Si ferma sul più bello la rimonta Gesteco: dopo due quarti di grande sofferenza, un terzo periodo combattuto e otto minuti-splendor in quello decisivo, la differenza la fanno i dettagli: ad esempio qualche scelta incomprensibile in attacco; ad esempio una terna arbitrale inadeguata al blasone dell'ospite, che scambia una stoppata pulita per un fallo, diciamolo, dettato da meccaniche divine di cui non voglio nemmeno iniziare l'esegesi. Va bene così.
Qualcosa invece mi sento di dire alle Eagles: inizio contratto, primo canestro dopo 4' ad opera di Vince Cole che ferma un parziale iniziale ospite di 0-7; primo quarto che corre via mantenendo un medio vantaggio ospite, un paio di possessi, gara non fenomenale ma di grande intensità. Aradori c'è, eccome, e vedendolo giocare si capiscono le trenta frustate subite dalla Fortitudo a Udine. Le tifoserie cantano, l'attacco ducale no e al 10' il tabellone recita 10-15: per come era iniziata tutto sommato la Gesteco può tirare un sospiro di sollievo.
Coach Caja, vecchia volpe come il suo dirimpettaio, decide di risparmiare energie e giocatori per arrivare al 40' e smentire chi vaticina un crollo fisico dopo la batosta di mercoledì passato: zona bulgara con diversione dedicata per Redivo e circolazione lenta della palla ducale forniscono un combinato disposto di basso dispendio, per cui giocano quasi sempre gli stessi cinque con Panni che esce una quindicina totale di minuti dalla panchina. Qualcuno vuol vendere basketball come fosse una scienza innovativa, alla fine il teorema calcistico di Gary Lineker, mutatis mutandis, vale anche qui: il basket si gioca cinque contro cinque, poi palla a Aradori e ciuff.
Secondo periodo: Freeman e Aradori ci sono, Redivo pure, Cole mette una tripla che porta i suoi a un solo possesso di distanza (16-19 al 12'); si segna poco, Redivo ruba la palla del -1 e un inquieto Caja chiama minuto di sospensione. Segnano Bolpin e Redivo, punteggio molto basso e a metà tempino siamo 20-23, gara tirata. Aradori mette in fila cinque punti, Jack sbaglia uno dei due liberi e da lì a metà gara il divario si allarga di altri quattro punti, con i ducali incapaci di smuovere il '23' sul tabellone, realizzato a 3'10'' da fine tempo. 23-32, thé caldo per tutti e Pilla che deve trovare contromisure ad una gara impostata dal suo collega felsineo come tutto sommato ci si sarebbe atteso.
Ripresa nella quale lo schema tattico difensivo ospite non si muove di un millimetro; Cole segna dall'area. Ogden realizza un gioco da tre punti e pareggia poi un gancetto di Jack: 27-35 al 21'.
Cole colpisce dall'arco, gli risponde uno a caso (sì, Aradori), Panni e Fantinelli regalano ai petroniani il massimo vantaggio (31-42 al 23'). Accorcia Redivo, Freeman segna e per 3' le difese prevarranno sui rispettivi attacchi. Gioco da tre punti di Redivo, Aradori continua come nulla fosse a perforare la retina ospite tenendo il vantaggio sempre attorno alla doppia cifra di distacco. Furin (oggi impalpabile come Berti, sovrastato da Freeman) fa 1 / 2 dalla lunetta e a 10' dalle strette di mano gli ospiti conducono 42-51.
Gara in ghiaccio? Al PalaGesteco diremmo di no. Ed infatti la partita si infiamma: Marangon e Miani accorciano, Freeman dalla lunetta ci mette una pezza. Miani ha deciso che il suo momento è arrivato e al 34' sigla il 50-56 che tiene aperte tutte le possibili combinazioni finali. Redivo ne mette cinque di fila e a metà ultimo quarto la gara è di nuovo in bilico: Fantinelli regala di nuovo tre punti di vantaggio ai suoi, Cole mette dall'angolo la siderale tripla del pareggio: 3' alla fine e tutto da rifare.
Brutta difesa su Ogden, Jack perde palla e ancora Ogden mette il 50% dei liberi assegnatigli: 60-63 a 2'30'' dalla fine. Sul successivo attacco pessima scelta offensiva con il servizio a Miani, molto marcato sotto canestro, con Cole perfettamente libero fuori dall'arco: errore, fallo su Fantinelli, ancora un libero su due. Dell'Agnello tiene vive le speranze a 90'' dal gong, errore difensivo su Aradori che ringrazia: 62-66, Rota segna la sua prima tripla della gara all'alba dell'ultimo minuto, a 47 secondi dalla fine la nefandezza arbitrale che chiude virtualmente la gara e di cui abbiamo parlato all'inizio: a questi livelli tali errori non sono accettabili, sento il dovere di consigliare ai tre arbitri pugliesi oggi saliti in Friuli di riguardarsi bene un paio di svarioni e farsi un esame di coscienza. Tutto qui, il resto è mancia, inclusa un'altro paio di pessime scelte offensive ducali ed una gara che la Fortitudo vince, secondo noi con ambio merito, 65-69 cavalcando 30 pezzi di Pietro Aradori.
La Gesteco? Oggi Mastellari era assente ma lo si sapeva; Isotta quasi e anche questo si sapeva; Bartoli zero minuti, non sappiamo se per scelta tecnica o ragioni fisiche. Vince Cole ha a tratti mostrato di essere il migliore statunitense in campo, diciamo che i gestori di gioco della sua squadra lo devono imparare a conoscere meglio, citando Howard Jones che qualcuno ricorderà.
Seguiamo questa franchigia dalla sua nascita e per la prima volta notiamo una certa involuzione, tecnica e tattica. Il buon Caja l'ha incartata a Stefano Pillastrini, cose che capitano. Sei punti in classifica e solo la gara, fondamentale, di Cento prima del giro di boa della Regular Season parlano di una squadra che deve trovare dentro di sé le vie d'uscita. Per la prima volta (e due), poi, l'energia della vecchia guardia non basta: Cole mette quindici punti, Redivo 22 (ma è già vecchia guardia per me, come Miani che ne mette 13), gli altri nuovi contribuiscono ancora troppo poco quando non marcano visita. Per salvare la pellaccia ci sarà bisogno di tutti.
In Pilla we trust, abbiamo sempre detto, sempre sarà così. A Cividale vittorie e sconfitte si sigillano con una risata e due birre. Si continui così, ma chi dirige questa squadra deve trovare la chiave per far rendere i nuovi per aumentare i giri di un motore che ad oggi appare di cilindrata inferiore alle possibilità. Il pubblico ci mette il carburante, ma quest'anno pare serva qualcosa di più.
A cominciare dalla trasferta a Cento, come dicevamo: vincere, sì o sì.
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