C’eravamo lasciati la scorsa settimana con la memorabile impresa di Atene, con gli uomini di Serse Cosmi capaci, in quel 22 Novembre 2005, di rimontare l’iniziale svantaggio e portare a casa un’insperata vittoria contro il Panathinaikos di Malesani che aveva proiettato i bianconeri ad un solo punto dallo storico passaggio agli ottavi di finale di Champions League. Da quel momento, la vittoria di Parma (1-2 con doppietta di Barreto) e la sconfitta casalinga contro il Livorno (0-2) rappresentano il cammino di avvicinamento a quella che era definita come la “gara del secolo”, contro un Barcellona già qualificato al turno successivo e senza particolari motivazioni da perseguire in terra friulana. In palio, oltre a ricchi benefits garantiti dalla competizione e dagli sponsor, anche la possibilità di entrare nelle migliori 16 squadre d’Europa, un traguardo niente male non solo per la squadra ma per l’intera città di Udine, capitale del Friuli e orgoglio dei friulani.
Cosmi, nella gara più importante della sua carriera, si affidò al collaudato 3-5-2 dovendo però rinunciare a tre pedine fondamentali come Natali, Pinzi e Felipe. In difesa oltre al recuperato Bertotto ci sono Sensini e Juarez pronti a tenere a bada il tridente blaugrana composto da Giuly, Ezquerro e Larsson (Ronaldinho e Eto’o rimasero a casa mentre Messi si accomodò in panchina). A centrocampo sugli esterni ci sono Zenoni e Candela, mentre in mezzo al campo viene premiata la corsa e la forza muscolare di Muntari, Vidigal e Obodo in opposizione alla tecnica e alla classe di Deco, Gabri ed Edmilson. In avanti ci sono Di Natale e Iaquinta (Di Michele a sorpresa va in panchina) contro i centrali blaugrana Puyol e Oleguer, difensori di fama mondiale nel giro della nazionale iberica.
La posta in palio è altissima, e l’Udinese sin dalle prime battute dimostra di avere troppa paura dei propri avversari, giocando troppo contratta e sbagliando una quantita di palloni industriale facile preda dei giocolieri blaugrana. Nonostante ciò, i primi pericoli vengono creati dai friulani, prima con Di Natale che servito da Iaquinta incrocia troppo con il sinistro e manda a lato poi con Vidigal che da ottima posizione cicca clamorosamente la battuta al volo. Il Barcellona si sveglia e un minuto più tardi (11’) su azione di contropiede va vicina al vantaggio con Giuly che a tu per tu con De Sanctis colpisce una traversa clamorosa a portiere battuto. Il Barcellona continua a spingere ed al 19’ va ancora vicino al goal con un destro di Ezquerro deviato miracolosamente da De Sanctis.
L’Udinese incapace di reagire, arretra il proprio baricentro, e si limita a qualche sporadico e timido tentativo offensivo, cercando di portare la gara sul piano fisico senza disdegnare le maniere forti. Il Barcellona gioca senza pressioni e mostra un calcio straordinario nonostante l’assenza dei suoi migliori interpreti (Ronaldinho su tutti) e mostra ai 40.000 dello stadio Friuli come gioca la squadra che il maggio successivo, avrebbe alzato la Coppa dei Campioni nella celebre finale di Parigi vinta contro l’Arsenal. Al 37’ magia di Deco che di tacco per poco non beffa De Sanctis, e 4 minuti più tardi è ancora il palo a salvare l’Udinese con Giuly che si beve Candela e lascia partire un tiro che si infrange sull’esterno del montante. Il primo tempo si chiude sullo 0-0, risultato buono per la qualificazione (bastava un punto) ma prestazione fin li assolutamente da dimenticare.
Nella ripresa non cambia il tema della gara, con il Barcellona padrone del campo ma non spietato nell’affondare il colpo decisivo e l’Udinese sulle gambe, troppo intimorita, con le notizie da Brema (il Werder vincerà 5-1 contro il Panathinaikos) buone solo per peggiorare lo stato d’agitazione della squadra. Al 59’ ancora Barcellona pericoloso con Belletti che da ottima posizione calcia sull’esterno della rete. Cosmi prova a cambiare, inserisce prima Mauri per uno spento Muntari, poi Di Michele per Iaquinta, ma la musica non cambia. All’82 l’Udinese ha la grande opportunità per chiudere il match con Di Michele che viene lanciato in profondità a tu per tu contro Jorchera che con un doppio intervento riesce clamorosamente a fermare l’attaccante bianconero, per lo sconforto suo, del pubblico friulano e di Serse Cosmi, disperato in panchina, che nel post-gara dichiarerà amareggiato che “quei goal Di Michele non li sbaglia mai”.
Il pubblico sente ormai che è fatta, e dagli spalti parte un Ola di festeggiamento, che si tramuta nel peggior presagio cui nessuno in quel momento poteva credere. All’85’ sull’ennesima distrazione della difesa Ezquerro non perdona e da due passi trafigge De Sanctis ammutolendo il pubblico che fino al minuto precedente stava festeggiando un successo sportivo non ancora acquisito. L’Udinese non riesce a reagire, e il raddoppio di Iniesta al 90’ è solo la perfetta conclusione di una serata iniziata male e finita peggio.
Possiamo definire questa sconfitta come l’inizio della fine dell’era Cosmi, che da quel momento fino al giorno dell’esonero (metà febbraio) non riuscirà più a portare a casa una vittoria in campionato. I motivi della sconfitta vanno ricercati soprattutto nella scarsa capacità di gestire certe pressioni, atteggiamenti che in campo europeo vengono puniti severamente. Il tutto poi abbinato ad una condizione atletica deficitaria, con una preparazione impostata per i preliminari di Champions ma gestita male nei mesi, con la benzina già finita ai primi di dicembre. A ciò aggiungiamo alcune scelte discutibili dell’allenatore, non solo nel modulo ma anche negli interpreti. La scelta di mettere in mezzo al campo tanti muscoli a discapito della tecnica individuale si è dimostrata totalmente errata, la statistica sulle palle perse è in questo senso piuttosto impietosa. Semplicemente forse, l’Udinese non era ancora pronta per entrare nelle grandi d’Europa, ma il rammarico per un occasione sprecata, forse più unica che rara, resta ancora vivo a dieci anni di distanza.
UDINESE - BARCELLONA 0 - 2
UDINESE: De Sanctis, Bertotto, Sensini, Juarez, Zenoni (38' pt Tissone), Obodo, Muntari (19' st Mauri), Vidigal, Candela, Di Natale, Iaquinta (30' st Di Michele). In panchina: Paoletti, Motta, Rossini, Barreto. Allenatore: Cosmi.
BARCELLONA: Jorchera, Belletti, Puyol, Oleguer, Van Bronckhorst, Gabri (30' st Iniesta), Edmilson, Deco, Giuly, Larsson, Ezquerro. In panchina: Valdes, Damia, Sylvinho, Marquez, Messi, Maxi Lopez. Allenatore: Ten Cate.
ARBITRO: Braamhaar (Olanda).
RETI: 40' st Ezquerro, 45' st Iniesta.
Maurizio Pilloni - TuttoUdinese.it
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