Provate ad immaginare in una fredda notte di fine anno, uno stadio gremito in ogni ordine di posto che fa da cornice ad una sfida dal gusto lievemente tricolore e che nonostante le numerose emozioni, rimane bloccata sullo 0-0 fino al 90esimo. Poi dal nulla in pieno recupero, un cross dalla sinistra, una zuccata magistrale ed un goal straordinario tale da fa venir giù l’intero stadio frenando la corsa scudetto della capolista e facendo sognare un intero popolo calcistico fin lì abituato, a parte rare eccezioni, a palcoscenici e classifiche ben meno nobili. Questa in sintesi è la storia di un’Udinese - Inter giocato ben diciotto anni fa e passato alla storia bianconera come una delle più belle partite dell’era Zaccheroni, in una stagione, quella 1997/1998, ricca di emozioni in cui il bel gioco, la grinta, la mentalità aggressiva senza timore di nessuno ed un sistema di gioco basato su un rivoluzionario 3-4-3 erano caratteristiche definenti di una squadra, che in casa come in trasferta, faceva divertire i propri tifosi raggiungendo a fine stagione uno strabiliante terzo posto rimasto nell’immaginario collettivo come un’impresa straordinaria.
21.12.1997, una gelida notte friulana. A quella sfida valevole per la tredicesima giornata di campionato, l’Inter ci arrivò da capolista solitaria, forte di quattro lunghezze di vantaggio sulla Juventus seconda e con un’imbattibilità in campionato condivisa proprio con la Vecchia Signora. Simoni, tecnico dell’Inter, dovendo fare a meno di Moriero, Simeone e soprattutto del fenomeno Ronaldo, varò una formazione piuttosto guardinga con Djorkaeff a sostegno dell’unica punta Branca e chiavi del centrocampo affidate al brasiliano Zè Elias, chiamato a sostituire una colonna portante della mediana nerazzurra come il Cholo Simeone. Zaccheroni invece potendo contare su tutti gli effettivi, schierò la formazione tipo con la sola sorpresa rappresentata da Statuto titolare in mediana al posto di Walem, con Poggi preferito in avanti a Locatelli nel classico tridente completato da Bierhoff e Amoroso.
La partita. Il match, giocato a viso aperto e su buoni ritmi, vide nel primo tempo una maggior intraprendenza degli uomini di Simoni che almeno in tre occasioni sfiorarono il vantaggio, prima con Branca (anticipato per un soffio da Turci), poi con Cauet (erroraccio sotto porta al 26’) ed infine con Galante il cui tentativo di testa al 42’ si stampò sulla traversa. L’Udinese da par suo rispose colpo su colpo sfruttando in particolare la serata di grazia di Bachini ed Helveg, due scheggie sulle fascie che misero in seria difficoltà per tutta la partita la retroguardia neroazzurra. L’elevato dinamismo della partita, soprattutto nel secondo tempo, mise in seria difficoltà il centrocampo neroazzurro vittima di un Zè Elias in giornata no, e costretto a cedere terreno alla mediana bianconera che in particolare con l’ingresso a metà ripresa di Walem per Statuto, prese il controllo della zona mediana del campo, facendo pendere le sorti del match in favore dei friulani. Gli ultimi venti minuti di gara videro l’Udinese sfiorare per ben tre volte il vantaggio anche grazie all’ingresso di un ispiratissimo Locatelli che, assieme ad Helveg, prese d’assalto la fascia destra del campo mettendo in seria difficoltà West e Galante. In una gara ricca di emozioni ma comunque fortemente equilibrata, arrivò in pieno recupero l’episodio decisivo, nato dai piedi di Walem bravo a servire sulla sinistra Bachini, uno dei migliori in campo. L’esterno bianconero, evitato Bergomi con un gran dribbling, mise in mezzo un cross perfetto per l’accorrente Bierhoff che anticipò nettamente Galante incornando perfettamente e trafiggendo l’incolpevole Pagliuca, facendo esplodere la bolgia del Friuli, talmente incandescente da scaldare persino quella gelida notte friulana. Fu un goal tanto bello quanto importante, perché permise ai friulani di conquistare l’ottava vittoria in campionato agganciando il terzo posto in solitario a soli quattro punti dall’Inter capolista, facendo covare sogni scudetto ai tifosi bianconeri che non sognavano così dai tempi del grande Zico. A tenere basso il profilo fu mister Zaccheroni, lesto nel ricordare l’obiettivo salvezza della sua Udinese ma altrettanto schietto nel non voler porre limiti alla sua squadra, tanto bella da vedere quanto spietata in campo.
Sono passati quasi vent’anni dal quel 1997, ma in realtà sembra passato un secolo. L’Italia era un paese ben diverso da quello odierno, dove la crisi non esisteva e il futuro non faceva così tanta paura, e di riflesso anche il calcio ha subito grandi cambiamenti, con una passione via via scemata anche a causa di scandali e imbrogli all’ordine del giorno, il tutto testimoniato da stadi ormai sempre più desolatamente vuoti. Anche l’Udinese è fortemente cambiata, prima era normale vedere 6-7 italiani nell’undici titolare, era normale vedere un Friuli con almeno trentamila persone, era normale giocare un calcio frizzante ed offensivo contro qualsiasi avversario, un’impostazione ben lontana dall’estenuante difensivismo e dal troppo spesso evidente atteggiamento passivo che rimproveriamo all’Udinese attuale. Fortunato è chi ha potuto vivere e respirare quegli anni meravigliosi, che anche oggi a distanza di tutto questo tempo, riescono a farci emozionare oggi come allora.
Udine, 21.12.1997 - 13^Giornata Serie A
Udinese - Inter 1-0
Udinese: Turci, Bertotto, Calori, Pierini, Helveg, Giannichedda, Statuto (75’ Walem), Bachini, Poggi (71’ Locatelli), Bierhoff, Amoroso (86’ Jorgensen). Allenatore: Zaccheroni
Inter: Pagliuca, Bergomi, Sartor, Galante, West, J. Zanetti, Winter, Zè Elias (46’ Zamorano), Cauet (89’ Berti), Djorkaeff, Branca (82’ Colonnese). Allenatore: Simoni
Rete: 91’ Bierhoff
Arbitro: Bazzoli di Merano
Maurizio Pilloni - TuttoUdinese.it
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