Ok, la sfortuna. Ok, l'Udinese prende due pali di cui uno a portiere battuto. Ok, Russo nel secondo tempo inverte falli su falli tutti a favore del Bologna. Ok... ma vincere, si fa così tanta fatica? Ennesimo errore difensivo, ennesimo errore di Danilo, in compartecipazione con Heurteax, ed ecco che stiamo qua a commentare un'altra sconfitta. Quali scuse troveranno stavolta? Il campo? Gli infortuni? L'allenatore?

La realtà è che l'Udinese non segna gol, che pochi vanno al tiro, che per l'ennesima stagione la squadra si ferma nel girone di ritorno. Tale e quale all'annata scorsa, quando la squadra allenata da Stramaccioni decise che giocare un girone intero era un optional, visto che si era già salvi e gli obiettivi della società sono altri.

Abbiamo l'attacco peggiore di serie A, è ufficiale. Segna di più il Carpi, segna di più il Frosinone, segna di più il Palermo che cambia un allenatore a settimana. Perché? Perché manca il cuore, manca la voglia e mancano i soldi (da spendere, che quelli degli stipendi arrivano fin troppo puntuali). Sì, tutti hanno lottato fino alla fine, ma queste sono partite che devi vincere 2 a 0 e invece l'abbiamo persa.

A Udine manca la responsabilità. Finché si dà la colpa all'allenatore di turno, finché si continua a tenere giocatori inadatti o aggiustare la squadra solo con svincolati per risparmiare anche poche centinaia di migliaia di euro; finché chi sbaglia non viene sostituito, non c'è futuro per l'Udinese. Il settore tecnico fa il marketing, e nessuno fa il settore tecnico. I nove milioni spesi a gennaio potevano essere spesi meglio in estate. Sia chiaro, gli arrivi sono tutti discreti giocatori se non buoni, ma lo stesso fatto di rincorrere gli errori è un segno di debolezza. L'impero dei Pozzo è ora la mediocrità. E i suoi eroi (li definì così all'inizio della stagione) sono l'emblema di questa mediocrità.

E' veramente difficile commentare una sconfitta come quella subita oggi. Verrebbe da dire che siamo stati sfortunati, è vero. Ma quando non segni mai gol la sfortuna ti perseguita! Uno contro il Carpi, uno al Palermo, uno all'Empoli e uno al Milan. Nelle ultime sette partite abbiamo segnato la bellezza di quattro gol (ne abbiamo presi un po' di più...). Alla squadra mancano i movimenti sulle punizioni; i calci d'angolo vengono messi quasi tutti sul primo palo. Se non segna Zapata nessuno ce la fa, anche perché monsieur Godot (in arte Thereau) gioca a sprazzi. Sono ormai troppi i giocatori che calano nel secondo tempo. Segno che ci si allena male, che ci si impegna poco. Mancano i leader, mancano i senatori e specialmente manca chi dovrebbe amalgamare il gruppo dall'alto della società. Scrivevo giorni fa che l'Udinese è come una nazionale: zero spogliatoio, poca tattica. Si va in campo e il tutto dipende dall'impegno di chi entra. Andava bene finché un certo sig. Di Natale salvava il posteriore ai compagni con una magia. Totò quest'anno non c'è. Manca lui e manca un numero 10, ormai da troppo tempo. Persi fra acquisti impresentabili o fuori ruolo (Torje, Maicosuel, Ranegie...). Gli attaccanti buoni costano e si pensa a risparmiare.

Mancano anche i gol dei centrocampisti. Se pensiamo che uno dei “bomber” della squadra è Badu, beh, il ghanese è un ottimo faticatore, ma non si può aspettare che sia lui la punta di diamante di un settore in crisi perenne. Intanto Zielinski ha fatto due gol e cinque assist (sette gol significa il 33% dei gol segnati finora lasciati ad Empoli), Verre un gol e tre assist. Chi ha i piedi buoni viene mandato lontano e non torna.

Ed ora? Non ci resta che sperare che Carpi e Frosinone non facciano il miracolo, perché hanno un attacco più forte del nostro e si sa, a retrocedere solitamente è la squadra che segna meno. Lo sa il Bologna che oggi ci ha battuto, che due anni or sono è andato in B a forza di pareggi e sconfitte lottando senza tirare in porta.

Ultimo appunto a Colantuono, che prima della partita ha detto che avremmo vinto, che ce l'avrebbe messa tutta. Perfetto, però abbiamo perso. Ha detto che nel ritorno vuole fare più dei ventiquattro punti dell'andata. Perfetto, siamo a meno tre. Si rassegni, meglio tacere. Passerà come è passato Guidolin (definito inadatto in una società di eroi...), come è passato Stramaccioni. Si prenderà colpe non sue. Certo, se Zapata non si fosse rotto nella gara di andata ora avremmo più punti... ma nella gara di ritorno c'era, e segniamo poco lo stesso. Il prossimo anno andrà in un'altra squadra e farà meglio. Noi compreremo poco e male, come fatto negli ultimi anni.

Ormai la dimensione dell'Udinese è questa, e non perché sia una società di provincia o perché arrivino pochi soldi dalle TV, ma per una precisa decisione di chi comanda, di quel Gino Pozzo per il quale investire a Londra significa non investire qua. Una logica infantile. Se davvero l'Udinese fosse un impresa investirebbe su ben altri giovani calciatori, avrebbe una disciplina, allenamenti e progetti tecnici.

Rassegnamoci, il nostro campionato è finito. Solo che, se ci siamo salvati, lo sapremo a maggio.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 14 febbraio 2016 alle 17:56
Autore: Giacomo Treppo
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