A Tutto Serie D ha parlato il direttore sportivo del Cjarlins Muzane Massimiliano Neri. Queste le sue parole.

La vittoria contro il Caldiero:

“È stata una vittoria fondamentale, venivamo da buone prestazioni senza punti, penso alla gara con il Legnago per esempio. Con il Caldiero siamo andati sotto subendo un solo tiro in porta, una situazione che ci ha fatto subito vedere dei fantasmi. Poi c’è stata una reazione importante su un campo per giunta ai limiti della praticabilità, è una squadra che sta prendendo forma con un mister nuovo, un’identità diversa e un modulo diverso. È ossigeno puro. All’intervallo ho guardato la classifica, eravamo a 12 punti con il Montebelluna a 15, rischiavamo di finire veramente sotto un treno”.

Cosa non ha funzionato nel blackout che vi ha fatto scivolare così indietro in classifica?

“Se lo chiedono i giocatori che erano in rosa e che sono andati via, i procuratori, gli addetti ai lavori, ci sono tanti punti di domanda… era una stagione iniziata con un progetto diverso e un mister che aveva un’idea tattica diversa. Siamo andati per tutta Italia a caccia di ragazzi adatti al gioco di Tiozzo, fino alla sesta giornata sembravamo una delle squadre da battere, poi non saprei, forse c’è stato un calo fisico, che si è notato spesso nei secondi tempi. Poi quando le squadre hanno messo più grinta e corsa siamo un po’ andati in difficoltà. Il tracollo penso sia arrivato a Bolzano, quando abbiamo preso 4 gol in 14 minuti, lì probabilmente è successo qualcosa a livello mentale. Forse la squadra si è dimostrata un po’ carente a livello di personalità nei momenti critici. Anche a Mestre non si capisce cosa sia successo, finire 7-1 è stato imbarazzante e le colpe sono un po’ di tutti, in questo momento sei ultimo, ti becchi tante critiche che sono anche corrette, ma ci sono tante piccole cose da analizzare, abbiamo due punte importanti che non sono mai riuscite a giocare, giocare senza attaccanti veri, con D’Appolonia che non è una punta di riferimento, con Cattaneo sottopunta ma che non riesce a fare un gioco molto fisico… tante piccole cose da analizzare. Chiaro che poi arrivi ad un punto dove devi stravolgere tutto”.

Cosa manca sul mercato?

“Calcolando che Gjoni se ne dovrà probabilmente tornare via per problemi familiari e che Di Maira rientrerà a fine febbraio davanti siamo sempre contati. Per fortuna è rientrato Calì, un giocatore importante per la categoria, capace di fare reparto da solo. Diamo un’occhiata quindi a questo reparto. Poi dire che siamo abbastanza tranquilli non è vero perché a settembre eravamo tranquilli e poi il campo ci ha smentito, il campo dà sempre le sentenze”.

Cuomo e Aliou nomi realistici?

“Sono giocatori forti, ma al momento non sono strade percorribili, il Chioggia non cede giocatori, avevo cercato Ndreca che è andato al Ravenna. Il campionato è tutto da vedere ancora, quindi i club non vanno a rinforzare potenziali dirette concorrenti, comunque la squadra nostra è già importante, abbiamo occhi anche fuori dal nostro girone e a gennaio ci sarà il mercato della Serie C”.

Cosa manca per vedere completato il nuovo Cjarlins Muzane?

“Potrebbe mancare qualche ora se riusciamo a fare una punta, abbiamo lavorato anche su qualcosa per il prossimo anno. Dionisi, Nunes, Calì, Forte sono ragazzi che potrebbero sposare un progetto un po’ più ampio. Da ds ci metti la faccia, questo sembra talvolta un porto, sembra ci sia sempre confusione a Carlino e a tratti forse c’è stata effettivamente confusione. Ci sono state critiche, abbiamo cambiato mister con un tecnico che ha richieste diverse, cambi tanti giocatori e ti prendi inevitabilmente un po’ di critiche”.

Di nuovo sul ritorno alla vittoria e le prospettive future:

“Questa vittoria ci voleva come il pane, è bastato vedere l’entusiasmo dei nuovi arrivati, si stanno conoscendo e a livello di personalità di squadra c’è probabilmente più cattiveria. Ora c’è bisogno di continuità, sabato dobbiamo giocare per raggiungere il Levico a 18 punti. Chiaro che se poi darai un po’ di continuità di risultati si può ancora ribaltare tutto ma non dobbiamo pensarci, perché quando abbiamo pensato che andasse tutto bene abbiamo preso sberle in faccia. Il calcio, comunque, è fatto di momenti, in questo momento ci piove addosso di tutto ed è giusto così, tra magari qualche mese saremo i migliori e improvvisamente avremo fatto tutto perfettamente. In questo momento dobbiamo pensare da squadra operaia che deve mangiare fango. In poche partite potrebbe cambiare tutto e stiamo lavorando affinchè succeda”.

Sezione: Esclusive / Data: Ven 16 dicembre 2022 alle 19:28
Autore: Davide Marchiol
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