Un pareggio che non serve a nessuno quello maturato al "Friuli", che sbiadisce il sogno tricolore del Napoli e infrange le ambizioni europee dell'Udinese. Pur costruendo qualcosa in più, l'undici schierato da Mazzarri non è stato in grado di dominare sul piano del gioco né tanto meno di scardinare la difesa friulana, che si conferma ancora una volta il reparto più solido, affiatato ed efficace: dato agrodolce, quando i riflettori si concentrano sulla retroguardia significa che l'attacco lascia a desiderare, e l'Udinese non fa eccezione. Ancora a secco Di Natale, ma non si può sempre confidare nei suoi gol inventati dal nulla, in quei controlli che poi sono carezze e che fanno sembrare semplice quello che semplice non è. Prima o poi a Udine dovranno farsene una ragione: serve un'alternativa, e bisogna costruirla adesso se non si vuole che il dopo-Totò si riveli uno shock. Questa Udinese è strutturata per contenere e poco altro, Muriel potrà anche dare un po' di brio con le sue ripartenze a tutto gas, ma non può frenare la nostalgia per quella squadra che giocava a fare la grande, amalgamando perfettamente corsa e fantasia: difficile trattenere a lungo i pezzi pregiati, d'accordo, ma perché privarsi in blocco dei vari Abdi, Torje, Fabbrini?

Non ingannino le reti inviolate, Udinese e Napoli non hanno annoiato, giocando su buoni ritmi e creandosi varie occasioni per sbloccare il risultato: fortuna e lucidità hanno latitato, questo è il problema. Nessun dubbio sul migliore in campo, e scoccia dirlo: Armero ha dominato sulla fascia di competenza, limitando di conseguenza l'incidenza di Basta, macinando chilometri e spedendo in area ottimi cross. Avesse giocato così negli ultimi mesi a Udine...
Dopo pochi minuti Pasquale tenta già l'incursione in area partenopea, chance controbilanciata dal bel cross di Mesto mancato da Cavani, errore che inganna Padelli e per un pelo non si trasforma in velo per l'accorrente Insigne; il bomber uruguayano ha voglia di segnare, lo si vede da quanto corre e si impegna, ma la frenesia non lo porterà lontano.  Al 17' Di Natale sforna l'azione più bella della partita, mettendo giù un lancio di trenta metri con una classe imbarazzante per poi concludere con un diagonale alto, non centra lo specchio ma poco importa, è comunque poesia. Al 36' ottimo intervento di Padelli su un colpo di testa di Hamsik schiacciato a pochi passi dalla porta: nel corso della partita il portierone di Lecco non avrà un gran da fare, a conferma del sostanziale equilibrio tra le due formazioni in campo. In chiusura di tempo altra occasione per il capitano, che semina la difesa azzurra ma il suo tiro finisce alto sopra la traversa. Il Napoli non si fida delle punte friulane, si mantiene cauto cercando di sfruttare spazi sulle fasce e ripartenze, atteggiamento del tutto simile a quello dei padroni di casa.
Nella ripresa l'Udinese avrebbe ancora la possibilità di portarsi in vantaggio, se Pereyra non riuscisse nella difficile impresa di sparare alto un pallone a un metro e mezzo dalla linea di porta. Il Napoli, dal canto suo, risponde con Hamsik – girata di sinistro al volo, colpo complicato ma lo slovacco non sembrava crederci realmente – e Armero, che da sinistra mette in area un ottimo pallone per Cavani, anticipato da un monumentale Domizzi. In parità anche il computo dei rigori negati dall'arbitro Damato, uno su Cavani e uno su Muriel: il fischietto pugliese non sarà bravo ma almeno è onesto. Nel finale il Napoli tenta si sciogliere l'enigma Udinese, ma la retroguardia bianconera non si scompone facendo valere, ancora una volta, la legge del “Friuli”.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 26 febbraio 2013 alle 09:01
Autore: Federica Zille
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