Stagione importantissima in quel di Udine. Dopo cinque anni di sofferenze tutti, ma veramente tutti, dai tifosi, agli addetti ai lavori passando per la squadra stessa si aspettano la svolta e per far sì che ci sia la società ha preso decisioni forti. Tudor è stato confermato (ed era tutt'altro che scontato), Pinzi è stato confermato come assistente (altra cosa tutt'altro che scontata), è stato cambiato il reparto medico, con Tenore che ritorna dopo tre anni alla Juventus e infine come DT è stato preso Pierpaolo Marino, colui che completò il lavoro di Lo Monaco e gettò le basi per quella che sarebbe stata la grande Udinese della prima Udinese, senza dimenticare che diversi elementi del secondo grande periodo d'oro dei bianconeri furono portati qua proprio dal direttore, basti pensare a Totò Di Natale.

Dunque ci si è aperti al ritorno di elementi dal passato, cosa che di solito non era gradita ai piani alti. Una scelta però sicuramente è particolare. La società ha deciso di non confermare nessuno tra Behrami (capitano), Sandro e Hallfredsson, i tre probabilmente più esperti. De Paul è il vicecapitano ma è in partenza. La fascia di capitano va a Lasagna... ma perchè? Cosa ha fatto questo ragazzo per avere la fascia? Perchè essere capitano è un ruolo importantissimo che va oltre il semplice, nel caso di Kevin, scendo in campo e segno. Bisogna urlare ai compagni, incitare il pubblico, parlare con l'arbitro, dialogare con l'allenatore. Lo svizzero ad esempio, l'ultimo capitano, dialogava molto a suo tempo con Delneri, ma anche con tutti gli allenatori che si sono succeduti. L'ex Carpi non dà l'impressione di essere un ragazzo carismatico: spesso con la testa bassa, silenzioso, tendente al calo di morale dopo un errore. Non atteggiamenti da leader.

Se qualcuno non mi crede si riveda le partite in cui Lasagna ha giocato con Okaka. La carica dell'ex Roma era di cento volte superiore rispetto a quella del compagno e Stefano era appena arrivato in quel di Udine dall'Inghilterra, da un mondo all'altro, ma pronto a mangiare il pallone e l'erba. Ogni volta che riceveva una sfera sbagliata riprendeva il compagno, quando vedeva la squadra bassa sbraitava per farla alzare o dava uno strappo dei suoi per suonare la carica. Dare la fascia a KL15 è una mossa pericolosa, perchè è uno di quei ragazzi che sentono tanto la responsabilità. Pensate alla sfida del girone d'andata contro il Bologna, quando l'Udinese era sull'1-0 e proprio lui sbagliò la clamorosa occasione per chiudere i giochi. Dopo l'errore scomparve dal campo. Così non va bene. Anche l'averlo fatto testimonial della scorsa campagna abbonamenti fu un carico importante e infatti quest'anno, a parer mio giustamente, la società ha evitato di mettere giocatori in copertina.

Tudor parla sempre con Lasagna, alla fine di ogni allenamento, prima di ogni partita, perchè ora il ragazzo ha un ruolo fondamentale, che può incidere notevolmente sul morale di tutta la squadra, perchè lui è il capitano, lui è il faro di luce nei momenti di difficoltà, lui è quello che quando c'è una decisione dell'arbitro "strana" va e fa valere le ragioni dell'Udinese. Servirà un cambio caratteriale netto, come successe al ritorno dall'infortunio il primo anno, quando segnò praticamente in ogni partita e lì probabilmente si guadagnò tutto questo carico di stima. Lasagna dovrà avere quella cattiveria lì, non dovrà essere il Charlie Brown visto l'anno scorso, ma un lottatore. Certo, fa specie pensare che la fascia sia stata data a lui e non a un Troost-Ekong che è capitano della Nigeria e che ha esperienza da vendere... ma la decisione è presa e il ragazzo dovrà dare risposte, perchè ora guida i bianconeri, i colori che noi amiamo e per cui soffriamo. Che sia una guida illuminata.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 06 agosto 2019 alle 11:00
Autore: Davide Marchiol
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