Potremmo continuare a giustificare l'Udinese. Sinceramente non so come, ma scommetto che qualcuno troverà qualcosa. Per me anche stasera è quasi tutto da buttare via. Se fosse finita con uno scarto di un solo gol avrei scritto che c'era da migliorare, da livellare ma specialmente da comprare sul mercato di gennaio. Un interditore almeno, una punta e un esterno sinistro.

Ma eccoci nuovamente. Cambi il modulo (mossa giusta a mio modesto parere) e almeno due o tre giocatori vanno in panne. Behrami che doveva giovarne è stato uno dei peggiori, possiamo ringraziare lui per il primo gol subito dal Napoli. Ed assieme a lui dobbiamo citare anche Fofana, che stasera ha dimostrato che non sarà mai un giocatore alla Asamoah, alla Inler, alla Isla. E' un gregario, che a volte fa un buon tiro, che molto spesso non lo fa. Non ha continuità e quindi non può ambire ad altri palcoscenici. Gli unici passaggi che non ha sbagliato sono stati quelli all'indietro, sempre che possano essere considerati positivamente dei passaggi ad arretrare il gioco da parte di una mezzala offensiva.

Non ho nulla da dire su Velazquez: quest'estate lo immaginavo esonerato già dopo quattro o cinque partite. Contro Bologna e Juventus aveva preparato male la partita, penso fosse oggettivo. Oggi ha schierato bene la squadra, ma non è colpa sua se i giocatori non marcano e non pressano. Pussetto e Fofana erano sempre lontani dall'uomo. E non poteva essere un ordine impartito dall'allenatore, perché invece Larsen e Mandragora sono fra i pochi sufficienti stasera, proprio per il modo di giocare inverso a quello del duo di destra.

Quello che manca all'Udinese è un'anima. Questa squadra non ha un'anima ormai da anni, e continuare a confermare giocatori come Samir non aiuta certo la crescita. Se esistesse ancora Mai dire Gol penso che il difensore brasiliano avrebbe una rubrica tutta per sé. Io un auto-palo come quello del secondo tempo non lo ho mai visto. Si è spaventato di se stesso, era solo, ed è riuscito quasi a fare autogol.

In questa squadra hanno un anima solo Nuytinck e De Paul, gli altri la lasciano nello spogliatoio se si perdono più di due partite consecutive. Gli altri non sanno fare un fallo, un entrata, vincere un contrasto, gettare il cuore oltre l'ostacolo. Certo, Mandragora (finalmente nella sua posizione) è stato sufficiente al pari di Larsen, ma non si vede nulla in campo. In una partita come quella di stasera qualcuno avrebbe dovuto prendere per le palle (o forse per il collo) un po' di compagni che hanno gettato alle ortiche la prestazione dell'intero team già nei primi venti minuti. Invece no, ognuno faceva il suo e non giudicava l'altro, come nei peggiori uffici di para-statali raccomandati che non vedono l'ora di timbrare il cartellino in uscita (e mi scusino tutti gli statali o i parastatali, parlo per luoghi comuni perché il senso arriva prima).

Ad orario di pranzo ho visto una splendida nazionale femminile di pallavolo giocare una finale stupenda. Fra loro c'erano due colored e sui social si discorreva se fossero o meno italiane. Per me chi nasce in Italia e ci passa molto tempo, assorbendo almeno in parte la sua cultura, è a tutti gli effetti un italiano. Pensavo, fra la partita e la discussione filosofica e giuridica, che parlavamo di ius soli per una ragazza bravissima a schiacciare ma che ci sono molti colored nella mia zona di appartenenza, e che il distretto della metalmeccanica di Bologna, senza “extra-italiani”, rischierebbe di chiudere.

Ecco, il pensiero mi è tornato stasera, perché in campo c'erano otto extra-italiani, ed almeno sei di quelli stasera avrebbero fatto meglio ad andare a fare un turno notturno in qualche officina.

Lo ho scritto quest'estate e lo ripeto adesso. Primo, non si assume un direttore sportivo come Pradé dopo aver già scelto l'allenatore (anche se pure Velazquez ha poche colpe, come tanti prima di lui). Secondo, il problema dell'Udinese è sulla mediana perché nessuno fa filtro. Terzo, a questa squadra mancano i leader.

Così la Spal va a vincere a Roma lottando per novanta minuti, il Genoa fa un bunker a Torino e porta a casa un pareggio credendoci fino alla fine e noi siamo già alla quarta sconfitta consecutiva, le ultime tre con prestazioni imbarazzanti, stasera senza alibi tecnici o tattici.

La trasferta di Genoa diventa l'ennesimo spartiacque. Diranno di no da tutte le parti, ma l'ennesima sconfitta costerebbe la panchina a Velazquez, a meno di non voler provare a bissare il record di sconfitte dell'anno scorso. Perché è inutile, ogni allenatore (quasi ogni...) arriva con buoni risultati, poi la squadra cala e quindi smette del tutto di essere squadra in campo e spesso anche fuori.

Ormai a Udine è un must...

Sezione: Editoriale / Data: Sab 20 ottobre 2018 alle 23:00
Autore: Giacomo Treppo
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