Caro Gigi,

alla fine l'esonero è arrivato. Lo so che te lo aspettavi. Sono certo che per te, allenatore navigato quale sei, non è stata una sorpresa. Quando i punti non arrivano e la squadra non gira a pagare per primo è sempre il mister.

8 sconfitte in 12 giornate, 14esimo posto in classifica, con la zona retrocessione a soli tre punti. A guardare i numeri si potrebbe dire che chi ti ha messo alla porta ha ragione. Io e te sappiamo però che non è affatto così. Le sconfitte pesano è vero, come anche il fatto che la tua Udinese in questa stagione non sia riuscita a crescere come tutti ci aspettavamo ma anzi, a guardare questo terribile inizio, pare essere perfino involuta.

Samir, Jankto, Fofana e De Paul, giocatori sui quali tu stesso lo scorso giugno mi dissi di voler costruire la tua squadra, ti hanno tradito. Non sono riusciti a trascinare la squadra come tu chiedevi. L’anno scorso, sotto la tua gestione, la squadra ha conquistato 38 punti in 31 partite, una media più che dignitosa. In campo si "sgarfava", il gruppo sembrava essersi unito attorno a quei valori della friulanità  tanto cari a te, come a tutti noi che la domenica soffriamo sugli spalti. Poi però quell'orgoglio friulano, che ci ha permesso di restare in A ancora un'altra stagione, partita dopo partita, si è spento.

Al tuo arrivo, dopo l'esonero di Iachini, pensavo davvero che l'Udinese avesse ritrovato quel condottiero in grado di riportarla in alto. Così purtroppo non è stato e anche tu, come chi ti ha preceduto e forse anche chi ti seguirà, sei stato inghiottito da un vortice dal quale è stato impossibile uscire. Perché a Udine, isola solo all'apparenza felice e serena, non è facile lavorare. Entrambi sappiamo il motivo.  

Lo hai imparato anche tu che qui l'allenatore deve chinare il capo a certe scelte e adattarsi al "progetto". Mi ricordo benissimo quando mi dissi che tu eri venuto a Udine non per essere "un allenatore" ma per diventare "l'allenatore", un tecnico con poteri di gestione e di scelta. Poi nei fatti però ti sei reso conto che qui ciò non è possibile.

Ti sei dovuto adeguare anche tu alle circostanze, accettando un mercato che ti ha indebolito invece che rafforzato, accettando certi giocatori che con le tue idee di gioco non c'entravano niente. Hai provato ad arrangiarti con quello che c'era ma non ci sei riuscito e alla fine tu stesso sei andato in confusione totale.

Ora che sei libero da vincoli e contratti puoi dire quello che pensi, che questa squadra ha una qualità medio bassa e non si trova in acque più torbide grazie solo alla pochezza di chi le sta dietro in classifica, che l’Udinese non è più la fucina di talenti che permetteva al proprio presidente di ottenere plusvalenze stratosferiche, che la società non ha più un progetto vero alle spalle ma si naviga solo a vista.

Ciò che mi dispiace è che con il tuo esonero abbiamo perso "uno di noi", abbiamo perso la tua genuinità e il tuo attaccamento a questi colori. Se i tuoi giocatori e i tuoi dirigenti avessero avuto solo metà della fame, della grinta e dell'amore per l'Udinese che hai dimostrato tu da giocatore sono certo che ora non saremmo qui a parlare del tuo esonero ma di risultati ben diversi.

Tu sei stato e resterai la nostra storia Gigi, sarai per sempre un simbolo della nostra maglia e della nostra terra, sarai per sempre uno di noi. Tutto questo non lo cancellerà mai nessuno.

Mandi Gigi!

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 22 novembre 2017 alle 11:00
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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