Caro Mister,
il tifoso friulano è da sempre noto per la sua pacatezza, per la sua pazienza e per essere rispettoso delle regole, dei giocatori, della società e del buon costume. Figlio di una terra dove i valori valgono più dell'apparenza e dove il duro lavoro è un dovere primario, il friulano doc, mai, o rare volte, si è permesso di criticare chi come lei da anima e corpo, rimboccandosi le maniche, per la maglia. Infatti, se si dovesse dare un'aggettivo, che calzi a pennello al tifoso che ogni domenica si siede sugli spalti del Friuli, altro non potrebbe essere che civile. Questo fa si che Udine sia da sempre la piazza più tranquilla della serie A, dove si può lavorare senza alcuna pressione, senza un ambiente ostile, ma anzi familiare. Si, l'Udinese, per i tifosi è una famiglia, una passione vera e non una moda figlia solamente dei successi. Chi segue questa squadra, si sa benissimo, lo fa perché ci tiene davvero ai colori che rappresentano, in Italia ed in Europa, una città ed una terra intera. Per questo nostro diverso modo di tifare però siam da sempre reputati dalle altre tifoserie freddi ed incapaci di trasmettere alcuna emozione, alcuna sensazione. Questo non vuol dire che non siamo mai stati vicini alla squadra, anzi.
Tifosi di calcio però lo siamo anche a questa latitudine. Di certo non invaderemo il campo, mai i nostri ultras con violenza faranno sorprendere una partita, mai verremo allo stadio ad insultare i giocatori, i dirigenti o l'allenatore. Questo non è stato mai fatto nemmeno quando le cose non andavano bene e lei, mister Guidolin, lo sa bene dato che il suo avvio in bianconero iniziò con quattro sconfitte consecutive. Quella volta nessuno ha messo la sua testa alla ghigliottina e nessuno hai chiesto a Pozzo il suo esonero, ma tutti, credendo fortemente nelle sue capacità come ancor più oggi facciamo, le sono stati vicini. Il risultato poi è ben noto a tutti. I fischi quindi che son piovuti da parte delle gradinate nella gara di martedì contro il Genoa, devono essere tollerati. Questi non sono figli di un odio nei suo confronti ma solo soltanto di un momento fattosi pesante per i tifosi. L'aumento dei prezzi dei biglietti, la difficoltà di venire a tifare in un cantiere a cielo aperto, sommati ad un'eliminazione prematura dall'Europa ed ad un'inizio di campionato molto al di sotto delle aspettative hanno fatto "mugugnare" anche il più paziente dei tifosi. Con serenità lei deve accettare questi mugugni, consapevole che l'amore per lei è incontrastato e che avremo sempre gratitudine per chi ha scelto il bianconero di Udine alle grandi piazze metropolitane, e continuare con serenità nel suo lavoro, ottimo e che ha dato le più grandi soddisfazioni possibili ed immaginabili. Dopotutto, come tutti, anche noi siamo tifosi ed avremo piacere vincere ed arrivare il più in alto possibile. Qui ad Udine le cose rotte non si gettano ma si aggiustano e siamo certi che lei saprà anche quest'anno far di nuovo funzionare al meglio tutti gli ingranaggi. Da buon friulano, come ha dimostrato essere anche lei, rialzerà sicuramente con vigore la testa e continuerà a lottare.

Con affetto quindi le auguro le migliori gioie e di essere ancora per molti molti anni al timone di questa, orami grande, nave.
Con affetto,
un tifoso


P.s. Per il "parón" Pozzo: noi ormai pensiamo che questa società non è solo da 40 punti ma che siamo pronti per il salto di qualità. Perché anche noi non possiamo avere la mira di crescere, come in altre realtà, sempre di più, puntando ad obbiettivi sempre più in alti. Proviamo per una volta a non accontentarci di essere una provinciale di lusso ma diventare una grande a tutti gli effetti. Osiamo, non abbiamo paura di fare quel grande passo!

 

 

Sezione: Editoriale / Data: Ven 27 settembre 2013 alle 00:00
Autore: Stefano Pontoni
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