Forse è prematuro parlare di un ritorno al passato. Tuttavia, la nuova Udinese di Mister Gigi Delneri presenta qualche tratto comune con altre formazioni bianconere delle stagioni precedenti. È tornata ad essere una squadra compatta e solida, più attenta alla concretezza che al bel gioco. Ma, soprattutto, i friulani sono tornati ad investire prepotentemente sui giovani, creando un mix interessante tra promesse in rampa di lancio e veterani.

In particolare stupisce la crescita esponenziale di Jakub Jankto e Seko Fofana. Approdati inizialmente in Friuli con l’obiettivo di fare esperienza, hanno dimostrato con prestazioni sempre più convincenti di essere in grado di caricarsi sulle spalle la squadra. E lo hanno fatto in modo sorprendentemente maturo per la loro età (il ceco è un classe 1996, il francese è nato nel 1995). Gara dopo gara, si sono conquistati la fiducia del nuovo tecnico. Solidi e concreti: hanno messo in mostra una notevole fisicità ed un cinismo non indifferente sotto porta per essere due centrocampisti.

Questa improvvisa esplosione di giovani talenti ha un sapore di deja-vu. Riporta indietro a qualche stagione fa, quando l’Udinese era una palestra importante per tanti ragazzi provenienti da diverse parti del mondo, pronti a farsi valere nel calcio italiano. Bonato aveva promesso nel corso del mercato estivo un ritorno al passato. Detto e fatto. I giovani interessanti ci sono. Mancano gli italiani, che il direttore sportivo intendeva riportare all’Udinese per rimpiazzare i partenti Di Natale, Pasquale e Domizzi. Finora Angella non ha inciso ed è finito indietro nelle preferenze di Delneri, soppiantato da Samir, Felipe e Danilo. Forse ci sarà spazio nel mercato di riparazione, a gennaio, per provare a ricostituire un nucleo azzurro all’interno del gruppo con meno giocatori autoctoni impiegati in tutti i campionati principali. Ovviamente, sempre che a Delneri vada bene. Finché i risultati danno ragione, perché cambiare?

Sezione: Focus / Data: Sab 12 novembre 2016 alle 08:00
Autore: Federico Mariani
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