Non si ferma la querelle sulle scritte Dacia Arena fuori dallo stadio. La parte amministrativa si è chiusa da poco, la Cassazione a sezioni unite ha dichiarato inammissibile il ricorso di Udinese Calcio. La società sperava di ribaltare i verdetti di primo e secondo grado (Tar e Consiglio di Stato) che la costringerebbero a rimuovere le scritte. Ora si passa alla causa civile, dove l'Udinese chiede che le sia riconosciuto il diritto "pieno e incondizionato" al mantenimento delle insegne. Si andrà in appello, visto che il tribunale di Udine ha respinto anche questo ricorso.

L’udienza davanti al collegio triestino è stata fissata per il prossimo 4 aprile. Questo il commento del sindaco di Udine Pietro Fontanini: "La Corte di Cassazione, a sezioni unite, ci ha già dato ragione, stabilendo che la scritta va tolta. L'Udinese è passata alla parte civile, ha perso di nuovo e ora si passa all'appello. Temo che la querelle terminerà solo quando scadrà l'accordo con la Dacia".

La tesi su cui battono gli avvocati bianconeri è molto chiara, giuridicamente la scritta: "È la denominazione commerciale dell’impianto sportivo, secondo un modello contrattuale di sponsorizzazione del “naming right”, appartenente a una dinamica negoziale atipica e di nuova generazione, pertanto non va ritenuta riconducibile ad alcuna delle classificazioni di cui all’articolo 23 del Codice della strada. Le insegne, non avendo valenza pubblicitaria, non richiedono alcuna forma autorizzativa da parte del Comune, anche in quanto prerogativa dell’Udinese, quale proprietario superficiario dello stadio".

Sezione: Focus / Data: Mar 05 febbraio 2019 alle 12:24
Autore: Davide Marchiol
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