ora dirigente juventino, avrebbe detto “Siamo stati costretti a comprare Compagnon per 4 milioni e mezzo e a prendere Palumbo in prestito”. Dettagli di un’operazione ai margini dell’affare che ha portato Rolando Mandragora in terra friulana: nell’estate 2018 il centrocampista arrivò all’Udinese per 20 milioni di euro, con la Juventus che dopo due anni avrebbe potuto esercitare il diritto di “recompra”. Diritto poi esercitato, quando l’Udinese, stando al comunicato ufficiale del club, incassò 10,7 milioni + 6 di bonus, piazzando successivamente appunto Compagnon ai bianconeri di Torino per 3,95 milioni, arrivando ad una cifra totale di 20,65 milioni. Un risultato che portò la Juventus ad ottenere una momentanea plusvalenza e l’Udinese ad ottenere una cessione vantaggiosa di un prodotto del vivaio.

Questo è dunque il filo che lega le due società bianconere nell’attuale inchiesta sulle plusvalenze e sulla manovra stipendi. I dubbi restano e sono legittimi anche nel popolo bianconero friulano. La domanda principale resta però una su tutte: basta uno scambio per essere coinvolti e far parte di quello che ora sembra essere definito “sistema Juve” a cui i pm di Torino si riferiscono indicando dei “rapporti di partnership”? Questo ancora non ci è dato saperlo e probabilmente bisognerà attendere ancora diverso tempo per il responso ufficiale. Nel frattempo ciò che può fare l’Udinese è attendere e concentrarsi al cento per cento sul fattore campo, per evitare possibili rimpianti al termine della stagione creati da una situazione extra campo che pare assai complessa.

Sezione: Focus / Data: Mer 25 gennaio 2023 alle 16:30
Autore: Mirko Mauro / Twitter: @mirkomauro95
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