Intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, Vito Nobile ha fatto il punto della situazione in casa Apu Udine.

Dal Benedetti ad oggi sempre con l’Apu Udine:

“Ho fatto tanta strada da quella volta è vero, ho cominciato ad approcciarmi da quella volta all’ambiente professionistico. Lo vedevo come un hobby prima, Udine mi ha insegnato che la pallacanestro può essere un lavoro a tutti gli effetti e sono cresciuto insieme a questa società”.

La tua stagione?

“Quest’anno inizialmente ero molto carico, purtroppo poi ho avuto un periodo con diversi acciacchi fisici che si sta prolungando. Io mi sento bene con i compagni, con tutta la società, ora devo solo tornare ai miei ritmi”.

Da dove siete ripartiti con Finetti?

“Siamo ripartiti da cose semplici che sembrano quasi concetti da minibasket, essere aggressivi sulla palla, passarcela, poche regole ma fatte bene. Sono cose che si insegnano ai bambini ma fatte a una certa intensità anche mentale servono molto, perché siamo bravi e con talento, dobbiamo fare un passo indietro personalmente e uno verso la squadra, un passo che ancora non si vede molto, non è che non ci sia. Sono arrivati due giocatori diversi per caratteristiche rispetto a chi è andato via e ora stiamo cercando di ripartire. Da quando c’è coach Finetti abbiamo vinto due e perso con Cento, ma credo sia stata una sconfitta diversa, c’è stata molta lotta. Sempre persa è, quindi non va bene, però credo la strada sia giusta”.

Dove può crescere questa squadra?

“Possiamo migliorare in tanti aspetti se non tutti, Alessandro e Monaldi si sono inseriti in punta di piedi in un gruppo forte, si sono accorti anche loro che ci manca qualcosa, stanno cercando di portare il loro apporto anche a livello emotivo. In allenamento si vede un cambio di entusiasmo. C’è qualcosa di diverso. Siamo una squadra nuova, c’è sostanzialmente un capo allenatore nuovo che deve riformare le priorità della squadra. A gennaio ci ritroviamo a ricostruirci sostanzialmente, quindi sì si può migliorare su tutto quanto”.

Meglio avere un down del genere subito?

“Meglio aver questi down subito piuttosto che finire male, abbiamo visto nell’ultimo biennio cosa vuol dire, quando ci siamo infranti alla fine. Adesso dobbiamo lavorare per trovare una quadra precisa. Prendo me come esempio, è un mio pensiero, non è che io non posso portare su la palla, ma in questa squadra c’è chi lo fa meglio di me, dobbiamo trovare questa quadra qua. Poi colpe specifiche non ce ne sono ed è inutile cercarle”.

L’apporto dei tifosi?

“Ringrazio i tifosi venuti a Cento, il Settore D non manca mai, ringrazio l’Apu Fan Club che si sta espandendo. Conosco i ragazzi del Settore D, ci sentiamo spesso, il sostegno da parte loro ci sarà sempre, quindi forza e andiamo avanti”.

L’americano più forte con cui hai giocato?

“Pensavo ad Allan Ray, mi ricordo ancora la partita a Roseto, Ray contro Smith. Squalifica di Briscoe? Non credo sia nata da Cento ma dalla stagione, lui ha un po’ questa modalità qui, che però in Italia non si può fare. Poi è tutto discutibile, noi talvolta facciamo le rimesse e abbiamo quelli degli sponsor avversari che ci dicono  di tutto, quello si può fare e questo no? Sta di fatto che in Italia non si può, ma lo stiamo aiutando ad adattarsi in questo”.

Forse l’anno con Ramagli interrotto dalla pandemia era quello giusto…

“Quell’anno lì prima del Covid venivamo da sei successi consecutivi, eravamo veramente in gran forma…”.

Sezione: Esclusive / Data: Ven 20 gennaio 2023 alle 20:53
Autore: Davide Marchiol
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