Poco da dire: quando si ha appuntamento, presso una importante fiera di settore, con un distributore del Michigan e gli si chiede di ripassare, ché oggi c’è qualcosa d’altro ma in effetti l’altro si chiama Udinese, vuol proprio dire crederci. Crederci.

Crederci rimanendo in apnea per mezz’ora, assieme al collega curvaiolo della Nord, mentre la fatal Verona attorno non ci capisce, e Orsato la fa durare due secoli.

Alan dal Michigan peraltro lo aveva capito: ‘avessero giocato i Red Wings non ti avrei nemmeno dato appuntamento, see you on Tuesday’. Un sorriso, via.

La gara? Una bella partita.

Lo so, lo so: qualche verginella di ‘quello prima’ stigmatizza il comportamento delle due squadre in campo, evocando dilettantesca attenzione nelle reti subìte dalle due formazioni: io invece ho visto due squadre che giocano al calcio, seppure in maniera diversa: a beneficio di tutti, faccio notare come il torpedone sia rimasto ben parcheggiato nell’ampio e preposto spazio fuori dagli spogliatoi.

L’Udinese fa sette (punti) su nove, si issa a 32 (pari con S.P.A.L.), gira la stagione a proprio vantaggio. E proprio non capisco chi schiuma rabbia oggi che le cose vanno decisamente meglio della deriva ‘nientistica’ di cui si era preda fino a qualche settimana fa. Lo dico non con la volontà di chi vuole veder partite perse pur di dire ‘ecco, visto?’, questi omini che si evirerebbero per far dispetto alla compagna: lo dico, chi mi conosce lo sa, da uomo deluso dal comportamento di Davide il lusernese, uno che da noi ha mostrato il dieci per cento, quello meno positivo, di quanto sa fare.

Mi tengo Tudor, e come chiedevo per Nicola, (se le cose continuano così) gli venga concessa una meritata chance che forse già l’anno passato gli sarebbe spettata.

Mi tengo Tudor anche se forse avrei messo Pussetto molto prima (ma forse lo ha visto opaco); mi tengo Tudor perché si sono realizzate sei reti in tre gare, e prese solo tre; mi tengo Igor per un’idea di calcio meno brillante di quella salmantina ma sicuramente più pratica: di certo rispetto al mero ‘cerchiamo di non prenderlo’ un passo avanti grande come l’Empire State.

Okay: Okaka sta semplicemente entrando in forma, alla faccia di chi lo aveva etichettato (smemorato o in malafede?) come ‘tribunaro del Watford’: ci torneremo alla fine. Okay, sarà un caso ma Mandragora si sta ricordando di essere un giocatore di calcio con prospettive nazionali e juventine; okay, sarà un caso anche come Lasagna abbia giocato le migliori due gare da quando, dopo le cinque segnature dell’anno scorso, (complice l’infortunio) era precipitato nella tristezza quasi depressa di un capitano per caso. Sarà un caso, sarà per caso ma per due volte l’Udinese prende gol, pareggia e alla fine la mette dalla propria parte, definitivamente; sarà un caso ma contro il finale 4-2-4 di Andreazzoli (bravo e da sempre sottovalutato) l’Udinese soffre il giusto, giocando una buona mezz’ora in dieci (espulsione di Zeegelaar, che andrebbe preso a calci nel sedere da Rizzi fino ad Avausa). Vince, mi convince che forse Crotone sta per essere, parzialmente, sepolto. E cambiamolo, questo canovaccio: ci sono giocatori che valgono, altri meno ma la struttura, se non smantellata, può fare benissimo. Fortuna? Non credo alla malasorte, come dice Aurelio ‘il campo non mente’ (impariamo dal massese).

Due note stonate.

Orsato di Schio da sempre è considerato uno dei migliori. Eppure dirige commettendo errori che a un Abisso (o Fabbri) qualsiasi costerebbero draconiane punizioni.

Non espelle Maietta per il fallo da rigore; dà solo giallo alla scarpata del 90 udinese su Di Lorenzo e non rosso, lo punisce per un intervento veniale a centrocampo 180’’ dopo (ma pure l’olandese, come detto, se lo doveva risparmiare), non aiutato dal Var-ista. Smetterà presto, non ne sentirò la mancanza: non basta alzare la voce per essere autorevole; quello significa semplicemente essere autoritari. Vedasi cacciata di Carnevale.

L’ultimo paragrafo lo dedico a coloro i quali sperano il male per dar ragione a sé stessi.

Risparmiate le energie: avete ragione, se questo vi consola; state sereni e, se guardate le gare, sperate nella vittoria e non nelle disgrazie solo perché non condividete il comportamento (ultimamente niente di che, in questo vi do ragione) della società biancanera.

In ordine sparso: Okaka merita la nazionale quanto e più di tanti altri convocati, non è un rifiuto giallonero.

Musso è migliore di Simo, rassegnatevi: avesse fatta Buffon la parata su Antonelli, ne avrebbero parlato in ordine sparso il Guardian, il WSJ, il Times of India e financo l’Osservatore Romano. Non commette drammatici svarioni, e quando anche avesse sbagliato lo abbiamo sottolineato. È uomo da nazionale argentina, fatevene una ragione.

Tudor sta allenando meglio di Nicola, di Julio, forse anche di Oddo e del secondo Gigi l’Aquileiense; se vi sta antipatico pensate a chi deve sopportare Allegri, reo di soli cinque scudetti di fila.

Dico tutto ciò con l’affetto del fratello maggiore che veste il cachemire e vi abbraccia, tutti, stretto stretto.

In attesa della vittoria del Bologna sul Chievo l’Udinese si issa a +4 (ma secondo me sono tre, gli scontri diretti premierebbero l’Empoli) sulla zona rossa. Pari con i ferraresi, meno due dal Genoa (il distratto Napoli sta regalando punti a tutti) e da un Parma in grosso calo, -4 da Sassuolo e Cagliari che probabilmente sono già fuori dalla mischia. La doppia trasferta romana fa meno paura di prima, ma guai a calare la tensione perché ciò significherebbe ricascare di nuovo nella palude. La vigilia di Pasqua ad Udine arriva il Sassuolo: ennesimo match-point che potrebbe veramente significare game over.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 08 aprile 2019 alle 08:40
Autore: Franco Canciani
vedi letture
Print