Maduka Okoye si sta prendendo l'Udinese e alla vigilia della sfida di ritorno al Dall'Ara contro il Bologna, la sua prima avversaria da titolare, è il caso di fermarsi a parlare del portiere bianconero.

Il numero 40 ha un fisico eccezionale, dotato di un atletismo clamoroso in rapporto ai 197 centimetri di altezza. Un mix che gli permette di arrivare anche sui palloni più angolati a cui unisce dei buoni riflessi, che spesso gli hanno consentito di reagire in tempo a deviazioni o tiri coperti dai difensore. Se le doti fisiche non lasciano grandi dubbi, quelle tecniche fanno riflettere un po' di più. Il portiere nigeriano fa ancora fatica a bloccare le conclusioni avversarie, preferendo spesso una più sicura respinta.

Il limite più grande del nigeriano sono però le uscite alte. Un paradosso, ripensando alla sua statura e al suo atletismo. Prendendo a riferimento sempre le ultime uscite dei bianconeri, è impossibile non pensare al pasticciaccio brutto su Thuram, travolto in pieno dal numero 40. E più in piccolo anche nella gara, poi interrotta, contro la Roma il portiere dei friulani ha qualche responsabilità di troppo sul gol di Lukaku:  tempi di intervento completamente sbagliati, anche per merito del cross perfetto di Cristante, e anticipo secco del giocatore giallorosso per l'1-1.

Cosa fare quindi? L'età è sicuramente dalla sua parte: ad appena 24 anni c'è tempo per lavorare su questi aspetti del suo gioco. Il ruolo del portiere è il più delicato di tutti e solitamente i numeri uno hanno bisogno di maturare più degli uomini di movimento per dare completezza al proprio bagaglio tecnico e raggiungere il proprio potenziale. Va infatti considerato il fattore dell'esperienza: questa è la prima stagione in Serie A per il nativo di Düsseldorf, diventato titolare solo a metà stagione. E' normale quindi che possa sbagliare alcune letture, gli manca la valigia dei trucchi e delle situazioni che portieri esperti come Szczesny e Sommer hanno costruito nei tanti anni di carriera. In questo senso Marco Silvestri potrebbe aiutare tanto il collega, se dovesse accettare il ruolo di secondo e dedicarsi a fargli da mentore. L'italiano ha girato per anni i campi della massima serie e i suoi consigli sarebbero una manna per limare i difetti del numero 40.

Credere in Okoye quindi non sarebbe una scelta sbagliata. Il potenziale c'è e le doti fisiche lo rendono un prospetto ben più che interessante. L'importante è aver presente cosa comporta puntare su un portiere giovane, alla prime esperienze con un campionato di vertice. Le garanzie non sono quelle di un veterano ed è inevitabile che possa commettere qualche errore di gioventù, che durante la stagione si paga e che può farlo finire al centro delle critiche di stampa e tifosi. Se si vuole puntare su di lui è fondamentale dargli fiducia e proteggerlo più possibile, di modo che la fiducia dell'ambiente diventi fiducia nei propri mezzi e benzina per migliorare. 

Sezione: Focus / Data: Ven 26 aprile 2024 alle 16:34
Autore: Gabriele Foschiatti
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