Udine inizia bene, poi affonda a -14; con un quarto d’ora da grande squadra la mette dalla propria parte (+12) salvo concedere campo, occasioni, scena a Mascherpa e Fattori (non Fernàndez e Green, e capirete alla fine del pezzo perché li stia citando) che ci puniscono. Dopo tre, TRE, supplementari.

Una gara persa innanzitutto di testa; una gara gettata via ad esempioquando, nel corso del primo supplementare, il buon Dykes (reduce da una settimana difficile e si è visto) perde quattro palle di fila e tiene in vita un’avversaria che si stava lasciando andare e, con la forza delle triple, si ritrova a +5. Pareggiamo con un miracolo di KayDee e si va avanti così per altri due overtime, giocati alla stessa maniera sprecando occasioni su occasioni e difendendo a sprazzi, quando era evidente che con un minimo di concentrazione ed intensità Bergamo avrebbe continuato a spadellare da tre.

Gli orobici tirano 35 volte dall’arco, segnandone 14 contro i soli sette di Udine (su 24 tentativi); tirano meno e meno bene da due, proprio perché Ciocca si affida ai raptus del migliore in campo, Mascherpa, uno che come Venucci, Massone e compagnia cantante trova contro la GSA la serata della vita. Andrò a leggere le medie a fine anno, e credo che non saranno di ventun punti...

I padroni di casa meritano la vittoria, perché con una squadra di tre piste inferiore riescono a rimanere lì, aggrappati alla gara, quando ormai sotto di oltre dieci punti sarebbe stata cosa logica vedere Udine andare via per un ventello che avrebbe descritto la differenza di valore in campo.

Invece Ciocca trova la mossa della disperazione: toglie un Solano impalpabile e ben controllato e mette dentro l’ex Tortona e Crema, che segna da ogni posizione ed in ogni condizione. Udine perde piano piano il contatto con il volante e per due volte (40’ e primo overtime) trova il pari con talento e, a sua volta disperazione. 

La Dea della pallalcesto ha concesso alla GSA le proprie chiome: Udine rifiuta e torna a casa a mani vuote. Deludendo il Pres, il GiEmme; deludendo il Settore D che l’ha seguita a Bergamo, eroicamente, un venerdì sera; delude noi che da qui ci credevamo, soprattutto delude sé stessa mostrando in tutta la sua crudezza la realtà di una squadra che “havi ancora a mangiari pani duru“ prima di potersi confrontare con le prime della classe.

Il talento non basta: contro Jesi, Piacenza, Bergamo (a diverso livello) la GSA mostra i limiti di continuità e concentrazione che ancora non le permette di vincere con continuità queste gare, decisive e fondamentali alla fine del campionato regolare; sono certo che fra un girone Bergamo a Udine verrà devastata di punti, ma stasera si merita due punti che l’A.P.U. avrebbe rubacchiato: e lo avrei detto anche avessimo vinto. Perché con Piacenza è andata: stasera no.

In tutta onestà non trovo corretto, adesso, parlare di ragioni tecniche per le quali si è perso. Sono molte, Lardo e lo staff lo hanno ben capito e lascio a loro questo compito. A me pare però che sia proprio un problema di concentrazione: perché nessuno, nell’one-to-one, avrebbe potuto, dovuto perdere il confronto diretto in campo.

Ma è successo, perché Udine ha giocato la peggior partita dall’epoca delle sconfitte in sequenza dell’anno passato. Una fortuna? Essere ungruppo; con determinazione, con la forza dei giocatori che potranno, già settimana prossima, inquadrare questa serata amara come un episodio isolato.

Quarta sconfitta a fronte di otto vittorie, nulla è perduto; peccato, perché lo scontro diretto Bologna-Poderosa poteva tenere una delle due dietro, in scia; invece così Udine sarà terza con la sconfitta di questo match, e forse con Ravenna se l’Orasì espugnerà il PalaVerde. Di certo accorceranno da dietro Jesi e Mantua, ma alla classifica Udine non ci deve pensare più. Così come l’ambiente deve smetterla di pensare al derby, quasi come le gare che vengono prima fossero formalità. La GSA non è più una squadra da decimo posto che cerca lo scalpo importante: è una formazione d’alta classifica per la quale tutte le gare valgono uguale.

E dato che molti fra voi continuano a parlare dell’Alma, e qualche collega sogna la finale playoff tutta regionale, vi invito a osservare come Trieste affronta le gare dove non trova la quadra: contro Jesi era pari all’intervallo, +26 al fischio finale. Capito l’antifona?

Sotto con  Montegranaro, ora. Allenandosi in settimana con ancor maggiore concentrazione. Molti giocatori-chiave appaiono stanchi, ma bisogna arrivare a Imola e poi ci sarà spazio per tirare il fiato.

Nulla è perduto: la gara di stasera, però, sì. Anzi: gettata via.

 

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 16 dicembre 2017 alle 00:09
Autore: Franco Canciani
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