E’ strano il regalo di Natale che i tifosi dell’Udinese troveranno sotto l’albero dell’Impero Pozzo. Non viene dall’Inghilterra, non viene dalla Spagna. E’ non solo un perfetto Made in Italy, ma addirittura un Made in Friul.

Babbo Natale Delneri ha fatto diventare, quell’accozzaglia di giocatori che eravamo abituati a vedere l’anno scorso, una squadra. Lasciatemelo dire, per me buon merito lo ha avuto il lavoro sulla fase difensiva di Iachini e la saggezza del “vecchio” di Aquileia, che non ha rivoluzionato, ma ha costruito sulle fondamenta mettendoci del suo. La stranezza di questo regalo è che è piccolo, umile e la confezione è molto più bella del regalo.

Il regalo è un punto in più rispetto al girone di andata dello scorso anno quando manca ancora una partita, contro l’Inter, in casa. Vogliamo cercare il pelo nell’uovo? L’anno scorso, contro le ultime quattro squadre, avevamo totalizzato 7 punti su 12. Quest’anno ne abbiamo infilati 12 su 12. Segno evidente che ne abbiamo persi altrove, con squadre di altro spessore. Ma non era forse quello che tutti invocavamo? Una squadra per la salvezza che vinca contro squadre per la salvezza. Gli anni scorsi, troppe volte abbiamo visto un’Udinese in formato marketing, degenerazione di una (secondo la mia opinione) giusta politica di valorizzazione. L’Udinese giocava bene contro le grandi, specialmente contro le squadre che pagano alti ingaggi, e poi si addormentava con chiaro dolo contro le squadre meno blasonate. Segno che non si giocava per la maglia, ma solo ed unicamente per se stessi, per vendere o per essere venduti.

Un punto in più, figlio di prestazioni importanti proprio contro le squadre meno forti, con prestazioni da gruppo coeso. E visto che ci siamo, visto che le voglio dire tutte, aggiungo che non me ne frega nulla se Danilo perde la testa in allenamento e “mena” qualche compagno. Sono giovani, sono atleti e vivono anche di queste cose. Ciò che importa è il senso di squadre che si respira in campo. De Paul che torna in difesa a difendere, Zapata che recupera un pallone pochi metri fuori la nostra area, Monsieur Thereau che scende a centrocampo a dare una mano a Kums. Ma ancora, ancora più importante: Matos Angella e Faraoni! Tre giocatori che dovevano vivere ai margini della rosa, del “progetto" entrano e si fanno trovare pronti, ben integrati nei movimenti di squadra. Nessuno di voi ha notato che Faraoni ieri sera si spingeva spesso in avanti per andare a servire in verticale rasoterra Zapata? Gli altri tre difensori scivolavano a destra a coprire la zona di campo. Eppure Faraoni dovrebbe essere unminus panchinaro”, molto in basso nella scala gerarchica della squadra; e invece… tutti sono utili, nessuno è indispensabile. Ricordo che quando intervistai De Biasi al Modena (dalla C1 alla A in due campionati) per la mia tesi di laurea, mi disse “Siamo un buon gruppo perché qua non esistono i panchinari, tutti si sentono importanti”, eppure quel Modena cambiava pochissimo formazione da una domenica all’altra. Sembrava un controsenso, era invece un paradosso organizzativo. Stiamo vivendo la genesi dello stesso senso del gruppo.

Un punto in più con una rosa costruita meglio e più forte rispetto l’anno scorso. E’ poco? No, è tantissimo, perché è un regalo impacchettato con la migliore delle confezioni: il bel gioco. Contro la Sampdoria abbiamo visto un ottimo primo tempo con azioni d’attacco manovrate con passaggi di prima. E’ un regalo impacchettato con la migliore delle confezioni: una società che ha smesso di parlare a vanvera ed anzi ha riportato a Udine quella sana disciplina (vedi il caso Danilo) che qua mancava da tempo. Con un DS che parla poco, ma parla bene.

Ora c’è il mercato di Gennaio, che sempre ha distratto i nostri, negli ultimi anni. Penso, prevedo, ne sono abbastanza certo, che quest’anno il calo sarà senz’altro inferiore agli scorsi campionati. Abbiamo una difesa con un 4+2 assolutamente di affidamento (quel +2 è italiano, si chiama Angella & Faraoni). Abbiamo un buon centrocampo, abbiamo un attacco che sa segnare e con una panchina importante. Potremmo addirittura, lo dico sottovoce, schierare Faraoni dietro e Widmer nel suo ruolo più consono, per fare un favore tattico a quell’artigiano di bottega del calcio, tanto diverso e tanto uguale a Bagnoli, che risponde al nome di Gigi da Aquileia.

A volte, i regali più piccoli e umili, sono i più belli! Viva il Friuli, viva l’Udinese!

 

Sezione: Editoriale / Data: Ven 23 dicembre 2016 alle 16:10
Autore: Giacomo Treppo
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