Per l'ultima puntata della stagione di Spazio Sport, in onda su Radio Spazio, è intervenuto ai nostri microfoni l'ex presidente dell'AUC Michele De Sabata.

Le parole di Jankto e il nuovo modo di fare calcio: “Penso che le parole di Jankto sollevino ulteriori dubbi sulla situazione dello spogliatoio. La situazione allenatore mi preoccupa poco perché poi alla fine dovrà fare con quello che gli darà la società, dipenderà da quello il suo lavoro. Il mercato ad Udine è cambiato da tanti anni, lavora a livello europeo con circa 100 cavalli di razza in borsa, da lì poi si va a pescare, è un deposito di calciatore. Fino adesso l’unico metodo per sopravvivere è stato questo. Buona parte dei soldi che servono arrivano dai diritti tv, poi le cessioni ti davano i soldi per completare il bilancio e per intervenire sul mercato. Adesso la situazione è un po’ cambiata, le plusvalenze fanno ora parte di un altro mondo. C’è un nuovo sistema di fare calcio, andando a comprare giocatori sia per l’Udinese che per il Watford, per poi assemblare le due squadre, questo si fa a livello europeo e questo ora fa Gino Pozzo. Ora si va nel ritiro austriaco a vedere 60 giocatori, non la squadra che si prepara per la nuova stagione. La prima settimana va tutta nell’effettuare test medici e atletici, neanche in tre campi puoi tenere 60 giocatori, ma il grande numero non è un problema, questi devono allenarsi perché fanno parte del portafoglio, poi per ognuno si decide il dafarsi”.

La proprietà: “La cosa sicura è che abbiamo una proprietà solida economicamente e quindi i giocatori arriveranno. Il manager che abbiamo viaggia senza sosta in tutta europa e arriverà un'altra infornata di ragazzi da cui si spera venga fuori qualcosa di buono”.

La squadra B: “La squadra B l’Udinese non la può fare perché in graduatoria l’Udinese è terzultima. Poi la situazione delle giovanili fa paura. L’HS ha espanso il settore giovanile in tutta Italia, abbandonando i grandi vivai locali che sono andati ad altre squadre. Ci sarà tantissimo lavoro per la ricostruzione”.

I tempi che cambiano: “Io sono un tifoso sorpassato, non faccio più parte di questo sistema di vivere una squadra e una società di calcio. Non ci sono più i giocatori che ti trasmettono dei valori, che ti comunicano qualcosa. I Poggi e i Bierhoff per strada non li incontri più. Non è più il mio mondo e rincorrerlo è utopia perché non si fa più calcio in questo modo, in questo do ragione a Gino Pozzo. Una volta un Franco Causio era in spogliatoio, non in Tv, a insegnare ai ragazzi come si gioca a calcio. Adesso sono anche loro fuori da questo mondo (Causio era team manager dell’Udinese della stagione 1998-1999 con Guidolin)”.

L'errore che sarebbe stato individuato è: “L’errore che hanno individuato sta nello staff, che è completamente nostro. All’interno dello stadio ci sono macchinari super all’avanguardia, che fanno invidia alle grandi strutture nazionali, lì se c’è da spendere si spende. Il paròn non voleva più professionisti che se ne andavano ogni anno a fine anno con tutti i dati dei calciatori in tasca. L’Udinese dal punto di vista dei mezzi ha fatto un miracolo, ma c’è stato un problema enorme, perché Delneri ha un modo suo per preparare la squadra e aveva preparato il richiamo a dicembre. Poi è stato esonerato ed è arrivato Oddo che si è trovato il lavoro di un altro, poi è stato desautorato chiamando un preparatore esterno ad attestare che qualcosa non funziona. È chiaro che chi c’è prende armi e bagagli se ne va. Quindi verrà reimpastato lo staff e viene preso un allenatore giovane che non ha uno staff suo”.

Sezione: Esclusive / Data: Mar 05 giugno 2018 alle 10:00
Autore: Davide Marchiol
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