Al termine di una partita conclusa a reti inviolate, priva di grandi occasioni e forse con qualche rimpianto, Andrea Stramaccioni ha dichiarato in conferenza stampa: “Fin dall’inizio mi è stato chiesto di raggiungere la salvezza il prima possibile e di costruire la squadra per il prossimo anno. Sono umile ed ambizioso. Voglio costruire qualcosa e per il futuro e per le prossime stagioni”. E, come sempre, l’allenatore ha detto quello che pensa, in maniera sincera e spontanea. È vero, questa annata doveva solo delineare le potenzialità della squadra del futuro. Però a questo punto della stagione sorge spontaneo un dubbio: abbiamo a che fare con una lenta crescita, della quale fanno parte anche prove incolori come quella di domenica, o con una squadra appagata?


Senz’altro non è un campionato da buttare via, qualche spunto positivo si è visto. Certamente poi il lavoro dell’allenatore non sempre si può riscontrare subito se il materiale su cui lavorare è molto giovane ed inesperto. E se l’obiettivo è quello di costruire il futuro, questa stagione avrebbe potuto dare un esito di questo tipo. Certamente si sperava di essere in una posizione di classifica migliore e forse con un impianto di gioco migliore. La partita di domenica è stata insufficiente sotto l’aspetto del gioco e solamente ad inizio ripresa, come ha sottolineato il tecnico, si è vista una buona Udinese. Poco, decisamente poco, visto anche il momento della stagione. Se di crescita si tratta, bisogna cercare di accelerare i tempi perché il livello per ora non è ancora pienamente sufficiente, ci sono alcune falle nel sistema di gioco che vanno rivisti e migliorati in questi ultimi mesi di campionato.


Ma c’è anche il dubbio che la squadra non abbia più grandi motivazioni. Questa annata particolare non ha regalato grandi sussulti ed ora l’Udinese è in una posizione di limbo, con il gruppone in lotta per l’Europa ormai lontano e la zona salvezza a debita distanza. Una situazione di classifica che minaccia seriamente di creare forte rilassamento e demotivazione tra i friulani. In effetti all’Atleti Azzurri d’Italia la prova dell’Udinese è stata incolore non solo sotto l’aspetto tecnico del gioco espresso, ma anche caratteriale: non c’è stata la voglia di vincere, la fame giusta per poter aggredire e vincere l’avversario, peraltro ridotto in inferiorità numerica dall’espulsione di Carmona. Questo atteggiamento, per certi aspetti rinunciatario ed attendista, può essere sia interpretato come una giornata poco felice e lucida della squadra, sia come un’assenza di motivazioni, frutto della classifica consolidata. Per scoprire quale ipotesi sia quella vera non resta che attendere le prossime partite. Stramaccioni sicuramente proseguirà anche con il suo lavoro psicologico e motivazionale. I prossimi incontri diranno se questo tipo di esercizio volto a migliorare l’approccio alle gare e a motivare il gruppo avrà sortito gli effetti sperati.
 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 17 marzo 2015 alle 09:30
Autore: Federico Mariani
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